PNRR aggiornato: novità sulle infrastrutture

L’8 dicembre 2023, il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato la proposta di modifica del PNRR italiano, includendo un nuovo capitolo dedicato al REPowerEU. Vediamo gli aggiornamenti proposti, in particolare nell’ambito delle infrastrutture, e alcune problematiche fino a questo momento riscontrate. 

Di Gloria Malerba
Mentor: Ilaria Bionda

L’originario Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è stato approvato nel luglio del 2021, per affrontare i problemi e i rallentamenti economici che la diffusione della pandemia da Covid-19 ha causato in tutta Europa, ed è previsto si concluda nel dicembre 2026. In totale, il piano prevede la sovvenzione di 194,4 miliardi di euro, di cui 122,6 miliardi in prestiti e 71,8 miliardi in sovvenzioni. Le risorse vengono erogate su base semestrale, dopo l’accertamento del raggiungimento degli obiettivi predisposti da parte di ciascuno stato nel semestre di riferimento. 

Inizialmente l’Italia avrebbe dovuto ricevere 191,5 miliardi di euro da destinare a 6 missioni principali, riguardanti 43 ambiti d’intervento. L’8 dicembre dello scorso anno, però, il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato la proposta di modifica del PNRR italiano, che era stata presentata dalla Commissione. 

Quali sono le novità introdotte

La modifica del PNRR comprende l’aggiunta o la modifica di 145 misure e l’introduzione di una nuova missione, la missione 7, dedicata al REPowerEU, che va ad affiancare le già previste missioni riguardanti la digitalizzazione, la transizione verde, le infrastrutture, l’istruzione, l’inclusione e la salute. 

I nuovi investimenti hanno lo scopo di promuovere la competitività e la resilienza dell’Italia, rafforzando settori come la giustizia, gli appalti pubblici e il diritto alla concorrenza. 

In particolare, il nuovo capitolo dedicato al REPowerEU è volto a rafforzare il processo di transizione verde del piano. Ad esempio, si vuole aumentare la diffusione delle energie rinnovabili, ridurre le sovvenzioni dannose per l’ambiente e agevolare la produzione di biometano. Inoltre, sono previsti vari impegni per accrescere l’efficienza e la sicurezza della rete elettrica, aumentare la produzione d’idrogeno e potenziare il parco ferroviario e di autobus a zero emissioni, così come sono previsti diversi investimenti a sostegno delle imprese private, per ottimizzare i processi di produzione a livello energetico. 

Strettamente connessa alla sezione sul REPowerEu è sicuramente la missione numero 3, ovvero quella dedicata al potenziamento delle infrastrutture del paese. 

Il capitolo dedicato alle infrastrutture

23,74 miliardi di euro sono destinati alla missione concernente le infrastrutture, per far sì che, entro 5 anni, vengano create strade, ferrovie, porti e aeroporti moderni e sostenibili in tutta Italia.

In primo luogo, è prevista la realizzazione di 119km di ferrovia ad alta velocità su tre linee principali, Napoli-Bari, Salerno-Reggio Calabria e Palermo-Catania. L’intento è quello di ridurre i tempi di percorrenza e di aumentare la capacità del trasporto su rotaia verso il Sud. Tali interventi saranno affiancati, inoltre, da un miglioramento del sistema di trasporto regionale in tali aree. 

Inoltre, per far sì che diminuiscano i tempi di percorrenza per i passeggeri e per il trasporto delle merci, si vuole potenziare il trasporto ferroviario trasversale dall’Adriatico e dallo Ionio verso il Tirreno. 

Infine, si vuole intervenire sulle linee ad alta velocità per cercare di aumentare il traffico su rotaie, a scapito di quello stradale. È in progetto la realizzazione di 165km di linee ad alta velocità per passeggeri e merci su varie tratte del Nord Italia. In particolare, sulle tratte Brescia-Verona-Vicenza-Padova e Liguria-Alpi. 

Le proposte sviluppate hanno l’obiettivo di ridurre le emissioni, tramite lo spostamento del traffico di passeggeri e merci dalla strada alla ferrovia; di connettere più facilmente e più velocemente diverse aree territoriali; di digitalizzare le reti di trasporto e migliorarne la sicurezza; di migliorare i collegamenti al Sud, aumentando la competitività del territorio. 

Problematiche riscontrate

Purtroppo, secondo il monitoraggio fatto dalla fondazione Openpolis, l’Italia è in ritardo, rispetto a quanto previsto dal piano, per la realizzazione delle riforme legate all’ambito delle infrastrutture nel semestre in corso. Quindi, se non si vuole perdere la possibilità di realizzare i cambiamenti elencati, bisognerà accelerare i lavori. 

Un’altra critica che può essere messa in luce è, poi, la scarsa attenzione all’area del Sud Italia, area maggiormente in difficoltà rispetto alle regioni settentrionali, anche sotto questo punto di vista. 

La norma generale prevede che almeno il 40% delle risorse venga destinato al Sud, ciò però appare insufficiente per ridurre il grande divario esistente, così come insufficienti appaiono i progetti proposti, che lasciano ancora da parte tante aree che avrebbero bisogno di interventi. 

Per approfondire

In altri articoli abbiamo accennato alll’argomento del PNRR: Risposte intelligenti per muoversi in modo sostenibile; Elezioni, l’appello degli scienziati del clima alla politica; L’inverno liquido di Michele Nardelli.