Oltre agli accordi, connessioni tra giovani

Cooperazione. Cooperare significa agire insieme, con fini mutualistici e non speculativi, per la realizzazione di un progetto o il conseguimento di un fine. E quale migliore opportunità per sperimentare sulla propria pelle questo concetto, se non alla Conferenza ONU sui Cambiamenti Climatici (COP)?

di Giulia De Nadai, articolista dell’Agenzia di Stampa Giovanile

Era il nostro primo giorno di COP24 quando, nel bel mezzo di un corridoio tre ragazzi cinesi ci hanno fermato per una veloce intervista sulle politiche ambientali. Dopo questa breve parentesi pensavamo che la nostra collaborazione sarebbe terminata, ma ci sbagliavamo. I nostri coetanei asiatici ci hanno infatti contattato in seguito, invitandoci al side event “Youth Climate Action” da loro organizzato che si sarebbe tenuto qualche giorno dopo nel padiglione cinese. I temi su cui ci saremmo insieme concentrati erano appunto i concetti di cooperazione e di educazione ambientale siccome siamo alla Conferenza delle Parti per l’ambiente.
L’evento è stato suddiviso in due parti: la prima ha visto gli interventi di varie personalità cinesi che hanno sottolineato l’importanza della consapevolezza dei giovani, in particolare cinesi, riguardo l’educazione ambientale e le politiche energetiche. In un secondo momento, invece, la discussione si è fatta più dinamica e partecipativa anche da parte del pubblico, grazie all’introduzione di due panel discussions e vari ospiti. Come primo argomento è stato chiesto agli invitati di esporre la propria visione su come i giovani affrontano i cambiamenti climatici, sia in contesto accademico che sociale. La parte conclusiva del side event, invece, ha visto partecipare giovani ragazzi provenienti da diverse zone del mondo. I paesi rappresentanti sono stati Cina, Giappone, Malesia, Kenya, Svizzera, USA e Italia, di cui io ero portavoce. Una delle domande posteci faceva proprio riferimento ai due temi cardine della sessione e chiedeva di raccontare la nostra esperienza di collaborazione legata al contesto dell’ambiente.
L’avventura della COP24 mi ha permesso di prendere parte a tale episodio per la prima volta nella vita. Parlare davanti ad un pubblico così variegato in termini di provenienza, età, sesso e cultura, mi ha inizialmente messo un po’ in soggezione, poiché non mi sentivo pronta per rappresentare i miei amici con cui sto vivendo questa COP, e più in generale i giovani italiani. Ma, subito dopo aver iniziato a conversare con gli altri giovani delegati, l’agitazione se n’è andata lasciando spazio alla voglia di dialogare e spiegare i motivi per cui siamo qui e crediamo nell’importanza della cooperazione . Potrà sembrare scontato e banale ma il semplice scambio di idee e opinioni su temi così salienti con altri ragazzi provenienti da realtà diverse, permette di creare connessioni profonde e di vedere le stesse tematiche sotto vari punti di vista.

Personalmente credo che anche le cose più piccole abbiano un grande effetto, di cui molte volte neanche ci rendiamo conto. Mi ha colpito positivamente, per esempio, il fatto che alcuni ragazzi abbiano speso anche solo qualche minuto del loro tempo alla fine del side event per fermarsi a scambiare due parole con me e gli altri ospiti. E’ grazie a questo tipo di esperienze che possiamo realmente capire il rilievo che hanno le nostre azioni. Da una semplice intervista nei corridoi, siamo arrivati a partecipare ad un intero evento: questi sono gli effetti della cooperazione!