Quale leadership per trasformare l’educazione e la scuola
Tra i panel dell’evento “Leadership per il cambiamento”, tenutosi a Parma il 16 dicembre, ve n’è stato uno incentrato in particolare sulla tematica della leadership in ambito scolastico, dal titolo “Nuova Leadership e changemaking: il ruolo trasformativo dei docenti e dirigenti per trasformare l’educazione”.
di Ilaria Bionda
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Durante l’evento “Leadership per il cambiamento”, svoltosi a Parma il 16 dicembre, si è tenuto anche un panel focalizzato sulla leadership per trasformare l’educazione e la scuola, con la moderazione di Ludovica Tramontin, Project Manager di Ashoka Italia. Sono intervenuti Alessandra Rucci – dirigente scolastica liceo Galilei di Ancona; Aluisi Tosolini – direttore scientifico di CASCO learning; Francesca Storai – ricercatrice di INDIRE; Matteo Spreafico – founder di School Innovation Lab e giovane Changemaker.
Il panel è stato una chiacchierata sul significato di nuova leadership per il cambiamento nell’educazione e nella scuola. Come ha introdotto Tramontin, “Sulla tematica della leadership educativa ci sono tantissime definizioni in letteratura” e, per questo motivo, si è voluto comprendere di cosa si tratti dal punto di vista di profili professionali diversi.
Francesca Storai considera fondamentale che la leadership in ambito scolastico sia “condivisa e che preveda la partecipazione degli studenti, anche per una maggiore responsabilità nei confronti della scuola”. Per la ricercatrice, le aree fondamentali della leadership sono: problem solving, decision making con responsabilità e condivisione delle competenze, tra cui quella fondamentale della collaborazione.
Anche per Aluisi Tosolini la leadership è collegata al concetto di responsabilità, oltre che a una serie di valori condivisi: “Occorre che il leader lavori sui valori propri dell’istituzione scolastica, occorre che sia un intellettuale sociale e che crei dei contesti dove, poi, le persone assumono responsabilità e fiducia”. Il Direttore di CASCO Learning ha poi sottolineato che “quando si parla di comunità dell’educazione non ce ne sono due, ma solo una. Pertanto quando si ripensa la scuola, lo si deve fare insieme agli studenti”. Fondamentale, dunque, il concetto di “insieme” per dare vita a una comunità di apprendimento funzionale al cambiamento.
Alessandra Rucci, invece, ha definito la nuova leadership come “una forza capace di produrre cambiamento”, soprattutto nelle istituzioni scolastiche che sono ancora “culturalmente molto rigide”; l’obiettivo risulta, quindi, quello di modificare il modello di apprendimento, farlo evolvere di modo che comprenda “le competenze trasversali che servono a far fronte alla complessità, le competenze metacognitive e gli aspetti affettivi dell’apprendimento”. Sempre Rucci ha elencato le caratteristiche di questa nuova leadership: distribuita, in equilibrio tra formalità e informalità, che metta al centro il discente e dia voce agli studenti, che diventi strutturale. Importante è anche, di conseguenza, il giusto processo formativo di questa leadership: “Il dirigente scolastico è un creatore di contesti e fonte di ispirazione per gli insegnanti”, un leader che è “motore di energia”.
Anche Matteo Spreafico ha sottolineato l’importanza, per chi assume posizioni di leadership, dell’ascolto degli studenti che “non sempre si sentono ascoltati e valorizzati dalla propria scuola, al contrario devono essere coinvolti anche nella progettazione”. Fondamentale, per il giovane changemaker, è “il cambio di prospettiva da parte dei docenti, per permettere lo sviluppo educativo dei ragazzi e delle ragazze su determinate tematiche che fanno fatica a entrare nelle scuole”. Gli studenti, dunque, non devono essere considerati solamente “un punto di arrivo” ma degli “stakeholder coinvolti nel processo, parte integrante della comunità educante”.