Giustizia climatica nelle città brasiliane – un riassunto

Un breve riassunto della situazione della giustizia climatica in diverse città brasiliane. 

Di Amanda Costa

Traduzione di Ilaria Bionda

Ciao mie bellezze climatiche 🙂

Partecipare alla COP27 in Egitto si sta rivelando un’esperienza molto intensa. Ci sono eventi, incontri, problemi, caffè con gli amici, pause, caffè con finanziatori, il desiderio di strappare la testa dal collo dei pessimi uomini egiziani e l’enorme gioia di essere qui, in uno spazio che riunisce i più importanti leader del mondo. 

Avrete capito che si tratta di un’esplosione di sentimenti, giusto? 😂

A causa del mio lavoro come Ambasciatrice della gioventù dell’ONU e Direttrice esecutiva dell’Istituto Perifa Sustentavel, sono stata invitata dal Segretario delle Relazioni Internazionali di San Paolo, Marta Suplicy, a partecipare a un evento del padiglione ICLEI – Local Governments for Sustainability. Ho accettato perché so che le città sono una parte fondamentale del processo e vorrei vedere la giustizia climatica emergere dal discorso ed essere realmente implementata!

Secondo Nabil Bonduki, l’85% della popolazione brasiliana vive in aree urbane. Molte delle nostre città stanno già subendo gli impatti della crisi climatica e le conseguenze sono di molto peggiori nelle periferie e nei bassi fondi. 

Adesso vi chiedo, miei cari lettori:

Come fare in modo che tematiche come l’adattamento, la mitigazione e la resilienza smettano di essere solo concetti e vengano realmente implementate?

Parlare di giustizia climatica non è parlare di scienza missilistica! Questo argomento riguarda:

  • garantire i diritti base,
  • affrontare le diseguaglianze,
  • crescere economicamente e generare green jobs
  • mettere in atto misure di adattamento per le città al fine di affrontare la crisi climatica con un focus sulla lotta al razzismo ambientale.

E non è possibile che a guidare la narrazione siano solo uomini bianchi eterosessuali e cisgender! Giusto?!

Queste persone sono state al potere per molto tempo e non hanno trovato soluzioni efficaci per la società, poiché hanno servito solamente un gruppo specifico: i privilegiati dal sistema capitalistico e patriarcale della supremazia bianca. Con il passare del tempo abbiamo visto il mantenimento di un sistema che riproduce una logica razzista, sessiasta e classista, che ha peggiorato le ineguaglianze sociali e la marginalizzazione di neri, poveri, indigeni, di chi abita nelle periferie, dei quilombo e dei riverine.

Caro lettore, vieni con me e oscurerò alcune domande:

Il nostro Brasile è stato costruito su una logica centro-periferia, che significa che le persone delle periferie spendono ore ed ore schiacciati nei mezzi di trasporto per arrivare nei centri e così avere accesso a lavoro, educazione di qualità e svago. ciò ha innescato un ingrossamento dei grandi centri urbani e ha privilegiato una città basata sugli interessi del capitale ($$$).

“Sono le persone simili a me, ossia nere e di periferia, che si vedono negare i propri diritti, nel contempo essendo privati della possibilità di godere dei propri benefici, come trasporti pubblici di qualità e spazi culturali, sociali e di svago”.

Questa dinamica fa sì che le persone che occupano la base della piramide sociale siano costantemente “gettate” ai confini delle città e delle regioni metropolitane delle città vicine, occupando luoghi come pensii, argini, dighe, boschi, cime collinari e altri spazi a rischio che, tecnicamente, dovrebbero essere lasciati per la conservazione ambientale.

DOBBIAMO ROMPERE QUESTA LOGICA!

è fondamentale che vengano sviluppate iniziative trasversali, attraverso una politica urbana e abitativa costruita in maniera integrata con l’agenda ambientale. 

La gioventù nera e delle periferie, che vive questa logica quotidianamente, DEVE divenire protagonista non solo negli spazi dedicati alla comunicazione, ma anche nel decision making, di progetti di sviluppo sostenibile per i loro territori!

Sono consapevole che è un sogno veramente grande, ma essendo una bilancia di segno zodicale, ho imparato a sognare 

Sogno di quando il mio posto, Brasilandia, sarà un luogo sostenibile.

Ma essere romantici appassionati non significa essere ingenui! So che questo sogno può diventare realtà, ma per questo è necessaria una nuova governance articolata su tre livelli di potere (municipale, statale e federale) con il settore privato, i movimenti sociali, l’università e il terzo settore coinvolti nella costruzione di un progetto di sviluppo urbano per una trasformazione territoriale sostenibile.

E prima che chiunque possa puntare il dito e criticare, devo dire che: lo stiamo già facendo succedere! Clicca qui e scopri la mappatura di partecipazione che ha fatto l’Instituto Perifa Sustentável in collaborazione con Instituto Pólis, Alma Preta Jornalismo, Comunidades Vivas e USP! 🙂