Occhi puntati su Parigi 2024

Parigi 2024, ufficialmente i Giochi della 33esima Olimpiade, si terranno dal 26 luglio all’11 agosto 2024. L’evento si prospetta come un grande spettacolo non solo per gli appassionati di sport, ma per il mondo intero; un grande spettacolo, con un altrettanto grande palco che potrebbe diventare l’oggetto di attenzioni ostili.

di Anna Rossi

Le Olimpiadi hanno sempre avuto una forte valore che va oltre la celebrazione dello sport: i giochi originali in Antica Grecia erano primariamente un evento religioso (in celebrazione di Zeus olimpico) e politico (istituzione della pace olimpica, forum per creare alleanze e celebrare vittorie). Per quanto il primo aspetto si sia perso, nelle olimpiadi moderne il carattere politico è sempre stato presente. 

Giochi olimpici e politica

Il Comitato Olimpico Internazionale (COI) sostiene che “i giochi non devono essere politici”, ma è un’affermazione che, di fatto, trova il tempo che trova. Gli esempi di politicizzazione dei giochi moderni sono innumerevoli, tra i più famosi: le olimpiadi del ’36 (con la vittoria di Jesse Owens per l’atletica che screditò la retorica nazista della superiorità ariana); le proteste “Black Panther” di Tommie Smith e John Carlos ai giochi del ’68; il massacro di Monaco del ’72 (per la storia completa degli eventi politici alle olimpiadi consigliamo la lettura di questo articolo).

La natura stessa dell’evento, il suo carattere globale ed universale, lo rendono lo specchio perfetto della scena politica e sociale del momento, nonché il palcoscenico ideale per lanciare un messaggio con la sicurezza che verrà ricevuto da tutti.

Le prossime Olimpiadi

La 33esima edizione si inserisce in un clima globale molto particolare. Innanzitutto, sono i primi giochi “regolaridopo la pandemia del COVID-19; i giochi di Tokyo del 2020 si sono infatti svolti un anno in ritardo (nel 2021) e a stadi vuoti, privando di fatto l’evento di una sua componente fondamentale, la condivisione e partecipazione globale degli spettatori, indipendentemente dalla loro nazionalità.

Inoltre, la situazione geopolitica attuale è estremamente complessa e tesa a causa del corrente svolgimento di due grandi conflitti, quello russo-ucraino e quello israeliano-palestinese.

La “tregua” olimpica

La tradizione olimpica nasce sullo sfondo dei conflitti militari dell’antica Grecia e proprio per questo motivo, nel IX secolo a.C venne firmato un trattato che istituiva la norma dell’”Ekecheiria”, oggi conosciuta come “tregua olimpica”: un periodo di sospensione dei conflitti per fare in modo che atleti e spettatori potessero partecipare e ritornare alle loro case in sicurezza durante e alla fine dei giochi. Dal 1993, per ogni edizione, le Nazioni Unite adottano una risoluzione al fine di garantire la pace e la sicurezza nel periodo dell’evento. È bene notare che la pace olimpica è stata violata solo tre volte nella storia moderna, tutte ad opera della Federazione Russa (2008 guerra russo-georgiana; 2014 annessione russa della Crimea; 2022 invasione russa dell’Ucraina).

Questione Ucraina

Proprio a causa di quest’ultima infrazione gli atleti russi e bielorussi sono stati esclusi dai giochi invernali paralimpici del 2022 e non potranno competere sotto la loro bandiera, ma solo come “neutri”, ai futuri giochi di Parigi 2024.

La scelta ha scatenato reazioni divisorie nel mondo dello sport. Gli atleti ucraini, tra cui la stella del tennis Sergiy Starkhovsky, condannano questa decisione sottolineando come il conflitto in corso “non sia tra eserciti, ma una guerra per eliminare una nazione”. 

Dall’inizio della guerra circa 400 atleti ucraini sono stati uccisi, e i sopravvissuti sono ad un chiaro svantaggio rispetto agli avversari a causa di rischi fisici nella continuazione degli allenamenti, dell’abbandono dello sport per partecipare alle operazioni militari o anche solo il peso mentale. Inoltre, molti atleti ucraini hanno perso familiari e la loro casa ed affrontare gli avversari russi e bielorussi in campo rischierebbe di diventare una punizione mentale per gli ucraini.

Il rischio che durante la competizione atleti dei vari paesi si ritirino, rifiutino di competere con gli avversari politici o di mantenere le regole di rispetto dei vari sport è alto. Sono rischi più reali che mai considerando che ai mondiali di scherma 2023 la vincitrice ucraina Olga Kharlan offrì di toccare la lama (e non di stringere la mano come da regolamento) della perdente russa Anna Smirnova, finendo per essere squalificata e che episodi simili si sono registrati anche nel tennis (ucraine Svitolina e Kostyuk).

Il CIO ha ribadito il principio per cui “gli atleti non possono essere ritenuti individualmente responsabili per le azioni dei loro governi”.

Questione israelo-palestinese

Allo stesso tempo anche il conflitto israeliano-palestinese ha sollevato problematiche significative. Già ai giochi di Tokyo il judoka algerino Fethi Nourine e il suo coach furono espulsi per dieci anni dalla federazione in seguito al ritiro dallo scontro contro l’israeliano Tohar Butbu. Questi casi sono solo destinati ad aumentare ai giochi di Parigi dato che già diversi atleti hanno dichiarato che non sfideranno le controparti israeliane (ad esempio il wrestler palestinese Rabbia Khalil).

Le richieste di esclusione di Israele dalle competizioni sportive internazionali non sono una novità. Il movimento BDS, che aveva ottenuto una certa visibilità in seguito alle proteste contro FIFA sull’utilizzo d’Israele di territori occupati per alcuni club calcistici, se ne occupa da anni ma senza successi. 

Secondo le statistiche, finora 86 atleti palestinesi sono rimasti vittime del conflitto, tra cui anche il manager generale del gruppo olimpico nazionale palestinese Hani Al-Masry; le forze israeliane hanno inoltre distrutto l’ufficio del comitato olimpico palestinese a Gaza. Tuttavia, il COI ha fino ad oggi evitato di denunciare l’operato israeliano, decisione che contrasta nettamente con la gestione della sopracitata situazione russa e bielorussa. Infatti, il COI continua a supportare l’inclusione degli atleti israeliani ai giochi di Parigi, nonostante alcuni di questi siano ad oggi membri attivi delle Forze di Difesa Israeliane.

Possibilità di terrorismo

Oltre alle difficoltà legate a tensioni interstatali, i giochi di Parigi si delineano come una sfida per la sicurezza dal terrorismo. Le preoccupazioni derivano dalla storia stessa della città con il fenomeno terroristico, sia con i piani dell’amministrazione francese per la cerimonia d’apertura dei giochi. Quest’ultima si prospetta come una assoluta novità per le olimpiadi perché si svolgerà non in uno stadio (come da tradizione), ma all’aperto su barche che navigano lungo la Senna. Si tratta di un progetto sicuramente stupefacente ma che presenta chiare complicanze per la sicurezza.

In conclusione, le Olimpiadi di Parigi 2024 si prospettano sicuramente come un evento degno di attenzione, ma anche di sfide, sia sui campi sportivi che al di fuori.

Per approfondire

I conflitti in corso sono stati trattati negli articoli Intifada studentesca chiede la fine della cooperazione con Israele, Prospettive per uno Stato palestinese. Giochi Olimpici, anche se in altri termini, abbiamo parlato negli articoli: Evoluzione paralimpica, “Siamo complessivamente disattenti ai destini della montagna”, Una medaglia per la sostenibilità.