Josias Brito da Silva, presente!
Josias Brito da Silva, detto Tripa, uno dei giovani mobilitatori del programma Digaê, è stato assassinato domenica scorsa, nella città di Maceió, Alagoas, in Brasile.
“Tripa, giovane artista indigeno, periferico e indipendente, ha lavorato come MC in collettivi e spiagge di Maceió. È stato anche un giovane mobilitatore nel programma Dizê! – Gioventù, Comunicazione e Città – un’iniziativa del Governo dello Stato di Alagoas e il Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani (UN-Habitat), realizzato da Viração in collaborazione tecnica con l’Istituto Pólis – a Grotas de Maceió. Durante la sua carriera, Tripa ha lavorato alla produzione del documentario Visão das Grotas, oltre alla partecipazione ad interventi artistici in scuole, università, programmi televisivi e manifestazioni popolari, sempre con l’obiettivo personale di presentare il rap a pubblici diversi come arte, cultura ed espressione politica, rompendo gli stigmi basati sul pregiudizio nei confronti delle espressioni culturali periferiche.
Nel programma Digaê ha agito come co-facilitatore di cicli formativi, in una prospettiva di peer education, impegnandosi in azioni come laboratori, interventi realizzati insieme ad altri giovani, coperture educomunicative. Sempre nel programma, nell’aprile di quest’anno, il giovane ha partecipato all’evento per riprendere l’agenda della prevenzione della violenza letale contro adolescenti e giovani, organizzato dal CEDECA Zumbi dos Palmares, presso Sinteal – Sindicato dos Trabalhadores em Educação de Alagoas, in cui è stato lanciato il manifesto “A Juventude Negra Alagoana Quer Viver!”, che chiede l’arresto della letalità contro i giovani neri e indigeni, in cerca di risposte urgenti ed efficaci da parte delle Autorità Pubbliche.
Il percorso di Tripa qui riassunto, comune a tanti altri giovani, è un esempio dell’impegno di una generazione impegnata nella promozione delle politiche della vita. Non solo ha cercato la propria realizzazione, ma si è impegnato anche a creare opportunità affinché altri giovani sfidassero lo stigma attraverso produzioni artistiche ed educomunicative, unendo diversi attori sociali nel loro lavoro, nonostante la violenza”. (estratto dalla nota pubblica che sarà lanciata congiuntamente da Viração, UN Habitat e Pólis)
Da ieri dialoghiamo con gli educatori e i giovani del programma, costruendo forme di accoglienza e di sostegno per le problematiche più urgenti in questo momento. Insieme a questo, stiamo articolando azioni congiunte con UN Habitat e Pólis, una delle quali è una nota pubblica che sarà pubblicata tra oggi e domani e che potete leggere integralmente qui. Vi invitiamo a leggere la nota, ma vi chiediamo di non condividerla.
Vivi (educatore del progetto) e due giovani colleghi di Tripa erano presenti alla veglia funebre e al rito di sepoltura, esprimendo anche la nostra solidarietà alla famiglia e agli amici. Nel mese di ottobre saremo ad Alagoas per chiudere il progetto e visitare la famiglia e, in questa occasione, consegneremo la Collezione su Grotas, realizzata dai ragazzi del progetto, tra cui Tripa.
Continueremo a mobilitarci e ad impegnarci affinché il crimine contro Josiah venga indagato e che, in qualche modo, gli sia fatta giustizia.
Il nostro lavoro qui a Viraçao è sempre guidato dalla speranza e dalla speranza che ogni giovane di questo Paese possa avere il diritto ad un sogno, alla vita, ad un futuro garantito. Pertanto, quando ci troviamo faccia a faccia con questa cruda realtà che è il genocidio dei nostri giovani neri, indigeni, poveri, periferici, lgbtqiapn+, tutto ciò che facciamo perde completamente il suo significato.
Come possiamo garantire che i nostri giovani possano vivere?
Noi possiamo?
Dobbiamo fermare tutto ciò che stiamo facendo e reinventare le nostre pratiche fino a quando non saremo più politicamente radicali?
È molto faticoso essere troppo piccoli di fronte a tutto ciò che ci uccide ogni giorno. Bene, questa email non riguarda noi, o no?
Josias non può essere semplicemente un ALTRO GIOVANE assassinato.
Che possiamo ribellarci di fronte a questo crimine e ai tanti altri che si verificano ogni giorno contro la nostra gioventù. Per Giosia e per ogni giovane a cui è stata rubata la vita, ucciso, assassinato in tanti modi, lasciamoci muovere dalla rivolta, dalla rabbia e dall’odio per l’ingiustizia, facciamo di questa un’arma di lotta e che la nostra lotta sia capace di trasformare vite e stabilendo nuove modalità di civiltà.
Esprimiamo la nostra solidarietà alla famiglia di Josias, all’intero team Viraçao che ha lavorato al programma Dizê e ai giovani che hanno partecipato al progetto.
Josias, presente!
Elena, Vania e Paolo
Coordinamento collegiale di Viração