L’Acciaieria di Borgo Valsugana raccontata dai giovani

Alle porte di Borgo Valsugana, per chi proviene da Ovest, non si può fare a meno di notare la grande struttura delle Acciaierie Venete presente fin dagli anni ‘70. Tre giovani partecipanti al progetto “Giornalismo di Comunità” di Borgo Valsugana hanno intervistato due ex dipendenti della struttura e il direttore dell’acciaieria.

Di Mattia Voltolini e Angela Nardelli

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L’acciaieria di Borgo Valsugana, da quando è stata costruita negli anni’70, si è trovata al centro di un acceso dibattito pubblico da parte della comunità. Tutt’oggi la discussione spazia dai benefici economici che l’acciaieria ha portato, alle ricadute negative che la stessa ha sull’ambiente circostante e sulla salute dei cittadini. Soprattutto negli ultimi anni le critiche si sono concentrate sull’impatto ambientale e paesaggistico della struttura e la questione è stata protagonista anche di molte campagne elettorali comunali.

Per cercare di fare chiarezza sulla questione e capire anche il punto di vista di chi ha lavorato all’interno della struttura, tre ragazzi partecipanti al progetto “Giornalismo di comunità” di Borgo Valsugana hanno intervistato due ex dipendenti e il direttore di Acciaierie Venete Alessio Cruciani.

Il progetto è promosso dall’Associazione Viração&Jangada assieme all’Agenzia di Stampa Giovanile, in collaborazione con Retegiornale di Comunità e ASD Pergine Audace 2013. È inoltre sostenuto dal Piano Giovani di Zona della Valsugana e Tesino. Si tratta di un percorso di formazione che si è svolto tra novembre e dicembre 2020 e che ha previsto sei incontri per sensibilizzare i ragazzi sulle tematiche ambientali e per insegnare loro come comunicarle al meglio. Scopo infatti del progetto è stato quello di avvicinare i ragazzi al giornalismo partecipativo e attivo, per renderli consapevoli del grande valore che ha una comunicazione efficace, soprattutto di tematiche che riguardano la sostenibilità ambientale.

Giorgia Capra, Francesco Medaglia e Federica D’Agostino hanno prodotto una video-intervista per cercare di comprendere il dibattito attorno al sito siderurgico sia dal punto di vista dell’inquinamento – e quindi dell’impatto ambientale – sia per discutere l’immagine e le problematiche che questa azienda proietta sulla comunità di Borgo Valsugana.

Dalle interviste agli ex dipendenti scaturisce la consapevolezza del grande cambiamento e miglioramento che l’azienda ha apportato in termini di sostenibilità ambientale da quando è stata aperta nel 1979. Giuseppe Parisini a tal proposito racconta che “sono stati fatti molti passi avanti per quanto riguarda la sostenibilità ambientale della struttura: dalla costruzione del capannone al rinnovamento dei forni. Da quando ho cominciato ad adesso, c’è una differenza come il giorno e la notte”.

In effetti i macchinari si sono evoluti con l’evolversi della tecnologia, ma è pur sempre rimasto il grande disappunto di buona parte della comunità che come racconta Mario Boschele – altro ex dipendente – “non ha mai ben visto lo stabilimento in valle soprattutto per il grande impatto visivo e per ciò che produceva: fumi e rumori un po’ troppo pesanti all’inizio”. Anche Mario, come Giuseppe, sottolinea come ci sia stato un grande miglioramento sia nelle tecniche sia nelle condizioni di lavoro, molto meno pesanti per i lavoratori. Inoltre aggiunge che nonostante i tanti lati negativi che all’inizio poteva portare con sé, come l’impatto visivo, il rumore e i fumi (di gran lunga maggiori rispetto ad oggi) l’acciaieria ha portato in valle, negli anni ’80, una grande quantità di lavoro ben retribuito. Le condizioni di lavoro secondo Mario sono migliorate durante gli anni, anche se comunque “c’era sempre qualche problema”.

Ecco che i benefici economici si scontrano con l’impatto negativo che l’acciaieria di Borgo Valsugana ha sull’ambiente e di conseguenza sulla salute della popolazione. Numerose infatti sono state negli anni le discussioni, gli scontri e anche le inchieste da parte di cittadini e associazioni verso l’acciaieria. Il punto più acceso è quello che riguarda il grande impatto ambientale nonché la forte presenza di scorie nell’aria e di emissioni.

Questo novembre, in una nota stampa, la Provincia ha comunicato l’intenzione da parte del gruppo Acciaierie Venete di ampliare il sito siderurgico di Borgo Valsugana. L’azienda ha infatti proposto una riqualificazione e un ampliamento del complesso produttivo, che comprende un restyling del sito e modifiche nella produzione dei materiali. Questo per ottenere nuovi prodotti di qualità per i mercati della cantieristica navale e degli impianti eolici, nonché il riutilizzo di alcuni scarti di produzione. L’obiettivo principale è l’ottenimento di certificazioni che garantiscano il rispetto di precisi standard ambientali, in conformità al regolamento europeo EMAS.

Al tavolo di discussione era presente anche l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (APSS), che assieme al Comune ha sottolineato l’importanza di ridurre le emissioni che si diffondono in atmosfera e che permangono nonostante le misure di miglioramento che negli anni sono state adottate.

Anche in merito a ciò, i ragazzi hanno voluto intervistare il direttore di Acciaierie Venete, Alessio Cruciani. Il suo punto di vista si associa ovviamente a ciò che l’azienda ha proposto a novembre 2020. “La volontà è quella di continuare a investire nello stabilimento di Borgo Valsugana” – spiega Cruciani – “per ridurre al minimo le esternalità negative e creare un’armonia con la comunità dov’è insediata”. Aggiunge poi: “Noi siamo la dimostrazione che la siderurgia può convivere con una comunità all’ interno della quale i valori non sono solo quelli del profitto ma anche quelli della vivibilità sostenibile del territorio”. Il direttore conclude auspicando una partecipazione da parte dei giovani: è importante per lui che i ragazzi si facciano portavoce oggettivi dell’azienda, per creare una partnership tra acciaieria e territorio.

Come dice il direttore, è importante ci sia un dialogo limpido e sincero tra azienda, istituzioni e cittadini. Questo per migliorare la coesione tra aspetti economici, sociali e ambientali. La salvaguardia dell’ambiente e della salute delle persone che vivono in prossimità dell’acciaieria dovrebbero essere i punti fondanti del nuovo progetto di riqualificazione e di miglioramento del sito. Ciò che le nuove generazioni, e così i ragazzi che hanno prodotto l’intervista, auspicano per il futuro è proprio questo: un’attenzione maggiore per il luogo in cui viviamo, per l’aria che respiriamo e per la salvaguardia del nostro bellissimo territorio.

Il dibattito sulle acciaierie molto probabilmente continuerà fintanto che la comunità non si sentirà sicura e protetta nel luogo in cui vive, ma ciò che è importante fare fino a quel momento è raccontare – come hanno fatto Giorgia, Federica e Francesco – la realtà in cui viviamo, ascoltando tutti i punti di vista, per cercare di farsi un’idea il più possibile chiara sul problema, che solamente così potrà essere risolto.