Un’equazione necessaria: Urgenza + Ottimismo = Azione

A Londra sono stati consegnati i primi Earthshot Prize. Missione: individuare le soluzioni più brillanti per riparare il pianeta nei prossimi dieci anni. Perché niente è (ancora) perduto e un sano ottimismo può fare la differenza.

Di Desirée Tripodi

Ora più che mai è necessario accendere i riflettori su chi sta lavorando a soluzioni innovative per l’ambiente, passando dalle parole ai fatti. L’Earthshot Prize – il più prestigioso premio ambientale nella storia – è un po’ l’equivalente “green” dell’Oscar. Creato dal Principe William, attualmente lo gestisce la Royal Foundation of The Duke and Duchess of Cambridge, anche se presto diventerà un’entità autonoma. Lo scopo principale è riparare il pianeta nei prossimi dieci anni. Trasformando l’attuale dilagante pessimismo in ottimismo, valorizzando l’ingegno umano e ispirando la collettività ad agire. L’idea nasce dal Moonshot del presidente John F. Kennedy. L’ambizione di sbarcare sulla luna entro la fine del decennio ha unito milioni di persone, motivato una generazione di scienziati e accelerato lo sviluppo tecnologico degli anni ’60. Allo stesso modo l’Earthshot Prize vuole contribuire a risolvere alcune questioni critiche per il pianeta. Gli Earthshot sono obiettivi semplici ma ambiziosi: se raggiunti entro il 2030, miglioreranno la nostra vita e quella delle generazioni future. Proteggere e ripristinare la natura; Pulire l’aria; Rianimare gli oceani; Costruire un mondo senza sprechi; Aggiustare il clima. Tutte sfide, radicate nella scienza, che possono generare nuovi modi di pensare, metodi, politiche. Ogni anno le cinque soluzioni più innovative – una per categoria – verranno premiate con 1 milione di sterline. È un modo per celebrarle e sostenerle, nell’ottica di un’adozione di massa. Tutti i finalisti riceveranno comunque un supporto su misura per aumentare l’impatto dei propri progetti attraverso mentorship e accesso agli investitori.

L’ Earthshot Prize 2020

Attori coinvolti


Essendo molteplici, ogni elenco non è esaustivo, ma dà un’idea del raggio d’azione globale dell’iniziativa. I Global Alliance Partners sono organizzazioni internazionali e senza scopo di lucro, impegnate nello sviluppo sostenibile. Portano esperienza e scovano candidati: Conservation International, The Green Belt Movement, Greenpeace, National Geographic, One Earth, Sustainable Markets Initiative, Countdown, UN Environment Programme, World Economic Forum, WWF. I Global Alliance Founding Partners sono importanti filantropi che si occupano della parte di finanziamento strategico come Aga Khan Development Network, Bezos Earth Fund, Bloomberg Philanthropies, Jack Ma Foundation, Paul G. Allen Family Foundation, Rob & Melani Walton Foundation. Tra i Global Alliance Members ci sono alcune delle più grandi aziende che attuano cambiamenti ambiziosi all’interno delle proprie attività: Arup, Herbert Smith Freehills, Hitachi, IKEA, Microsoft, Natura & Co, Salesforce, Unilever, Walmart. Infine l’Earthshot Prize Council è formato da individui influenti, provenienti da vari settori e desiderosi di sostenere un’azione positiva in campo ambientale: Rania di Giordania, Christiana Figueres, Hindou Oumarou Ibrahim, Indra Nooyi, Naoko Yamazaki, Dr. Ngozi Okonjo-Iweala. Ma anche giovani attivisti come Ernest Gibson e Luisa Neubauer.

