Circolo climatico: sesto e ultimo incontro tra attivismo e buoni propositi

Mercoledì 16 novembre si è tenuto l’ultimo incontro di Circolo Climatico. Si sono susseguiti ricchi momenti di dialogo e confronto, conclusi con tanti buoni propositi per il futuro.

Di Redazione

Il MUSE – Museo delle Scienze ha ospitato, mercoledì 16 novembre, anche l’ultimo incontro di Circolo Climatico. Le due ore si sono aperte con la compilazione, da parte dei partecipanti, della Carta della Responsabilità: una sorta di contratto con sé stessi a proposito di azioni pro-ambientali che ci si impegna a mettere in atto. Le voci di ragazzi e ragazze hanno riportato un certo interesse per questo “documento”, soprattutto per soffermarsi su atteggiamenti e idee mai prese prima in considerazione, oltre che come strumento di motivazione, per sé stessi e per gli altri.

Hanno poi preso parola gli esponenti del movimento internazionale Extinction Rebellion (XR), nato a Londra e oggi diffuso in tutto il mondo, frutto dell’idea di cambiare la situazione attuale in cui ci troviamo a causa del cambiamento climatico. Giovanni ha accennato alla storia e alle attività del movimento, che presenta principalmente tre richieste per i governi: dire la verità, ossia dichiarare lo stato di emergenza climatica; agire ora, riducendo nell’immediato le emissioni di Co2 e fermando la distruzione degli ecosistemi; aggiornare la politica, dando potere alla popolazione e rinnovando la democrazia, anche con le cosiddette “Assemblee di cittadini” con potere deliberativo, che rappresentino tutte le fasce d’età e di reddito, i generi e le professioni.

Tra i principi di XR vi sono la riflessione, l’apprendimento e la disobbedienza civile non violenta, con ispirazione proveniente dai grandi movimenti del passato. Gli attivisti di questo movimento mettono in atto azioni di disturbo che non possono essere ignorate dalla politica e dai media, guidati dalla perseveranza e dallo spirito di sacrificio. L’obiettivo è quello di fare massa poiché, secondo alcuni studi, per fare in modo che un movimento sia efficace deve coinvolgere il 3,5% della popolazione attiva, una cifra che sembra esigua ma che, in realtà, è difficile da raggiungere. Dal 2019 XR è presente anche in Trentino, dove ha svolto azioni di protesta sul ghiacciaio del Presena, protetto da teli ma solo per fini sciistici, e durante il Festival dell’Economia, ottenendo una forte eco mediatica.

In un secondo momento è intervenuta Elena di Clima3T, associazione dedita a cercare di ridurre l’impatto dell’Università di Trento, nata da uno spunto arrivato dall’Università della California che è riuscita in due anni a ottenere successi nell’ambito. L’obiettivo è quello di lavorare partendo dal basso sulla base delle tre T appartenenti al nome: Trasparenza, chiedendo che i dati su consumi e trasporti e una deadline di decarbonizzazione vengano resi pubblici; Trasmissione, con la richiesta di inserimento di corsi che trattino la tematica del cambiamento climatico; Trasformazione, mettendo in atto un’azione immediata. Le criticità di Unitn, infatti, riguardano diversi ostacoli burocratici ai dati sulle emissioni, l’assenza di corsi volti all’educazione climatica, il riscaldamento derivato da gas e la mancanza di una deadline alla decarbonizzazione. Fino ad ora, Clima3T ha prodotto un interessante report contenente la situazione attuale dell’impronta dell’Università e una lista di proposte fattibili.

Dopo i due interventi, ragazzi e ragazze partecipanti al progetto hanno posto numerose domande, avviando un ricco momento di dialogo e confronto tra loro e con gli esponenti dei movimenti, prendendo contatti per poter partecipare attivamente ad alcune attività.

In conclusione all’incontro, due momenti di valutazione dell’intero percorso, con pareri, suggerimenti e buoni propositi per il futuro, di Circolo Climatico e dell’affiatato gruppo che si è formato.