Tech ex machina?
L’ascesa dell’educazione digitale, i suoi pro, i suoi contro e le possibilità di integrazione che creino equilibrio.
di Matteo Carlesso
Mentor: Alessandro Graziadei
–
La tecnologia promette di democratizzare. Lo si vede nei social network dove, davanti a uno schermo, qualsiasi persona si sente padrona di un’opinione che trova spazio per una discussione. Questo periodo di promesse tecnologiche non si limita a cambiare il modo in cui comunichiamo ma si estende con ambizione verso il settore educativo, promettendo di rendere la conoscenza universalmente accessibile a chiunque disponga di un dispositivo connesso a Internet. Ma quale impatto ha questa rivoluzione digitale sull’educazione?
Una tendenza in crescita
Con un mercato dell’EdTech valutato a 254,80 miliardi di dollari nel 2021 e previsto per raggiungere i 605,40 miliardi di dollari entro il 2027, si evidenzia una tendenza in crescita verso l’adozione di strumenti digitali nell’istruzione.
Nel 2017, la Svezia ha avviato un profondo processo di riforma nel settore educativo, orientandosi verso una maggiore digitalizzazione. L’obiettivo di questa iniziativa strategica era quello di preparare gli studenti ad affrontare efficacemente le sfide e a sfruttare le opportunità offerte da una società in rapida evoluzione tecnologica. Implementando l’alfabetizzazione digitale in tutto il curriculum, investendo nella formazione degli insegnanti e migliorando le infrastrutture IT, così come promuovendo l’equità nell’accesso alla tecnologia, la Svezia mirava a fornire agli studenti gli strumenti necessari per navigare con successo nel contesto digitale.
O un’inversione di tendenza?
Tuttavia, con l’avvio dell’anno scolastico 2023, si è verificata una significativa inversione di tendenza. Le istituzioni educative svedesi hanno optato per un ritorno a metodi didattici più tradizionali. Questo cambiamento di direzione è stato motivato dalle preoccupazioni relative all’impatto che una forte enfasi sulla digitalizzazione potesse avere sulle competenze basiche degli studenti. Si è osservato, infatti, un calo nelle performance di base dal 2016, suggerendo la necessità di una revisione dell’approccio didattico. La Ministra dell’Istruzione svedese, Lotta Edholm, ha sottolineato l’importanza di incrementare l’uso di materiali didattici cartacei per potenziare l’apprendimento. Di conseguenza, il governo ha annunciato l’intenzione di eliminare l’obbligo di utilizzo dei dispositivi digitali per i bambini al di sotto dei sei anni, segnando un passo importante verso un equilibrio più armonico tra educazione digitale e tradizionale.
I vantaggi della digitalizzazione dell’istruzione
L’esperienza svedese ci insegna che il fattore umano è e deve rimanere il primo elemento fondamentale nell’educazione affinché il digitale possa diventare un appoggio alla persona e non un elemento sostitutivo. Secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD), gli strumenti digitali nell’educazione possono personalizzare l’apprendimento, adattandosi ai bisogni individuali degli studenti e promuovendo un’istruzione inclusiva e accessibile.
La collaborazione e la comunicazione tra studenti e insegnanti possono trascendere i confini geografici, facilitando scambi culturali precedentemente inimmaginabili. Questa nuova era di apprendimento collaborativo si riflette in iniziative come il programma Digital India, che mira a potenziare l’alfabetizzazione digitale e l’accesso all’istruzione nelle zone rurali e remote dell’India. In aggiunta, studi hanno dimostrato che la gamification (ossia imparare attraverso il gioco), può migliorare i risultati educativi del 45,45%, percentuale che sale fino al 60,67% quando combinata con la lettura. Inoltre, il 96% degli insegnanti ritiene che la tecnologia abbia un impatto positivo sulla partecipazione attiva degli studenti, con il 56% che osserva un netto aumento dell’impegno degli studenti.
Questione di equilibrio e integrazione
Pare evidente che l’integrazione della tecnologia nell’educazione rivela una complessità di impatti sia positivi che negativi, delineando un futuro che richiede una attenta riflessione critica. La questione, infatti, non è solo sulla tecnologia in sé ma, soprattutto, su come questa tecnologia viene utilizzata tra i banchi di scuola. Non si tratta di sostituire integralmente carta e penna con dispositivi digitali, bensì di integrare questi strumenti alla prassi educativa tradizionale, in modo da potenziare il valore del capitale umano. In questo equilibrio sinergico, la tecnologia diventa un amplificatore delle potenzialità educative, non un sostituto dell’interazione umana e dell’apprendimento tradizionale.
Riconsiderare il ruolo della tecnologia è dunque fondamentale per superare le problematiche e le perplessità emerse negli ultimi anni. L’esposizione costante a schermi e dispositivi digitali pone inoltre questioni relative alla salute fisica e mentale degli studenti, sottolineando l’importanza di trovare un equilibrio tra l’uso della tecnologia e il benessere psicofisico. Questa sfida richiede una nuova consapevolezza sull’utilizzo di tali strumenti, educando genitori, studenti, studentesse e insegnanti a non percepire il cambiamento come una minaccia apocalittica, ma piuttosto ad affrontarlo consapevolmente, valutandone pregi e difetti. È essenziale riconoscere i momenti in cui l’entusiasmo per la tecnologia si trasforma in una corsa cieca e incontrollata verso una disumanizzazione, a favore di una strategia che favorisca l’adattamento e l’integrazione con una realtà in continua evoluzione, sulla quale stiamo ancora riflettendo e costruendo.
Digitalizzazione e democratizzazione
Certamente, la democratizzazione dell’educazione che la tecnologia promette di portare non è raggiungibile senza una democratizzazione della tecnologia stessa. Durante la pandemia Covid-19, l’accesso limitato alla tecnologia è stato un ostacolo maggiore per molti insegnanti e studenti, evidenziando un divario digitale che ancora persiste. Inoltre, la transizione all’educazione online ha esposto gli studenti a sfide uniche, con coloro provenienti da famiglie a basso reddito che hanno subito un impatto maggiore nel passaggio all’istruzione online.
Un futuro educativo equilibrato richiede un dialogo continuo tra policy maker, educatori, genitori e studenti, insieme a politiche statali inclusive e sostenibili che garantiscono l’equità nell’accesso e nell’uso della tecnologia educativa.
Per approfondire
Di scuola ed educazione abbiamo parlato anche in questi articoli: Quale leadership per trasformare l’educazione e la scuola, La scuola che cambia, Una certa idea di scuola.