Estrema destra in UE e futuro della democrazia

Pur esistendo dal XX secolo, l’estrema destra è sempre rimasta ai margini, faticando a entrare nei governi in modo significativo. Ora potrebbe entrare al governo ed essere una spina nel fianco del processo parlamentare. Quali sono le ragioni di questa improvvisa svolta a destra? E cosa significa per la democrazia nel suo complesso? 

di Maddalena Volcan

Matthew Loveless, professore associato presso il dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Bologna e cofondatore del Centre for Research and Social Progress (Centro per la ricerca e il progresso sociale), ha esaminato nel suo lavoro la percezione e la consapevolezza dei cittadini rispetto alla politica europea. Grazie alle sue intuizioni, analizzeremo questo tema chiave per le prossime elezioni europee e per il futuro della democrazia.

Ragioni della diffusione

“Ci sono molte possibili spiegazioni per la crescita del numero di partiti populisti di estrema destra. Questi movimenti, che si stanno diffondendo in Europa, hanno cose in comune, ma ognuno ha anche le sue varianti nazionali”, spiega il professor Loveless. 

Il successo della destra è stato osservato soprattutto in Paesi come Italia, Francia, Ungheria e Paesi Bassi. Come sottolinea Loveless, ci sono comunanze ideologiche. Sono contro il sistema e anti-elitari: il puro popolo olandese opposto all’élite cosmopolita o il popolo italiano contro le élite internazionali corrotte.

L’attrattiva attuale dell’estrema destra è una conseguenza della decrescita nella ricchezza nel XXI secolo. Dopo due crisi economiche e il declino della qualità della vita, oggi le preoccupazioni economiche sono al centro della vita di chiunque. Le persone sono state spinte dalla relativa stabilità dello stato sociale del dopoguerra, verso il precariato. Come spiega Loveless, “non c’è bisogno di tante persone povere per mobilizzarle politicamente, ma piuttosto di un numero sufficiente di persone sull’orlo del precipizio. Quando la situazione di persone relativamente benestanti diventa precaria, la loro visione del mondo si restringe”. Quando l’attenzione si concentra sulla situazione individuale, le questioni globali come il cambiamento climatico e l’Europa diventano lontane e fastidiose, mentre la retorica di destra guadagna consenso. Una retorica spinta dalla sensazione di avere diritto a qualcosa che qualcun altro – per esempio, gli immigrati o le élite – sta cercando di rubare o di ostacolare.

Questo modo individualista di pensare ha un corrispondente filosofico, spiega Loveless. “C’è un termine chiamato solipsismo, che è l’idea che l’intero universo esista all’interno della propria mente: tu sei il centro dell’universo e tutto ciò che ti circonda nasce quando tu ci entri”. Quando i nazionalisti filoitaliani e filo-olandesi si recano al Parlamento europeo può esserci un certo livello di cooperazione, ma i loro approcci solipsistici non funzionano facilmente a un livello internazionale, conclude il ricercatore.

L’intera società è di estrema destra o è stata manipolata dalla retorica di destra?

“Ciò che serve a un partito populista per avere successo non è una maggioranza. Serve una minoranza estremamente attiva e mobilizzata: un gruppo, che sia il 20% o il 27%, che si presenti e voti. Perché, se alle elezioni vota meno del 50% delle persone, vince anche quella percentuale”.

Come spiega il professore, la retorica dell’estrema destra trova un terreno fertile nella frustrazione popolare, dovuta al fatto che le cose non progrediscono più come prima. 

Il successo di questi partiti è anche una conseguenza della disintegrazione del centro-sinistra. “Alla fine del XX secolo, il centro-sinistra ha rinunciato alla lotta sul mercato e sull’economia, che era il loro principio essendo i partiti dei lavoratori. Da allora, la lotta tra destra e sinistra è basata su questioni culturali”. Loveless continua spiegando che “ciò che la sinistra non ha capito è che ha un ruolo fondamentale nella difesa della democrazia, in quanto opposta alle logiche del capitalismo e come argine contro le forze di mercato irregolamentate”. Il sostegno della sinistra alle grandi imprese ha creato un buco nella loro ideologia e nella loro visione, facendo sentire le persone abbandonate e rafforzando l’idea di un’élite corrotta. 

Infine, la strategia elettorale dei partiti di centro-destra è un’altra ragione per il trionfo dei partiti estremisti di destra. Nello studio “The Looming Refugee Crisis in the EU: Right-Wing Party Competition and Strategic Positioning” (2021) (L’incombente crisi migratoria nell’UE: competizione tra partiti di destra e posizionamento strategico), Loveless, Downes e Lam hanno analizzato come i partiti di centro-destra abbiano strumentalizzato la crisi migratoria europea del 2015 per ottenere vantaggi elettorali, inserendo posizioni anti-migratorie più estreme. “I partiti di centro-destra sono diventati di estrema destra. Questo è il punto più problematico: prima erano posizioni marginalizzate, ma ora sono diventate mainstream. Un’idea estrema di destra è diventata un’opinione dominante.”, sottolinea Loveless.

