Dietro le quinte delle Conferenze ONU sul Clima

Si sente sempre più parlare delle COP, le Conferenze ONU sul clima, l’appuntamento annuale dove 196 Paesi  si confrontano e negoziano riguardo i temi legati alla crisi climatica. Ma che cos’è effettivamente una COP? Chi sceglie il luogo in cui si tiene? A queste e ad altre frequenti domande rispondiamo nel seguente articolo.

Di Ilaria Bionda

Da 12 anni a questa parte l’Associazione Viraçao&Jangada porta un gruppo di ragazze e ragazzi alle Conferenze ONU sul clima, con l’obiettivo di partecipare come osservatori e raccontare – attraverso l’Agenzia di Stampa Giovanile – quel che accade dentro e fuori i padiglioni del più grande momento di confronto mondiale sui cambiamenti climatici. Sono tante le domande che ci vengono poste in relazione alla Conferenza, per capirne meglio il funzionamento e l’organizzazione. Le abbiamo raccolte, insieme ai quesiti che ci sono arrivati dalle scuole durante la formazione nell’ambito dell’iniziativa “La mia scuola alla COP28”, tenutasi in live streaming venerdì 10 novembre 2023 e che ha avuto la partecipazione di più di 3.500 studenti di 52 scuole e 47 città italiane e una francese. Questo articolo ha proprio l’obiettivo di entrare dietro le quinte di questo grande evento, per capirne qualcosa in più.

Cos’è una COP?

L’acronimo COP sta per Conference of Parties, Conferenza delle Parti, in cui le cosiddette Parti corrispondono ai paesi del mondo che si incontrano annualmente per esaminare i progressi fatti per affrontare il cambiamento climatico. La COP viene organizzata dall’UNFCCC, la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite per il Cambiamento Climatico, e ne risulta l’organo decisionale supremo. In sintesi, dentro alle COP si tratta, si negozia e si prendono decisioni per combattere la crisi climatica.

Cosa succede dentro alla COP?

Gli occhi del mondo, durante le Conferenze ONU sul clima sono quindi puntati principalmente sui negoziati, portati avanti dai delegati che ogni Paese invia a partecipare con le proprie istanze. Ma le COP non sono solo questo. All’interno si svolgono anche i side events, ossia eventi che approfondiscono tantissime tematiche legate alla salvaguardia del nostro pianeta, dalla finanza climatica alla sostenibilità dell’industria agroalimentare, dall’inquinamento degli oceani alle questioni di genere. Tali eventi possono essere pianificati sia dall’ONU, sia dalle delegazioni dei governi o dalle realtà partecipanti, organizzate in padiglioni (similmente a una fiera) in cui è possibile incontrare persone e ascoltare testimonianze dirette di situazioni diverse ma unite dallo stesso filo rosso. La visione globale è dunque fortemente intrecciata a tutte le visioni locali.

Dentro alle COP vengono accolte migliaia di persone, appartenenti a realtà diverse. Oltre alle delegate e ai delegati dei vari Paesi, è presente un gran numero di osservatori – tra cui noi dell’Agenzia di Stampa Giovanile – appartenenti a organizzazioni non governative o intergovernative, e di esponenti dei media e della stampa. In questo modo ciò che accade all’interno della Conferenza non è solo appannaggio dei grandi della Terra e dei governi, ma anche di persone comuni che appunto osservano, fanno advocacy e lobby  e – come nel nostro caso – raccontano.

Lo spazio della COP è organizzato in zona blu, l’area ufficiale delle Nazioni Unite, in cui si svolgono tutte le attività di cui abbiamo parlato fino ad ora, e in zona verde, aperta al pubblico e con eventi organizzati dalla società civile. Inoltre, ogni giornata di Conferenza ONU sul Clima è dedicata a un tema, filone preponderante di negoziati ed eventi laterali. Qui di seguito, per avere un’idea degli argomenti, il programma della COP 28, che si terrà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023.

Chi decide i posti dove svolgere le COP?

La scelta del luogo in cui annualmente si svolge la COP avviene in base all’alternanza tra i cosiddetti “Gruppi Regionali delle Nazioni Unite”: gruppo africano, gruppo Asia-Pacifico, gruppo Europa orientale, gruppo America Latina e Caraibi e gruppo Europa occidentale e altri Stati. I membri del gruppo preposto si riuniscono quindi per scegliere il Paese specifico in cui organizzare la Conferenza, vagliando le candidature ricevute, tenendo in considerazione le infrastrutture presenti e i servizi di logistica, che devono essere adeguati a un evento di tale portata.

Ci sono però dei casi eccezionali, in cui per motivi logistici o per situazioni di mancata sicurezza – come nel caso rispettivamente delle Isole Fiji nel 2017 – la COP viene organizzata nella sede centrale dell’UNFCCC a Bonn, in Germania.

Perché sono stati scelti gli Emirati Arabi per la COP28 nonostante siano tra i più grandi esportatori di Petrolio?

La scelta di Dubai come sede per la COP28 dipende in primo luogo dal fatto che per il 2023 il Gruppo Regionale ONU responsabile dell’organizzazione era l’Asia-Pacifico; poi dipende dalla risposta positiva della città candidata ai criteri di adeguatezza. Inoltre, è importante coinvolgere con ruolo di protagonisti anche i paesi che, per usare un detto, “hanno il coltello dalla parte del manico” in relazione ai combustibili fossili.

Chi sceglie il presidente della COP?

La nomina del Presidente della COP spetta al Paese che ospita la Conferenza. Solitamente, viene scelto un diplomatico esperto o il ministro dell’Ambiente, poiché i negoziati possono essere molto difficili da gestire, in quanto mettono in campo interessi differenti, anche in competizione tra loro. 

Qual è stato il peso che hanno avuto le COP sulla transizione ecologica?

È proprio durante una COP che è stato siglato il più importante patto sul clima a livello globale. L’Accordo di Parigi è stato firmato nel 2015 durante la COP21 e presenta un piano d’azione per limitare il riscaldamento globale. Tramite questo accordo, viene sottolineata l’importanza di rafforzare i meccanismi di mitigazione e adattamento, fondamentali per aiutarci nella transizione ecologica.