La salute alla COP28

Il tema della salute umana, oltre che planetaria, e della sua relazione con i cambiamenti climatici entra di prepotenza nella COP che sta per partire. Scopriamo allora insieme perchè questo tema è così importante e cosa ci aspettiamo dalle prossime settimane.

di Sofia Farina

Quella che si appresta ad iniziare sarà una COP28 speciale per diversi motivi, che collettivamente vi stiamo raccontando in questo avvicinamento eccitante ed emozionante, ma che sta aprendo anche la strada a dubbi e timori. Uno dei motivi per cui sarà una COP28 speciale, è che finalmente si parlerà di salute e degli impatti che i cambiamenti climatici hanno – e avranno – su di essa, con addirittura una intera giornata dedicata a questo tema, quella di domenica 3 dicembre. 

A meno di un mese dall’inizio della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato la propria revisione su come la salute risulti presente nei contributi nazionali determinati (gli NDC di cui abbiamo parlato qui qualche giorno fa) e in generale nelle strategie a lungo termine di paesi che contiene ed evidenzia le azioni necessarie per garantire che la salute delle persone sia pienamente prioritaria e integrata nei piani nazionali. 

La necessità di tali azioni, e la loro urgenza, risiedono proprio nel fatto che i cambiamenti climatici stanno già danneggiando la nostra salute e il nostro benessere. Ma come? Ad esempio con le malattie causate da eventi climatici estremi, con l’aumento dell’incidenza e della diffusione di malattie trasmesse da vettori come la malaria, o con all’aumento delle malattie cardiovascolari e respiratorie causate rispettivamente dal caldo estremo e dall’inquinamento atmosferico…

Il direttore generale dell’OMS ha recentemente dichiarato che “la salute degli esseri umani e quella del nostro pianeta sono inestricabilmente legate e, dopo anni di promesse, è necessario agire con urgenza per proteggere entrambi”.

Il report sulle politiche presenti e future relative alla salute

L’analisi dell’OMS delle strategie delle Parti, ovvero dei paesi che partecipano alla COP, e nello specifico dei loro NDC mostra che sono stati compiuti progressi significativi nell’integrazione della salute in essi. Per citare qualche numero, infatti, ben il 91% degli NDC include il tema della salute, mentre nel 2019 questa percentuale si attestava al 70%. Tuttavia, è bene sottolineare come le promesse già fatte non siano ancora abbastanza, infatti nel rapporto dell’OMS viene sottolineato come dopo questo primo passo di riconoscere la connessione tra la salute umana e il cambiamento climatico, siano necessari – con urgenza – anche gli step successivi che comprendono anche dei grandi finanziamenti che permettano una risposta equa alle emergenze, per le generazioni presenti e future.

L’impegno economico per questa impresa 

Il tema del finanziamento all’azione climatica per la salute è particolarmente scottante, visto che all’interno dei piani nazionali questa risulta sempre essere sotto-finanziata. Infatti, dal rapporto scopriamo che solo il 2% dei finanziamenti per l’adattamento e lo 0,5% dei finanziamenti complessivi per il clima sono attualmente destinati a progetti che mirano esplicitamente a proteggere o migliorare la salute umana. Per questo motivo, l’OMS chiede a gran voce un cambio di direzione in termini di finanziamenti a politiche e iniziative che esplicitamente mirino alla protezione e al miglioramento della salute umana. 

E’ sempre bene notare che, anche in questo ambito, i paesi che più risultano vulnerabili agli impatti della crisi climatica, sono anche quelli che hanno a disposizione meno risorse economiche per agire. 

L’inquinamento atmosferico, il re dei rischi per la salute umana 

Di tutte le varie declinazioni che l’impatto della crisi climatica e ambientale in corso può avere sulla nostra salute, sicuramente quella dell’inquinamento atmosferico è la più pressante e urgente da trattare. Infatti, l’inquinamento atmosferico e quello domestico causano insieme circa sette milioni di morti premature ogni anno per cardiopatie ischemiche, ictus, cancro ai polmoni e malattie respiratorie come asma e polmonite, che colpiscono – come anticipavamo – in modo sproporzionato i bambini nei Paesi a basso e medio reddito.

E’ interessante notare come l’investimento nella protezione della salute, sia anche conveniente in termini economici, infatti ci si aspetta che i Paesi raccolgano benefici ben superiori agli investimenti finanziari necessari per mitigare i cambiamenti climatici. Ad esempio, l’analisi degli Stati Uniti mostra come i miglioramenti della qualità dell’aria che deriverebbero dall’attuazione delle misure di mitigazione dei cambiamenti climatici potrebbero prevenire fino a 300.000 morti e, contemporaneamente, evitare 150-250 miliardi di dollari di danni alla salute e al clima entro il 2030. Analogamente, i piani di sviluppo sostenibile di altri Paesi, tra cui Fiji, Marocco e Spagna, riconoscono che il raggiungimento degli obiettivi di mitigazione dei cambiamenti climatici comporterà risparmi economici principalmente grazie alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e delle sue conseguenze.

Per ulteriori approfondimenti, il report intero si può trovare qui.