I partiti di estrema destra sono più democratici perché rappresentano una minoranza?

 “Questi partiti sono più democratici perché sono più inclusivi: ma tutti i punti di vista delle minoranze sono appropriati e giustificatamente inclusivi?”, risponde il professore. Alcuni atteggiamenti e valori marginali non dovrebbero essere rappresentati, perché non tutte le idee sono accettabili o necessarie per una società democratica che funzioni.

Loveless prosegue esaminando una società il cui obiettivo è non essere razzista: in questo caso, includere le opinioni razziste può essere inclusivo, ma non democratico. “Questo si ricollega alla questione della tolleranza: non esiste un giusto livello di tolleranza. Una società in cui tutto è tollerato non funziona, e lo stesso vale per una società in cui non è tollerato nulla. La tolleranza si trova da qualche parte tra gli estremi: dove deve essere stabilito, per fare in modo che una società democratica funzioni”.

Polarizzazione e radicalizzazione della democrazia

“Credo che la fonte della polarizzazione nella politica europea siano i partiti di centro.” risponde Loveless. Il centro-sinistra ha sacrificato la sua posizione contro il capitalismo e l’economia per un dibattito su questioni culturali, per ottenere vantaggi elettorali temporanei. “Mi sembra un po’ limitato concentrarsi solo sulle prossime elezioni, piuttosto che sulla democrazia stessa. Il centro-sinistra potrebbe perdere la battaglia e poi perdere la guerra: ma vale la pena vincere la battaglia elettorale per perdere consapevolmente la democrazia?”

Infatti, il numero di persone che ritengono importante vivere in una società democratica è stato storicamente tra il 92 e il 95%, ma di recente sta scendendo al di sotto: ad un numero crescente di persone non importa. Il professore sottolinea questa spaventosa prospettiva: “La democrazia non sta scivolando via: è quasi svanita. I motivi sono il degrado delle istituzioni democratiche e della cultura democratica: non funzionano correttamente e la nostra sta diventando una democrazia illiberale”. Loveless sottolinea l’importanza di agire subito su questo disinteresse nella democrazia, perché è più facile agire ora, invece che troppo tardi. “Uno potrebbe pensare: ‘Ci sono le elezioni il mese prossimo.’ Il vero problema è il deterioramento della democrazia, dei suoi ideali e dei suoi valori”, conclude.

Cosa manca alla sinistra per essere più efficace?

“Ci sono diverse politiche che la sinistra potrebbe attuare. Ma credo che la cosa più importante sia che la sinistra inizi a parlare di una visione che vada oltre il significato quotidiano della vita. Cosa significa vivere in una società con determinati valori? Qual è il nostro punto d’arrivo?”, risponde Loveless.

Il professore spiega che l’ideologia di destra è attraente perché si basa su soluzioni politiche facili, anche se non realistiche ed eccessivamente semplicistiche data la complessità delle sfide future. Poiché la maggior parte delle persone si occupa di politica al livello più superficiale, è appetibile avere un approccio diretto e semplicistico. 

La sinistra ha soluzioni tecnocratiche a preoccupazioni universali, come il cambiamento climatico, la sicurezza in Europa o la sicurezza economica. “Qual è l’obiettivo finale? Perché sto votando? La gente non vota per questa persona o questo partito: vota per una visione, per una direzione”, evidenzia il professore. “‘Se vuoi attraversare l’oceano in barca a vela, non spieghi alla gente come raccogliere il legno, ma gli canti le canzoni del mare.’ La sinistra deve creare una visione di vita su quale sia l’obiettivo finale, qualcosa che controbilanci quest’altra visione di estrema destra”.

Visioni necessarie per il futuro della democrazia

“È molto probabile che i partiti di estrema destra abbiano la più ampia rappresentanza che abbiano mai avuto storicamente. C’è anche molta strada da percorrere perché siano politicamente effettivi o concreti”, afferma il professore. I partiti populisti di estrema destra sono certamente efficaci dal punto di vista propagandistico, ma continuano a beneficiare dell’Europa. Dovranno trovare un equilibrio tra l’immagine di rappresentanti del popolo puro e l’essere l’élite al potere. 

D’altro canto, il centro-sinistra deve sviluppare una visione accattivante per la quale i cittadini possano votare e mobilitarsi. Questo è fondamentale non solo per contrastare la diffusione di opinioni estremiste in politica, ma anche per combattere la crescente disillusione nei confronti della democrazia.

Anche se la preoccupazione per le prossime elezioni europee potrebbe essere forte, il discorso sull’estrema destra non dovrebbe limitarsi alle elezioni: è in gioco la democrazia nella sua interezza. C’è bisogno di maggiore educazione e consapevolezza sull’importanza e i benefici di una società democratica, perché è qualcosa che troppo spesso la gente dà per scontato.

Per approfondire

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