Come trasformare l’educazione
Venerdì 16 dicembre a Parma si è tenuto “Leadership per il cambiamento”, un evento organizzato dal Comune di Parma e da Ashoka Italia incentrato sulla trasformazione dell’educazione.
di Ilaria Bionda
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Nella suggestiva cornice del Palazzo del Governatore a Parma, venerdì 16 dicembre 2022, è andato in scena Leadership per il cambiamento. Essere, diventare e saper gestire la trasformazione dell’educazione, un evento nato dalla collaborazione tra Ashoka Italia e il Comune di Parma. Al centro di questa giornata di confronto la tematica della trasformazione dell’educazione con l’obiettivo di – come è emerso dalle parole iniziali di Luca Solesin, Programme Manager di Ashoka Italia – “rendere le scuole un posto migliore per tutti, per una società più equa e giusta”.
La giornata si è aperta con i saluti istituzionali di Ashoka Italia, con il direttore Federico Mento, e del Comune di Parma con Lorenzo Lavagetto, vicesindaco, Caterina Bonetti, assessora ai servizi educativi, e Beatrice Aimi, assessora alla comunità giovanile. Da queste prime voci è emersa la necessità di un cambiamento del sistema educativo che, al momento, si trova in una “crisi identitaria”, partendo dal punto di vista dei giovani, che ne sono i protagonisti, oltre che una leva per guardare avanti.
L’ispirazione per questo evento viene dal Transforming Education Summit, un incontro tra i leader del mondo educativo organizzato dall’ONU e dedicato all’educazione e alla scuola, tenutosi a settembre 2022 a New York, in cui si sono trattate tematiche affini ed è emersa l’importanza di uno sforzo collettivo per raggiungere risultati concreti. A questo proposito, a Parma, si sono susseguiti tre interventi che hanno portato punti di vista diversi, ma integrati tra loro.
Cristina Grieco, presidente di INDIRE – Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa, intervenuta da remoto, ha sottolineato l’importanza di fornire, sin dalla scuola, strumenti “per continuare in maniera autonoma a formarsi e ad aggiornarsi rispetto alle competenze necessarie per entrare e rimanere nel mondo del lavoro, oltre che per esercitare il diritto di cittadinanza in maniera consapevole”. Il modello educativo deve dunque evolversi verso una certa dinamicità e, per indirizzare questo cambiamento, è importante una leadership che sia consapevole della meta e promuova il percorso per raggiungerla, tramite momenti di confronto ed eliminazione dei divari.
Patrizio Bianchi, già Ministro dell’Istruzione con il governo Draghi e attualmente UNESCO Chair “Education, growth, equality” presso l’Università di Ferrara, ha posto il punto sull’educazione di qualità, considerata il perno degli obiettivi dell’Agenda 2030, tramite la quale è possibile comprendere tutta la serie di obiettivi, vederli come un tutt’uno e legarli tra loro: “Il senso dell’educazione di qualità è far capire alle persone che non sono sole al mondo”. La scuola è “il motore della società” e quella del futuro, per Bianchi, deve fornire i tre elementi fondamentali per gestire la complessità: skills, ossia abilità, dexterity, ossia manualità, e judgement, ossia acquisizione e cumulazione di competenze. Il mestiere del leader, secondo l’ex ministro, è quello di “dimostrare che si può cambiare, senza paura”.
Pietro Corvari, membro di SDG4 Youth Network e Mentor Changemaker di Gen C, ha portato, nel suo discorso, una serie di punti su cui riflettere in ambito scolastico, rispondendo alla domanda: “Perché i giovani devono essere coinvolti?”. Importanti sono, dunque, il contesto dei giovani, il processo che va innovato, il diritto allo studio come accesso a educazione di qualità, gli strumenti forniti, gli argomenti trattati (da ampliare su più fronti), le competenze approfondite, le possibilità offerte, la partecipazione garantita, l’incentivazione e la creazione di reti.
Nell’ultimo incontro della mattinata poi è andato in scena il panel Nuova Leadership e changemaking: il ruolo trasformativo dei docenti e dirigenti per trasformare l’educazione in cui sono intervenuti Alessandra Rucci – dirigente scolastica liceo Galilei di Ancona; Aluisi Tosolini – direttore scientifico di CASCO learning; Francesca Storai – ricercatrice di INDIRE; Matteo Spreafico – founder di School Innovation Lab e giovane Changemaker, moderati da Ludovica Tramontin, Project Manager di Ashoka Italia.
Durante questo momento ci si è interrogati su cosa sia la nuova leadership per il cambiamento. Dalle parole di Rucci è emersa la necessità di cambiare il modello educativo poiché quello presente, nella sua rigidità, non è più adatto, poiché “la scuola è ancora legata ai contenuti del sapere e meno all’importanza dei bisogni che servono nel mondo odierno. Mancano le competenze trasversali”. Tosolini, invece, ha legato il concetto di leadership a quello di responsabilità, sulla base di valori condivisi. In un secondo momento sono state approfondite le caratteristiche di questa leadership. Per Storai le aree ad essa legate sono il problem solving, il decision making e la condivisione di competenze tra cui quella importante della collaborazione. Spreafico ha poi sottolineato la necessità di un cambio di prospettiva da parte dei docenti per permettere lo sviluppo educativo di ragazzi e ragazze.
Nel pomeriggio sono andate si sono tenute cinque sessioni parallele, ognuna dedicata a uno degli Action Track, ossia le linee di azione nell’ambito della trasformazione educativa proposte durante il Transforming Education Summit. Le tematiche trattate, in forma laboratoriale, sono state suddivise in questi incontri:
- Istruzione inclusiva . Come il lavoro di rete genera progetti di implementazione delle life skills negli adolescenti
- “Under pressure” – competenze, attitudini, valori. Cosa ci identifica veramente?
- Insegnamento come professione collaborativa
- Affrontare la trasformazione digitale
- Scuola futura. Come progettare il futuro e fornire alle scuole le risorse necessarie.
Nel momento finale della giornata vi è stata una prima restituzione dei tavoli di lavoro, da cui sono emerse tematiche molto interessanti: dal benessere legato a un ambiente sano all’interno della scuola, alla necessità dell’ascolto attivo e della gestione collaborativa delle difficoltà, dal fallimento da vedere come opportunità di successo, alla necessità di dare ai giovani delle “bussole” per orientarsi poi in autonomia, dal ruolo dei docenti nell’accogliere le sfide degli studenti, al protagonismo di questi ultimi, sino alla condivisione necessaria per un cambiamento sistemico.
In ultimo, un riassunto del significato di questa giornata, una riflessione sulla desiderabilità del cambiamento e sulla sua modalità. L’obiettivo centrale da raggiungere si è riscontrato nel benessere a scuola, nel fare in modo che bambini e bambine, ragazzi e ragazze la possano frequentare a proprio agio. Per questo risulta fondamentale “dare voce, potere, possibilità di sbagliare e di valutarsi”.