Una porta verso la user experience
Vi è mai capitato di trovarvi davanti ad una porta con il dilemma: spingere o tirare? Gli UX designers la chiamerebbero “Norman door” ( “Porta di di Norman”). Ma cosa è la UX? Chi è Norman? E perché queste porte sono così difficili da aprire la prima volta?
Di Patrick Lasta
Mentor: Marianna Malpaga
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La User Experience (UX) può essere intesa come l’esperienza di una persona prima, durante e dopo l’utilizzo di un prodotto, sistema o servizio. In sintesi, si tratta di ciò che proviamo e pensiamo e di come reagiamo quando dobbiamo utilizzare qualcosa come uno strumento elettronico, un’applicazione o un oggetto fisico come una semplice porta.
Alcuni aspetti chiave
Quando si parla di UX si devono tenere in considerazione alcuni elementi come accessibilità, usabilità, l’utilità percepita e la desiderabilità.
- Per accessibilità si intende la possibilità per più tipologie di persone di poter utilizzare un prodotto o servizio realizzato. Un esempio è la rampa per le carrozzine all’interno degli autobus o la modalità per daltonici all’interno di una applicazione.
- L’usabilità è intesa come la facilità con cui le persone utilizzano un certo prodotto per raggiungere i propri obiettivi. Instagram permette ai propri utenti di apprezzare i contenuti che vedono con un doppio tap (ossia un tocco sul telefono).
- L’utilità è legata alla capacità del prodotto di soddisfare i bisogni delle persone e di risolvere i loro problemi.
- Infine, la desiderabilità viene considerata come la capacità di un prodotto di suscitare emozioni positive e stabilire un legame emotivo con le persone. Apple è un baluardo della desiderabilità, poiché tramite i propri prodotti è riuscita a garantire un’esperienza utente solida e di qualità, andando a costruire una reputazione positiva ed una profonda connessione con i propri utenti.
Esempi concreti di buona UX
Questo è il caricatore di una famosa marca di spazzolini elettrici che in maniera intuitiva ed elegante mostra la propria funzione: ricaricare un dispositivo. Attraverso la sua struttura indica alla persona dove inserire lo spazzolino e in che orientamento posizionarlo per poterlo ricaricare correttamente.
Un ulteriore esempio è la bottiglia di shampoo sempre di una marca famosa che favorisce tramite le proprie forme un modo specifico di usare il flacone ed evitare che rimanga liquido alla base.
La struttura di questi elementi non è casuale, ma frutto di una ricerca per capire le esigenze delle persone e soddisfare le loro necessità. Qui entra in gioco il ruolo dello UX Designers, un professionista incaricato di studiare i bisogni e le motivazioni delle persone per migliorare il prodotto/servizio o per idearne uno nuovo e creare un’esperienza utente che renda le persone contente.
La porta di Norman
Una Porta di Norman è una qualsiasi porta difficile da aprire perché non si capisce cosa si debba fare per usarla. Per capire se una porta sia di questo tipo o meno basta chiedersi se ciò che abbiamo di fronte suggerisce un’azione specifica e verificare poi se quest’azione sia giusta per passare oltre.
Come una porta suggerisce un’azione: il concetto di Affordance
Sbarre, maniglie, prese, pomi o cavità vengono definiti come Affordance (Inviti all’uso) e svolgono il ruolo fondamentale di suggerire alla persona come manipolare un oggetto ed utilizzarlo. Un esempio pratico di Affordance è il manico di un martello o l’impugnatura delle forbici che grazie alle loro forme portano la persona ad impugnare correttamente l’oggetto senza aver ricevuto una formazione precedente.
Quando bisogna tirare ad indovinare, non sono presenti elementi che aiutino a capire cosa fare o sono presenti indizi contraddittori, il design ha fallito nel comunicare la propria funzione.
Una possibile soluzione al problema della porta consisterebbe nell’aggiungere maggiore informazioni per aiutare la persona ad esempio con una indicazione testuale come “Tirare” (pull).
Ma chi ha portato all’attenzione di tutti questi design problematici che mettono in difficoltà le persone ogni giorno?
Donald Norman
Il nome “Porta di Norman” è nato come tributo da parte della comunità di designers all’ingegnere statunitense e psicologo Donald Norman, che ha contribuito ad identificare tutte le porte progettate in malo modo.
Grazie all’esperienza maturata nell’ambito dell’ergonomia e del design in aziende come Apple Computer e Hawlett Packard, Norman pubblicò nel 1988 “La caffettiera del masochista”(The Design of Everyday Things): un libro in cui espone una tagliente critica al design, concentrandosi sulla mancanza di ergonomia che contraddistingue la maggioranza degli strumenti e delle interfacce usate nella società moderna. Nel volume, tramite una serie di aneddoti personali lo psicologo esamina una serie di design problematici, tra cui la stessa tipologia di porta che in futuro avrà il suo nome. Il volume lo ha proiettato sulla scena mondiale e ha scatenato discussioni accese tra designer e progettisti per le sue forti dichiarazioni a favore della funzionalità degli oggetti a discapito dell’estetica.
Le idee e le osservazioni poste da Norman, ispirarono e continuano tuttora ad ispirare generazioni di designer a perseguire l’eccellenza nel loro lavoro, influenzando la realizzazione di prodotti e servizi che mirano a migliorare la vita quotidiana delle persone attraverso un design focalizzato sull’utente.
Per concludere
Sebbene il concetto della “porta di Norman” sia nato inizialmente in riferimento alle porte progettate male, nel tempo il significato è stato esteso a tutti gli oggetti e sistemi il cui design è così poco chiaro e intuitivo da causare frustrazione negli utenti, diventando simbolo dei fallimenti ottenuti quando non vengono prese in considerazione le necessità delle persone. Il senso di incompetenza che nasce dal non saper utilizzare un oggetto è un segno comune di cattiva progettazione, e la prossima volta che vi troverete in difficoltà con le porte, un elettrodomestico o un sito web saprete che la colpa non sarà vostra.
Per approfondire
Come approfondimento sulle tematiche tecnologiche, anche se diverse dalle attività degli UX designer, proponiamo la lettura degli articoli IA: curiosità e risposte agli interrogativi del momento e Web Valley: sperimentare la ricerca in prima persona.