Una medaglia per la sostenibilità

Ogni quattro anni il mondo si prepara ai giochi olimpici. Al fermento si affianca però lo scetticismo per le conseguenze ambientali negative di un evento di tale portata. Le appena concluse Olimpiadi di Tokyo hanno però sfatato questo mito, aggiudicandosi una medaglia per la sostenibilità.

Di Ilaria Bionda, articolista di Agenzia di Stampa Giovanile

A Tokyo si sono da poco conclusi i trentaduesimi Giochi olimpici estivi che, ritardati di un anno a causa della pandemia, si meritano sicuramente una medaglia d’oro nella disciplina della sostenibilità.

Già da qualche anno, le Nazioni Unite hanno approvato una risoluzione, nella quale si comunica che lo sport può – e deve – facilitare lo sviluppo sostenibile. Di conseguenza, anche nel contratto firmato tra le città olimpiche e il Comitato Olimpico Internazionale (COI) viene sottoscritto l’impegno dei Giochi nell’ambito della sostenibilità. Un gran numero di studiosi si dimostra tuttavia scettico sugli effettivi risvolti sostenibili di un evento di tale portata; pertanto, è sempre necessario valutare a priori l’impatto della specifica edizione dei Giochi – in termini di impronta ecologica, ma anche sociale e economica – oltre che promuoverli come esempio e modello di sostenibilità. Le Olimpiadi, dunque, possono fungere da indicatore dell’impegno alla lotta al cambiamento climatico del paese ospitante.

Il Giappone ha sicuramente sfruttato questa occasione, organizzando un evento volto alla sostenibilità in ogni sua parte. Sono numerose, infatti, le azioni sostenibili messe in atto dal comitato organizzativo delle Olimpiadi di Tokyo, in termini soprattutto di materiali utilizzati e di energia.

In primis, le tanto ambite medaglie sono state realizzate interamente con materiali di scarto (quasi 80mila tonnellate), ricavati da più di 6 milioni di smartphone e da altre apparecchiature elettroniche, il tutto donato dai cittadini giapponesi nel corso degli anni passati.

Le medaglie dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020, realizzate con materiali riciclati

I podi sui quali gli atleti hanno ricevuto i loro premi sono anch’essi sostenibili: costruiti con plastica riciclata, principalmente raccolta dagli oceani. Queste pedane inoltre sono destinate ad avere una seconda vita: saranno utilizzate per scopi didattici e/o ritrasformati in imballaggi. Anche le attrezzature quali sedie, tavoli e strumenti elettronici mirano alla sostenibilità: sono stati noleggiati e verranno poi ricondizionati.

Le divise e le calzature indossate dai partecipanti sono un’altra prova di sostenibilità: tutto l’abbigliamento sportivo è a zero impiatto ambientale, prodotto in poliestere riciclato o in materiale derivato dalle piante.

Un altro simbolo delle Olimpiadi – ossia la fiaccola che porta in viaggio l’eterna fiamma olimpica, prima dell’accensione del braciere – è sostenibile. Oltre ad essere alimentata a idrogeno pulito, quindi non inquinante, la torcia è stata costruita con alluminio proveniente dagli alloggi temporanei costruiti dopo il terremoto del 2011.

La torcia olimpica delle Olimpiadi di Tokyo 2020, realizzata con materiale sostenibile

Gli scettici potranno però commentare che tutto ciò non basti a rendere le Olimpiadi sostenibili, in quanto uno dei problemi che solitamente emerge quando si parla di organizzazione dei Giochi è la questione della costruzione ex-novo di strutture destinate a cadere poi in disuso. Ciò non è accaduto a Tokyo, dove uno dei motti per queste olimpiadi è stato “non costruire”: tra i 43 impianti necessari, si contano 25 strutture già esistenti e 10 temporanee. Tutti gli edifici verranno presto trasformati in appartamenti, scuole e locali per servizi.
Gli alloggi del villaggio olimpico, invece, sono stati costruiti con legname donato da comuni giapponesi che si vedranno poi restituire il tutto. Anche i letti degli atleti sono stati assemblati in modo sostenibile: struttura in cartone e materassi in plastica, tutto esclusivamente riciclato. Materiali, questi, che consentono ai letti di essere anche più leggeri e, dunque, trasportabili con minore necessità di spazio e ridotte emissioni.

Il comitato organizzatore si è poi impegnato affinché le energie utilizzate durante i Giochi fossero sostenibili, l’obiettivo era infatti la neutralizzazione delle emissioni. Energia solare e a idrogeno sono state le più usate, anche per alimentare i mezzi di trasporto utilizzati dagli atleti.

Grazie a queste numerose azioni si può quindi assegnare alle Olimpiadi di Tokyo la medaglia d’oro alla sostenibilità che ha puntato a salvaguardare l’ambiente e le persone che lo abitano, come lo slogan stesso comunica: “Be better, together – for the planet and the people”.