Globetrotter, la newsletter che apre gli orizzonti

All’Istituto Tecnico Agrario A. Zoli di Atri, in provincia di Teramo, è stato avviato un interessante progetto di avvicinamento al giornalismo e all’informazione attraverso l’Educomunicazione, che comprende anche la realizzazione di una newsletter. Abbiamo intervistato la docente Carmen Morisi per farci raccontare qualcosa in più.

Di Ilaria Bionda

(Nella foto di copertina Mariasole, Roberta, Anasofia e Greta, la redazione di Globetrotter)

“I giornali sono cibo per i pensieri” è la citazione che ha spinto un gruppo di insegnanti dell’Istituto Tecnico A. Zoli, del paese di Atri, in Abruzzo, a iniziare con le proprie classi un percorso – inseribile nell’ambito dell’educomunicazione – di avvicinamento al mondo del giornalismo e dell’informazione, tramite la lettura di giornali e la creazione di una newsletter. Abbiamo avuto l’occasione di intervistare Carmen Morisi, docente di lingua inglese presso l’istituto, sul tema dell’educomunicazione e sul progetto in corso.

Come ha scoperto l’educomunicazione e in che modo la utilizza?

L’educomunicazione non si tratta, per me, di una scoperta recente. Ho studiato lingue, in particolare l’inglese, ed ero già entrata in contatto con quella che viene chiamata media education, che sposa perfettamente il concetto di educomunicazione. Trovo, però, l’idea dietro al vocabolo italiano più completa rispetto al termine anglosassone, perché pone un po’ più l’accento anche sull’aspetto sociale e sull’impegno civile, a differenza della media education più concentrata sul digitale. Fondamentalmente, però, nella mia mente le due cose si equivalgono e l’elemento fondamentale è quello di uscire dai libri di testo e andare oltre.

Ci racconta la genesi del percorso?

Il percorso è nato qualche anno fa, si chiama Il giornale in classe e prevede la lettura in aula di quotidiani e settimanali. È un progetto in continua crescita: ogni anno si aggiungono nuovi insegnanti, ognuno dei quali adatta i materiali analizzati e gli argomenti in base all’indirizzo degli studenti. Da quando hanno introdotto, in Italia, la materia della cittadinanza a scuola, abbiamo pensato “quale migliore strumento per parlare e fare cittadinanza dei giornali?”. Crediamo che leggere i giornali sia una buona abitudine da assumere, perché essi sono uno strumento importante di crescita sociale e civile. Tuttavia, non è solo un leggere i giornali, ma un informarsi utilizzando diversi mezzi, quindi anche ascoltare i podcast, consultare i siti istituzionali e le agenzie di stampa, tutto ciò che permette di rimanere informati in maniera sintetica ma da parte di professionisti. Da qui è emerso in maniera naturale, quasi spontanea, il desiderio di passare alla scrittura, e quindi di scrivere una newsletter, dopo aver imparato ad apprezzare il desiderio di condividere i pensieri e le cose in cui si crede.

Può considerarsi un unicuum, poiché un percorso tale ha preso piede in un istituto tecnico, forse ce lo si aspetterebbe di più da altri indirizzi…

Sono d’accordo, credo che il fatto che si tratti di un istituto tecnico va a rompere uno stereotipo rispetto agli ordini scolastici, specie in un momento così delicato per la nostra scuola. L’istituto comunque ha diversi indirizzi: enogastronomico, di legno e meccatronica, agrario… stiamo anche cercando di creare una piccola emeroteca, una raccolta di riviste a cui ci abboneremo per condividere con diversi indirizzi in classe.

La prima pagina della newsletter Globetrotter

Chi ha scelto il titolo della newsletter “Globetrotter”?

È stato il frutto di un brainstorming. Dopo aver cercato di spiegare e capire cosa fosse una newsletter, ognuno ha portato dei titoli, anche abbastanza fantasiosi e letterari, alcuni in italiano, altri in lingua. Alla fine, è stato scelto Globetrotter (in italiano Giramondo, ndr) perché rispecchia un po’ la nostra filosofia di guardare oltre il nostro ombelico, ampliare gli orizzonti. È stato poi votato a maggioranza, è piaciuto a tutti.

Quale periodicità pensate di far uscire la newsletter?

In realtà abbiamo pensato che quando saremo pronti usciremo, senza nessun particolare vincolo. Deve essere qualcosa di spontaneo, fatto da ragazzi e ragazze. Io posso correggere una virgola ma il resto deve essere tutto farina del loro sacco, anche la scelta degli argomenti, così si responsabilizzano. L’idea è quella di fare un’uscita indicativamente bimestrale o trimestrale, ma si vedrà.

Da dove vengono le idee per gli articoli?

Per il primo numero, partendo da una classe dell’istituto agrario, ci siamo concentrati su una delle tematiche che ci sta più a cuore: la sostenibilità. È stato facile, quindi, raccogliere argomenti sull’ambiente e sul cambiamento climatico perché in qualsiasi materia di indirizzo parliamo di queste cose. Per il prossimo numero sceglieremo un altro filo conduttore sulla base del quale scegliere poi gli argomenti. La nostra idea è di incentrarlo sulle donne.

Come si organizzano i ragazzi?

Per adesso è abbastanza facile perché tutti i membri della redazione, quattro ragazze, fanno parte della stessa classe e quindi non abbiamo problemi logistici. Io ho tre ore a settimana con loro e sappiamo che dedichiamo quella mezz’ora/ora ogni tot a questo fine. Abbiamo un foglio appeso al muro, con più o meno una scaletta, su cui ognuno propone un argomento, sempre però suscettibile di confronto e variazioni. Non ci siamo divisi i ruoli come un giornale, mi sembrava veramente una parodia, per ora sono quattro e quindi va bene così, magari in futuro ci si potrà pensare. Ci piacerebbe avere un fotografo, magari potremo crescere in questo senso.