In India per raccontare il clima che cambia

Venerdì 24 febbraio, Michele e Marella, due studenti universitari della provincia di Brescia, partiranno alla volta dell’India, dove viaggeranno per tre settimane con lo scopo di raccogliere storie e materiale sulla crisi idrica che sta colpendo la regione del Rajasthan. Una volta tornati, porteranno il loro viaggio nelle scuole.

Di Katarina Vincic e Ilaria Bionda

Un viaggio nel Nord dell’India dentro le storie della crisi idrica: 23 giorni, 7 treni, 7 città e due villaggi. Michele Castrezzati, collaboratore di Agenzia di Stampa Giovanile, e Marella Valenti saranno i protagonisti di un lungo viaggio alla ricerca dell’acqua, raccogliendo le storie di chi lotta contro la desertificazione

Un tema molto importante, quello dell’acqua, ma trattato con poca importanza, soprattutto perché dove non esiste il problema, generalmente non si trova neanche l’interesse ad approfondirlo. “Il nostro progetto è stato finanziato dal bando Pensogiovane del Consorzio dei comuni del fiume Oglio, – ci racconta Michele – e si compone di due parti: la prima prevede la raccolta di storie e materiale sulla crisi idrica che sta colpendo la regione indiana del Rajasthan, la seconda è incentrata  sull’organizzazione di lezioni nelle scuole medie della provincia di Brescia, per raccontare il viaggio e far riflettere sulla scarsità della risorsa acqua in un’ottica di cittadinanza globale”. 

Purtroppo, in una regione come quella del Rajasthan, dove piove solo per due/tre mesi l’anno, durante la stagione dei monsoni, e dove pozzi e laghi sono praticamente vuoti, con la crisi climatica il problema della scarsità di risorse idriche è ancor più instabile che in altri luoghi: l’acqua diventa molto preziosa e le persone, tutti i giorni, devono aspettare ore, o camminare chilometri, per procurarsela o poterne usufruire. “Duecentootto villaggi del Rajasthan dipendono direttamente dai water trucks (camion che portano l’acqua, ndr). Se un giorno il camion non arriva, si soffre la sete” ci racconta Michele che, insieme a Marella, ha a lungo studiato la situazione prima di decidere dove intraprendere il viaggio.

Sono numerose le storie che i due giovani ascolteranno, vedranno con i loro occhi e vivranno sulla propria pelle mettendosi al pari della popolazione locale. La prima tappa sarà Nuova Delhi, capitale dell’India, nella quale è prevista la visita di una delle 375 baraccopoli presenti. Poi, sarà la volta del più grande deserto dell’India, il Thar, seguito dalla città di Jaisalmer, dove sarà possibile scoprire, per i due viaggiatori, cosa significa vivere circondati dalla sabbia, usata anche come materiale per risparmiare l’acqua. Una delle ultime tappe li porterà verso il Gange, il fiume sacro dell’India, dove riflettere ancora una volta sull’importanza dell’acqua e sulla questione dell’inquinamento di essa. Prima di concludere il viaggio, Michele e Marella verranno ospitati da una famiglia autoctona nel villaggio di Orchha, nel Madhya Pradesh, dove saranno a stretto contatto con chi conosce l’India meglio di chiunque altro, vivendo un’esperienza unica. 

Durante il percorso, i due giovani saranno appoggiati da tre associazioni: Hara Jeevan, organizzazione non profit di Nuova Delhi, che si occupa di progetti di riforestazione in tutta l’India; Sambhali Trust, ONG di Jodhpur, che gestisce una scuola e un orfanotrofio, supporta l’educazione dei bambini e offre supporto psicologico a donne vittime di abusi; Jal Bagirathi Foundation, di Jaipur, la cui attività è incentrata sulla gestione dell’approvvigionamento idrico nelle zone più aride del Rajasthan. Tutti e tre questi soggetti offriranno a Michele e Marella opportunità di incontro con volontari e volontarie, per approfondire queste tematiche importanti.

Ma da dove è nata l’idea di questo viaggio? “A causa delle grandi problematiche ambientali che stiamo vivendo anche in Italia, tra qualche anno potrebbe esserci lo stesso problema relativo all’acqua anche qui da noi. Quindi, è bene conoscere storie di chi vive in circostanze più gravi, come l’India, per riflettere ed essere predisposti al rispetto dell’ambiente e dell’acqua” ci spiega Michele. Un’altra domanda ci sorge spontanea, quali sono le aspettative alla vigilia della partenza? “Sicuramente incontrare, approcciarci e parlare con più persone possibili, per raccogliere tanto materiale e tante storie”. 

Michele e Marella, che oltre ad essere compagni di viaggio sono una coppia anche nella vita, si dicono “emozionati ma allo stesso tempo intimoriti riguardo il lungo e stancante viaggio che li aspetta”. Non sarà un viaggio facile, basti pensare che il ritardo di un treno potrebbe scompigliare tutti i piani programmati, ma sarà sicuramente un’esperienza unica e indimenticabile. Non possiamo fare altro che augurare buon viaggio a Michele e Marella e attendere il loro ritorno per farci raccontare un’avventura significativa che potrebbe cambiare la visione e la sensibilità di molti giovani. 

Se volete essere aggiornati sul viaggio di Michele e Marella seguiteli sul profilo Instagram @india_jal.