Storie di clima

Nel libro di Roberto Barbiero e Valentina Musmeci, testimonianze di donne e uomini che subiscono gli effetti del cambiamento climatico

Di Eleonora Forti, Ufficio Stampa del Trento Film Festival

Foto di Michele Purin

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Sold out per la presentazione di “Storie di Clima” (Ediciclo), ieri sera al Teatro Capovolto di Trento. Il pubblico del Trento Film Festival è accorso numeroso, nel rispetto delle misure di sicurezza anti-covid, per ascoltare le “Testimonianze dal mondo sugli impatti dei cambiamenti climatici” raccolte dal climatologo Roberto Barbiero e da Valentina Musmeci, fotografa, artista e scrittrice.

Il noto meteorologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli ha introdotto la serata, denunciando la “cecità volontaria” con cui evitiamo di vedere gli evidenti segni del cambiamento climatico e di riconoscere la responsabilità dell’uomo che li causa. Per Mercalli è fondamentale cambiare radicalmente visione e stile di vita, e acquisire la consapevolezza che “il pianeta è limitato”, e che quella contro il cambiamento climatico è una lotta in cui “o perdiamo tutti, o vinciamo tutti”.

Infatti, anche se gli sconvolgimenti atmosferici colpiranno prima le popolazioni costiere e territori dall’ambiente già estremo, le migrazioni climatiche e gli effetti del cambiamento climatico si faranno sentire in ogni parte del mondo. Per questo Valentina Musmeci e Roberto Barbiero hanno raccolto le testimonianze di uomini, ma soprattutto donne, dall’Arizona alle regioni scandinave, dalla Patagonia all’Uganda, che hanno raccontato di come i cambiamenti climatici hanno impattato sulla loro vita e delle soluzioni che hanno adottato.

Un’allevatrice di renne Sami – una popolazione nativa del nord della Scandinavia – in un contributo video ha raccontato di come il loro stile di vita nomade sia ora a a rischio. Alle loro latitudini, il riscaldamento globale ha provocato un vertiginoso innalzamento della temperatura che ha portato piogge insolite: congelandosi al suolo, l’acqua in eccesso crea un anomalo strato di ghiaccio che impedisce alle renne di nutrirsi naturalmente e mette a repentaglio la sopravvivenza di questi animali e i tradizionali metodi di pastorizia nomade del popolo Sami. Intervistato da Musmeci, un altro attivista Sami ha denunciato la regolamentazione di Norvegia e Finlandia che impedisce i metodi di pesca tradizionali, dice, per indebolire la connessione dei nativi con l’ambiente che li circonda, affinché sentano sempre meno la necessità di difendere il territorio in cui vivono con rispetto e armonia.

Anche Roberto Barbiero è tornato sul rapporto tra ambiente e minoranze, e denuncia lo sfruttamento delle donne, che subiscono maggiormente le conseguenze dei cambiamenti climatici. Il climatologo ha raccontato le storie delle donne marocchine costrette dal clima e dalle condizioni economiche a migrare per raccogliere fragole in condizioni di semi-schiavitù, e della violenza subita da loro e dalle donne leader di movimenti per la lotta per il clima, e raccoglie le loro parole: “Non si risolve il cambiamento climatico se non si accettano i diritti delle donne”.

Una serata sentita e partecipata, per un tema di estrema attualità, che sarà approfondito anche in sala e in altri importanti appuntamenti.