La crisi climatica e i bambini

Discorso di Amanda Costa all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (28/08/2023), promosso da TheirWorld.

Traduzione di Nicolas Alvarez.

Buongiorno a tutti. Il mio nome è Amanda Costa e sono una giovane consulente per il Global Compact delle Nazioni Unite in Brasile, oltre che membro di Vozes Negras pelo Clima. Ho ricevuto l’importante incarico di condividere alcune riflessioni riguardo al cambiamento climatico e all’infanzia.

Secondo l’ultimo rapporto dell’UNICEF – Indice di Rischio Climatico dei Bambini, i bambini rappresentano un terzo della popolazione globale e sono i più colpiti dalle conseguenze dell’emergenza climatica. Quindi, per quale motivo non sono al centro delle notizie, delle discussioni e delle politiche pubbliche legate a questa crisi?

Oggi (28 agosto 2023, NdC) è anche stato lanciato il Commento Generale n. 26, che tratta dei Diritti dei Bambini e dell’Ambiente, con un focus speciale sul Cambiamento Climatico. Organizzando linee guida e formulando raccomandazioni, i commenti generali guidano i governi, le aziende, la società civile e il sistema giuridico ad agire per proteggere i diritti dei bambini e degli adolescenti, offrendo soluzioni per garantire che i bambini vivano in un mondo pulito, verde, sano e veramente sostenibile.

Pertanto, desidero mettere in evidenza tre proposte essenziali che la comunità brasiliana ha presentato per rafforzare questo documento, che sarà estremamente importante per la costruzione, lo sviluppo e la riflessione nel nostro dialogo:

  • Combattere il razzismo ambientale e promuovere la giustizia climatica: i bambini e gli adolescenti del Sud globale sono i più colpiti dalla crisi climatica e socio-ambientale causata dalle azioni e dalle omissioni dei paesi sviluppati e delle grandi aziende.
  • Garantire l’accesso alla natura, la sicurezza alimentare e l’acqua potabile per tutti i bambini: tutti i bambini devono avere il diritto a spazi verdi, specialmente nei centri urbani; inoltre, il diritto dei bambini alla sicurezza alimentare e all’acqua potabile è fortemente minacciato dal cambiamento climatico, che influisce negativamente sull’agricoltura e sull’approvvigionamento idrico.
  • Assistenza prioritaria per i bambini indigeni, quilombola e delle comunità tradizionali: questi bambini sono i più colpiti dalla deforestazione, dagli incendi, dall’estrazione mineraria illegale, dalla contaminazione da mercurio, dall’inquinamento atmosferico e dalle violazioni dei diritti territoriali.

Abbiamo constatato che le sfide sono enormi, ma credo che il potere di organizzazione, mobilitazione e finanziamento presente in questa stanza sia ancora più grande. È necessario uno sforzo locale, nazionale e internazionale per creare meccanismi di partecipazione e investimento di modo che l’infanzia dei bambini – in particolare quelli appartenenti ai gruppi più vulnerabili – non venga compromessa.

Purtroppo, ancora oggi molte istituzioni esitano a includere il clima nelle loro agende perché ritengono che sia necessario garantire prima i diritti fondamentali della prima infanzia. Tuttavia, vorrei ricordare in questa sede una cosa: combattere la crisi climatica è anche un modo per garantire i servizi di base!

Pensare alla sicurezza climatica significa riflettere su come possiamo sviluppare città, campagna e comunità sostenibili per le generazioni presenti e future. Ciò comporta la creazione di sistemi di trasporto di qualità, l’accesso ad acqua pulita, servizi igienico-sanitari di base, alloggi adeguati, un ambiente ecologico equilibrato, accesso al sistema sanitario, l’espansione di spazi per il tempo libero e la cultura, nonché la promozione dell’educazione ambientale nelle scuole, nei club e in altri luoghi di formazione.

Ieri (27/08/2023, NdC), all’apertura dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il Presidente Lula ha dichiarato che i bambini saranno le principali vittime dei cambiamenti climatici e delle disuguaglianze. Il presidente del Brasile, che presto assumerà la presidenza del G20, si è impegnato a non risparmiare alcuno sforzo per porre fine alle disuguaglianze nel nostro pianeta, per combattere la crisi climatica e per promuovere lo sviluppo sostenibile.

Ma ora mi chiedo: anche voi sarete impegnati in questa missione?

È necessario accelerare sulle politiche verdi, in modo da garantire la migliore infanzia possibile. I bambini vogliono vivere il “futuro verde” nel presente! Per farlo, è necessario:

  1. Aumentare gli investimenti in mitigazione, adattamento climatico e resilienza dei servizi chiave per i bambini, in particolare quelli che vivono nei paesi del Sud Globale.
  2. Promuovere l’educazione climatica ed ecologica legata alle culture e alle identità locali delle diverse infanzie, attraverso le Scuole Basate sulla Natura.
  3. Rafforzare i progetti creati da e per i giovani: non è sufficiente applaudire e dire di sostenere i giovani, ma è necessario rafforzare lo sviluppo istituzionale, ampliare il trasferimento di risorse e tecnologie e incoraggiare progetti realizzati in prima linea dalle organizzazioni di base.

L’Istituto Perifa Sustentável sta sviluppando “Clima de Quebrada“, un progetto di formazione razziale e climatica in una scuola pubblica di São Paulo. Abbiamo deciso di far parte della soluzione, ma abbiamo bisogno di supporto, risorse e investimenti per catalizzare il nostro lavoro.

Il punto è: il cambiamento climatico non viene più chiamato cambiamento climatico. Ora parliamo di crisi, emergenza e urgenza climatica. Ma questa preoccupazione non può limitarsi al discorso. Da oggi in poi, cosa siete disposti a fare nella pratica? Qual sarà il vostro impegno verso i bambini neri, indigeni e quelli appartenenti a gruppi vulnerabili?

Grazie!