Facebook, fake news e le presidenziali negli USA

Le principali piattaforme social non hanno preso grandi provvedimenti per contrastare la disinformazione digitale dilagante contro il vaccino per il Coronavirus. Vi è ora il rischio che ciò accada di nuovo per quanto riguarda le elezioni presidenziali statunitensi.

Di Sara Soliman, articolista dell’Agenzia di Stampa Giovanile

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La pandemia da Covid-19 ha aperto le danze alla circolazione sul web di numerose fake news. Fra negazionismo No-Vax, pozioni magiche e teorie cospirazioniste, è difficile tenere il passo con il flusso crescente di contenuti disinformativi e inneggianti il complotto.

Il Center for Countering Digital Hate (CCDH), Ong che si occupa di ostacolare la diffusione online di cattiva informazione e gruppi di odio, ha identificato e segnalato diversi account social tacciati di pubblicare contenuti offensivi e/o lontani dalla realtà durante l’emergenza sanitaria. La maggior parte di questi afferma che il Covid-19 è un’invenzione dell’uomo e che i vaccini sono pericolosi. Altri collegano il Coronavirus alla tecnologia 5G e ad un piano superiore teso a controllare e decimare la popolazione mondiale. Altri ancora affermano che il Covid ha il solo scopo di rendere obbligatorie le vaccinazioni. Il discorso si estende poi anche alle mascherine, ritenute dannose oltre che inefficaci.

Fin qui nulla di strano, ne abbiamo sentito parlare tutti. Ciò che, però, desta scalpore sono le grandi piattaforme Social come Facebook, Instagram, Youtube e Twitter, che consentono, senza remore, la dispersione di questo tipo di contenuti, pur di non perdere i ricavi generati dagli utenti. Nessuna piattaforma ha annunciato la sua intenzione di rimuovere i contenuti No-Vax, nonostante il consenso generalmente e scientificamente riconosciuto sul fatto che i vaccini siano sicuri ed efficaci.

I No-Vax, dal canto loro, hanno approfittato delle deboli restrizioni per aumentare il loro audience durante la pandemia. Secondo il rapporto The Anti-Vaxx Industry del CCDH, 409 account social anti-vaccino hanno un seguito di un totale di 58 milioni di follower, prevalentemente negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Canada e in Australia. Questi numeri sono sufficienti a compromettere la capacità di un futuro vaccino di contenere l‘epidemia. Il risultato è dunque allarmante. Ad aggravare la situazione è la debole azione intrapresa dalle piattaforme social che, dei 409 account, ne hanno rimossi soltanto 6, per un totale di 363.000 follower. Anzi, l’ampia rete No-Vax ha visto un ulteriore aumento e conta attualmente 59,2 milioni di follower. Facebook rimane la principale delle piattaforme per i cosiddetti Anti-vaxxers, contando 31,9 milioni seguaci.

Secondo un altro rapporto del CCHD, Facebook si è dimostrato particolarmente debole nel rimuovere gli account e i gruppi che pubblicano informazioni errate, eliminandone soltanto lo 0,3%. Ad esempio, su una segnalazione di 912 post contenenti informazioni non veritiere, avvenuta fra il mese di luglio e quello di agosto dell’anno corrente, meno di 1 post su 20 è stato effettivamente rimosso. La scarsa risposta può essere dovuta al fatto che le grandi società non voglio perdere i proventi generati da questi account. Si stima, infatti, che il guadagno percepito dal seguito del movimento No-Vax arrivi sino ad 1 miliardo di dollari l’anno.

Vi è ora il rischio che tale atteggiamento lassista, per non dire incurante, si ripeta in occasione delle elezioni presidenziali statunitensi del novembre 2020. Facebook, dati i suoi miliardi di utenti, rappresenta un campo di battaglia cruciale per entrambe le campagne elettorali. Negli ultimi mesi è stato oggetto di un attento controllo a causa del proliferare della disinformazione interna sulle attese elezioni, ma Zuckerberg ha rifiutato di rimuovere gran parte delle informazioni false sostenendo la libertà di espressione.

All’inizio di settembre, Facebook ha annunciato l’introduzione di misure per garantire l’integrità delle elezioni statunitensi, incoraggiando il voto, indirizzando gli utenti verso fonti autorevoli e riducendo le interferenze del presidente Trump e di altri politici. Mark Zuckerberg ha, inoltre, dichiarato che verranno rimossi i contenuti che cercano di dissuadere le persone dal voto per il rischio di contagio da Covid-19 e i post che causano confusione e dubbi sul più ampio processo elettorale o sulla legittimità delle elezioni. Queste mosse potrebbero però, secondo alcuni critici, avere scarso rilievo ed essere arrivate troppo tardi.

Nel luglio 2020, oltre un migliaio di inserzionisti si sono movimentati avviando la campagna #StopHateforProfit, accusando Facebook di dare spazio a gruppi di odio e disinformazione al solo fine di incrementare i guadagni. I social media sono oramai gli strumenti di comunicazione e di informazione più importanti e la disinformazione che si propaga online può nuocere e determinare le sorti della vita reale. Si auspica che il contesto delle presidenziali negli USA sia più favorevole alla divulgazione di una sana informazione.