Il diritto alla normalità e gli strascichi del lockdown
La salute mentale è spesso un argomento che viene sorvolato, ma negli ultimi anni – specialmente dopo la pandemia – è un tema fondamentale per la vita di tutti i giorni. Il COVID-19 ha avuto tante conseguenze, quella di cui si parla meno sono gli effetti sulla salute mentale delle persone.
di Beatrice Manicone, articolista di Agenzia di Stampa Giovanile
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Il cuore che batte quando entro in un luogo chiuso affollato. Il rendersi subito conto se ci sono troppe persone in una stanza. Quell’attimo di titubanza quando sentiamo qualcuno tossire o starnutire. Nonostante adesso stia tornando quasi tutto alla normalità, queste preoccupazioni ancora assalgono alcuni di noi. Non è semplice tornare al ‘prima’, prima delle mascherine e prima del distanziamento sociale, anche se lo vogliamo con tutti noi stessi. La vecchia normalità è qualcosa che ci è quasi estraneo, come se dovessimo imparare di nuovo ad essere normali, a stare gli uni con gli altri.
La pandemia, oltre ad aver distrutto molte delle economie mondiali, ha influenzato la nostra vita quotidiana e ha avuto conseguenze notevoli sulla salute mentale delle persone. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 2020 c’è stato un aumento globale del 25% di persone che soffrono di ansia e depressione. Con il distanziamento sociale e la mancanza di contatto umano non siamo più abituati a stare con le persone e l’isolamento sembrava essere la nostra nuova normalità. Durante la quarantena i giorni si ripetevano all’infinito, tutti uguali e tutti banali, come se vivessimo in un universo parallelo in cui il tempo si era fermato e noi fluttuassimo in una sorta di loop infinito. Solo adesso, a distanza di due anni, le restrizioni si stanno alleggerendo e piano a piano ci stiamo riprendendo la nostra vita. Eppure, non possiamo dare per scontato gli effetti che questi due anni particolari hanno lasciato nelle nostre vite.
Fare esperienza di una pandemia globale e un lockdown totale durante l’adolescenza è qualcosa di surreale: dai racconti dei nostri genitori o fratelli più grandi abbiamo sempre avuto queste grandi aspettative per questi anni, ma il COVID-19 ha avuto la meglio sulla nostra immaginazione. Per alcuni di noi stare a casa voleva dire essere ‘imprigionati’ in un ambiente che ci andava stretto, con persone che – non importa quanto ci provassimo – non riuscivano a capirci del tutto. Per altri questa chiusura forzata all’interno di quattro mura è stata una buona occasione per rafforzare legami o crearne di nuovi. Ognuno di noi l’ha vissuta in modo diverso; nonostante ciò, indipendentemente da quale sia stata la nostra esperienza durante la pandemia, tutti ne abbiamo risentito psicologicamente – anche senza saperlo.
Adesso, a poco a poco ci stiamo abituando a questa nuova normalità, che ci sembra ancora strana, ma è il normale che possiamo permetterci in questo momento. Per tanti questo passo è difficile, perché non siamo ancora pronti a mettere un piede davanti all’altro: abbiamo allacciato le scarpe, ma camminare è ancora troppo difficile. Per questo non dobbiamo aver paura di chiedere aiuto, ci sarà sempre qualcuno disposto a camminare al nostro fianco. Passo a passo, rivendicheremo il diritto alla normalità, ma non c’è nessuna fretta; ognuno cammina al proprio ritmo ed eventualmente ci ritroveremo tutti nella stessa meta.