La soddisfazione dei paesi sud-europei con l’UE
La fratellanza tra i paesi sud-europei ha radici profonde che si intrecciano con la storia e la cultura, ma anche con le sfide economiche e politiche condivise. L’appartenenza all’Unione Europea è stata benefica: un’identità che ha permesso l’unione di un intero continente sotto ideali comuni, ma critica per il rapporto difficile tra diversità e conservazione dell’identità nazionale. La prospettiva è in evoluzione.
di Maddalena Volcan
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“Noi non siamo marionette nelle mani dei politici e dei banchieri.” Era questo lo slogan dei movimenti sociali di cittadini, che a partire dal 2011 protestavano nei paesi del Mediterraneo di fronte alla grave crisi economica e finanziaria.
Una crisi destabilizzante per l’Europa, non solo dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista sociale, che ha creato una crepa tra Nord e Sud di cui vediamo ancora oggi le cicatrici. Paesi come Portogallo, Spagna, Italia e Grecia hanno dovuto affrontare insieme le conseguenze di politiche di austerità imposte dall’Unione Europea e questo ha creato una sorta di coesione sulla comune esperienza di difficoltà e sul desiderio di superarle insieme. Una vicinanza, radicata nella storia comune e nelle culture affini, ma esasperata dall’antitesi alle istituzioni europee.
“Union in diversity”: il motto dell’UE
Le differenze culturali all’interno dell’Europa sono evidenti e sono l’origine della diversità e della ricchezza culturale del continente, nonché parte dell’identità europea. L’unione del continente è nata proprio dalla necessità di superare le profonde divisioni storiche e di costruire una realtà comune basata sulla solidarietà e sulla collaborazione. Dalle profonde divisioni e dai traumi storici, evidenti nelle due guerre mondiali che hanno segnato il Novecento, la creazione di una nuova realtà europea è diventata una necessità collettiva transnazionale.
Anche se le diversità nazionali persistono, l’Unione Europea celebra e protegge la ricchezza culturale del continente, promuovendo l’unità attraverso valori comuni e tutelando le diversità locali. Un esempio emblematico è quello della Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol, dove le diversità e minoranze linguistiche sono protette anche grazie a interventi e finanziamenti europei.
La solidarietà tra i paesi mediterranei, come Italia, Spagna e Grecia, è profonda e radicata nella storia e nella cultura condivisa. Questa fratellanza, che risale ai tempi antichi e si manifesta nelle similitudini culturali e culinarie, non costituisce un ostacolo all’integrazione europea, ma piuttosto contribuisce a rafforzare i legami tra questi paesi all’interno dell’Unione Europea.
I dati dell’Eurobarometro
I recenti dati dell’Eurobarometro, lo strumento europeo per la ricezione delle opinioni dei cittadini dell’UE tramite i sondaggi, indicano un aumento della soddisfazione dei cittadini europei verso l’Unione Europea, inclusi i paesi sud-europei.
A partire dal 2015 si è registrato un costante aumento della soddisfazione verso le istituzioni europee e per la partecipazione all’Unione Europea, con i tassi più bassi in Spagna, Grecia e Francia. Dopo le elezioni del 2019, si è registrato il più alto tasso di soddisfazione verso l’UE dal 1983, con il 68% dei cittadini europei che segnalano fiducia verso l’Unione Europea.
Nel questionario del 2024 “Use your vote: countdown to the 2024 European elections” (Usa il tuo voto: conto alla rovescia verso le elezioni europee 2024), i dati sulla soddisfazione verso l’UE sono positivi. Il 65% dei cittadini ritiene che l’appartenenza del proprio paese all’Unione Europea sia importante e il 71% pensa che il proprio paese, in generale, abbia generalmente beneficiato dall’appartenenza all’UE. Questa tendenza positiva si riscontra anche nei paesi mediterranei, dove il Portogallo e la Spagna si distinguono per la soddisfazione generale, seguiti da Grecia e Italia. Tuttavia, quest’ultima mostra uno dei tassi più bassi riguardo all’importanza dell’appartenenza all’UE e relativamente ai benefici ad essa correlati.