Processo di selezione

 

Sono previste diverse fasi. La ricerca a livello globale dei potenziali vincitori della prima edizione è iniziata nel novembre 2020. Le nomination vengono presentate da una variegata coalizione di oltre duecento designatori ufficiali. Sparsi in ogni continente, si distinguono per esperienza in ricerca ambientale, advocacy e azione sul campo. Ne fanno parte la Global Alliance, istituzioni accademiche e senza scopo di lucro, alleanze del settore privato. Alcuni esempi: WCS Russia Program, Polish Academy of Sciences, Fundación Pachamama, Solar Impulse Foundation, Sichuan Energy Internet Research Institute, Green Brunei, New Energy Nexus, WildAct Vietnam. Le nomine (in questo caso oltre settecento) affrontano poi un processo di valutazione indipendente gestito da Deloitte, partner di implementazione. Di ciascuna viene vagliata la capacità di raggiungere gli Eartshot e avere un impatto positivo su persone, comunità, natura. Decretata la rosa dei quindici finalisti, entra in gioco l’Expert Advisory Panel. Composto da autorevoli leader scientifici, accademici e ambientali, supporta il processo di valutazione. Si tratta di una fase cruciale che aggiunge un ulteriore livello di indipendenza e rigore. È poi l’Eartshot Prize Council a scegliere i cinque vincitori in base alle raccomandazioni formulate dagli esperti.

David Attenbourough – divulgatore scientifico e naturalista

I Vincitori 

Domenica 17 ottobre, presso l’iconico Alexandra Palace di Londra, si è svolta la cerimonia di premiazione della prima edizione. Le candidature per il 2022 si apriranno invece in gennaio. L’evento, organizzato all’insegna della sostenibilità, viene ospitato in una città diversa ogni anno e la prossima volta toccherà agli USA. A proposito dei finalisti, David Attenborough ha dichiarato: “Stanno tutti costruendo ottimismo trovando soluzioni innovative e brillanti alle sfide del mondo, e tutti ci danno speranza, che ci viene detto non muore mai. Ma non abbiamo l’eternità. Dobbiamo agire ora e nei prossimi dieci anni”. Ecco i vincitori 2021:

Proteggere e ripristinare la natura: la Repubblica del Costa Rica ha invertito decenni di deforestazione con una politica originale che paga i cittadini per prendersi cura della foresta pluviale (raddoppiata di dimensioni!). Il boom dell’ecoturismo ha contribuito per quattro miliardi di dollari all’economia del paese;

Pulire l’aria: Takachar, con sede a Nuova Delhi, ha sviluppato una tecnologia pionieristica per porre fine alla combustione dei rifiuti agricoli, causa di grave inquinamento atmosferico. Portatile, su piccola scala e a basso costo, si attacca ai trattori, converte i residui del raccolto in prodotti vendibili (come carburante e fertilizzante), aiuta a ridurre le emissioni di fumo fino al 98%;

Rianimare gli oceani: alle Bahamas, il nuovo approccio di Coral Vita alla coltivazione del corallo – farlo crescere sulla terra (fino a 50 volte più rapidamente dei metodi tradizionali) e ripiantarlo nell’oceano – migliora la sua resistenza agli effetti del cambiamento climatico. Così si salvano le barriere coralline morenti;

Costruire un mondo senza sprechi: con il programma Food Waste Hub, Milano ha applicato a livello cittadino una politica per tagliare gli sprechi e affrontare il problema della fame. Il cibo inutilizzato – 130 tonnellate all’anno, equivalenti a 260.000 pasti (circa) – viene prima recuperato da supermercati e ristoranti locali, poi redistribuito a persone bisognose. Con il supporto di banchi alimentari, enti pubblici, imprese private;

Aggiustare il clima: l’AEM Electrolyser di Enapter (con uno stabilimento di produzione anche a Pisa) estrae idrogeno verde dall’acqua grazie all’elettricità prodotta da fonti rinnovabili. Sviluppata in modo più veloce ed economico di quanto si pensasse, questa tecnologia rappresenta un’alternativa ai combustibili fossili e già alimenta case, mezzi di trasporto, industrie.

Durante la COP26 di Glasgow, il Principe William, i finalisti e i vincitori dell’Earthshot Prize hanno partecipato ad una serie di eventi. Un’occasione per finalmente incontrarsi dal vivo, presentare i propri progetti a Capi di Stato e delegazioni governative, discutere con i leader di settore. Ed è solo l’inizio.