Più ambizione mentre la Madre Terra grida

di Giulia De Paoli e Denise Battaglia (traduzione)

Durante la Conferenza ONU sul Clima (COP24) di Katowice i movimenti sociali e le ONG hanno la possibilità di organizzare brevi azioni di sensibilizzazione. Siamo rimasti colpiti dall’attività organizzata da un gruppo di giovani in occasione del “Business and Industry Day”, il 6 dicembre 2018. Con l’obiettivo di chiedere a gran voce più giustizia climatica, i ragazzi hanno deciso di “svelare” i lati oscuri della COP, ospitata quest’anno in Polonia, dove sorge uno dei più grandi giacimenti di carbone. L’azione è stata promossa da Engajamundo, un progetto guidato da alcuni giovani che dopo Rio+20 hanno voluto coinvolgere altri giovani brasiliani nelle dinamiche internazionali, lavorando sullo sviluppo di competenze e creando momenti di mobilitazione e attivismo.
Alla COP24, Engajamundo ha rivelato chiaramente le differenze tra i desideri dei giovani e quelli delle grandi aziende. La tensione, cioè, che separa e mette in contrapposizione le loro ambizioni, la loro voglia di lottare per un mondo più sostenibile e gli interessi delle aziende che vedono nel profitto economico l’unico fine, negando gli effetti distruttivi che le loro attività hanno sul nostro pianeta.

Riportiamo qui di seguito il discorso introduttivo letto dai ragazzi, perché anche noi dell’Agenzia di Stampa Giovanile nutriamo le stesse speranze e ambizioni:
“Oggi qui alla COP24 è il Business and Industry Day, ma è anche la giornata della Gioventù e delle Generazioni Future. Proprio in quanto giovani, e adulti di domani, saremo noi a dover riparare i danni di un pianeta distrutto, sponsorizzato da industrie di combustibili fossili e da tentazioni pericolose.
Abbiamo dunque bisogno di discutere dei conflitti di interessi qui alla COP. Le popolazioni chiedono un’azione più rapida, il rapporto dell’IPCC 1.5 °C invita gli Stati a fare uno sforzo maggiore, e la Madre Terra ce lo sta chiedendo urlando. Se le industrie di combustibili fossili continuano a fare da sponsor e a esercitare pressioni in questi negoziati, non sarà possibile mettere in campo le azioni e gli sforzi necessari.
Vivere nel nord-est del Brasile, la regione più vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico, mi ha mostrato negli anni l’urgenza di controllare il riscaldamento globale. Questa consapevolezza ci ha spinto a cercare alternative possibili e a aiutare le persone ad adottare comportamenti sostenibili per l’ambiente. Stiamo vivendo periodi di siccità costanti e lo scenario va peggiorando. La nostra situazione politica evidenzia perfettamente che chi prende le decisioni ha legami di interesse con le industrie dei combustibili fossili. I loro soldi, il loro potere e il loro implacabile inquinamento minacciano il nostro pianeta e le popolazioni che ci vivono. Se non ignoriamo queste lobby durante negoziati – dove vanno fissati gli obiettivi ambiziosi e necessari per combattere il cambiamento climatico – non possiamo sperare di mantenere l’aumento delle temperature a 1,5° C.
La sponsorizzazione delle industrie e le loro interferenze qui alla COP sono percepibili ovunque. È una presenza che non passa inosservata, eppure alle imprese e all’industria viene dedicata una giornata intera, solo per ricordarci quanto sia grande il loro potere.
Se noi, che siamo il futuro, dobbiamo condividere la nostra giornata con i responsabili dell’inquinamento, POTETE GIURARCI, avremo qualcosa da dire.

Sappiamo che dobbiamo agire con urgenza per cambiare il destino del nostro pianeta. I giovani sono stati in prima linea nel sostenere questa ambizione e continueremo a chiedere giustizia climatica. Tuttavia, siamo costretti a riconoscere che sono presenti degli interessi industriali qui alla COP che influenzano e rallentano i negoziati a vantaggio dei loro profitti.
Oggi rivendichiamo che sia solo la nostra giornata, la giornata della gioventù e delle generazioni future. Rifiutiamo l’idea che chi ha condotto questa crisi meriti un posto in queste discussioni. Chiediamo alle Parti di sostenere con urgenza una politica ferma e risoluta sul conflitto di interessi qui alla COP, che ci consentirebbe di raggiungere un mondo a 1,5° che renda conto della giustizia climatica e protegga il nostro futuro”.