E’ interessante notare come generalmente il sentimento di mancanza di rappresentazione sia diffuso, sia in Europa che nei paesi mediterranei: i cittadini hanno la sensazione che la propria voce non conti, né nell’UE, ma soprattutto neppure nel proprio paese. Inoltre, la soddisfazione verso l’UE è in aumento, specialmente dove la democrazia nazionale è percepita come più debole.
La minaccia dell’euroscetticismo
Tuttavia, l’euroscetticismo continua a rappresentare una sfida. Le critiche all’Unione Europea sono le più disparate, ad esempio si rimprovera alle istituzioni europee di essere un’élite distante dai cittadini e si critica la gestione delle crisi economiche. Mentre in passato l’Europa godeva di un ampio consenso, negli ultimi anni si è registrato un aumento dell’euroscetticismo, alimentato da questioni legate all’identità nazionale e ai valori tradizionali.
Diverse istituzioni europee specificano che i partiti euroscettici si possono trovare in entrambe le famiglie dei partiti radicali; sono partiti populisti, che si oppongono ad alcuni aspetti specifici dell’integrazione europea, o più radicalmente all’intero progetto europeo.
L’euroscetticismo trae le sue radici dal riaffiorare di questioni legate all’identità e alla diversità dei valori sociali e nazionali. Le argomentazioni si sviluppano principalmente nell’ambito socioeconomico: l’Europa viene percepita come una minaccia all’identità nazionale e la diversità come un ostacolo all’unità nei valori sociali tradizionali. I partiti populisti accusano l’Unione Europea di essere un organo elitista, carente di legittimità e trasparenza democratica, il che si riflette nell’incapacità dei cittadini di far sentire la propria voce.
La critica all’integrazione europea non è soltanto politica, ma anche economica. Nonostante l’economia sia stata la pietra angolare della fondazione dell’Unione Europea, la crisi economica del 2008 ha dimostrato che l’Europa non è immune da problemi, con la crisi del debito pubblico che ha causato notevoli squilibri nell’UE.
Essere europei oggi
Cosa vuol dire oggi essere europei, in particolare nei paesi del Mediterraneo? Significa avere un’identità nazionale ricca e variegata, ma sapendo di appartenere ad un progetto comune di integrazione continentale. Significa poter coltivare e far crescere la ricchezza nazionale e locale, grazie ad un progetto di unione e collaborazione continentale. Affrontare l’euroscetticismo richiede un impegno maggiore da parte dell’UE e delle istituzioni nazionali nell’offrire servizi e vantaggi tangibili ai cittadini. È fondamentale comunicare il valore dell’Europa non solo a livello internazionale, ma anche a livello personale, dimostrando concretamente i benefici dell’appartenenza all’Unione Europea.
L’importanza del voto
Un modo per fare ciò è votare direttamente i propri rappresentanti al Parlamento europeo, come si farà tra il 6 e il 9 giugno prossimi (in Italia l’8 e il 9 giugno). Votare è un nostro diritto, ma anche un nostro dovere: ci permette di esprimere noi stessi e le nostre aspettative verso il futuro, di fare in modo che i nostri diritti e le nostre libertà vengano rispettate. Votando abbiamo la possibilità di far sentire la nostra voce: abbiamo quindi la responsabilità di usare questo potere, soprattutto nelle prossime elezioni.
Queste sono fondamentali, perché determineranno le decisioni europee dei prossimi cinque anni. Un periodo critico dal punto di vista diplomatico, ma soprattutto nella prospettiva della crisi climatica. Abbiamo bisogno di maggiore azione politica ed istituzionale per rallentare la crisi climatica e votare alle elezioni del Parlamento europeo di giugno potrebbe dimostrarsi essere la decisione più sostenibile che chiunque possa prendere nei prossimi anni.
Quindi, non perdiamo questa possibilità: esercitiamo i nostri diritti per il nostro presente, ma soprattutto per il nostro futuro.
Per approfondire
L’attuale tematica delle elezioni europee dei prossimi 8 e 9 giugno è stata trattata negli articoli
“La scelta è tua”: una voting app per le europee e Breve guida per le prossime elezioni europee.