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La scuola, un mezzo di evoluzione umana

“Non basta mandare i figli a scuola, bisogna accompagnarli sulla via degli studi, bisogna costruire giorno per giorno in essi la consapevolezza che a scuola si va non per conquistare un titolo, ma per prepararsi alla vita”. Queste sono le parole pronunciate da Giovanni Leone in occasione dell’inizio dell’anno scolastico, nel 1973. Come possiamo interpretare questo messaggio al giorno d’oggi?

Di Alessio Poli, Articolista dell’Agenzia di Stampa Giovanile

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Come la storia ci ha sempre insegnato, siamo obbligati a pescare gli eventi dal passato per spiegare il presente. Allora partiamo da quando Giovanni Leone insegnava nelle università di Messina, Bari, Napoli e Roma. Siamo intorno al 1935, nel bel mezzo dell’esplosione del ventennio fascista, il regime dittatoriale che ha danneggiato più di qualsiasi altra calamità naturale e/o morale la realtà della storia italiana.

Ora il nostro viaggio può cominciare, ora la citazione è contestualizzata in un momento e in luogo storico che aumentano il peso specifico della sua importanza.

La scuola è conoscenza, approfondimento, curiosità, cultura e soprattutto ribellione; tutti aggettivi che smuovono gli animi di un sistema coercitivo che puntualmente svolge i suoi scopi a partire dall’educazione, quindi dalla scuola. Come diceva Giovanni Leone, però, non bisogna travisare l’essenza della scuola finalizzandola al raggiungimento di un obiettivo lavorativo, bensì alla realizzazione dell’uomo. Il percorso scolastico non è un semplice incanalare nozioni in un cervello, piuttosto è un’evoluzione psicologica, filosofica e pratica, come ci insegna Maria Montessori.

L’educatrice, pedagogista e filosofa ha coniato quello che oggi chiamiamo ‘metodo Montessori’, che presenta una visione lungimirante della crescita personale già a partire dai bambini sia sotto un’ottica fisica che mentale. Il metodo si propone di non limitare il bambino educandolo all’indipendenza in un ambiente familiare, ma che possa comunque stimolare la sua crescita, senza aver paura di fare ‘cose da grandi’.

Veniamo ai giorni nostri

Stando ad un sondaggio online del 4 novembre 2020, condotto da studenti dell’IIS Mazzocchi di Ascoli Piceno, su parte della popolazione scolastica di Roma, Ascoli Piceno, Bari, Camerino e l’Aquila – finalizzato a conoscere in modo più approfondito quali siano gli effetti dei programmi scolastici nei confronti del percorso di studi di un adolescente -, il 68,8% degli studenti pensa che i programmi scolastici siano fini a sé stessi.

Si può quindi dedurre e poi verificare dalle risposte del sondaggio che la situazione scolastica in Italia è fortemente incentrata sul raggiungimento del voto e non ad un’evoluzione mentale, punto focale per far sì che il sistema scolastico italiano sforni delle generazioni sempre più funzionali alla crescita del paese. Lo conferma anche un altro dato: il 49% dei ragazzi ritiene che la scuola superiore non li prepari nel modo giusto al futuro che vorranno intraprendere; sia quello di continuare il proprio percorso di studi, sia quello di entrare nel mondo del lavoro. I dati sono preoccupanti per lo sviluppo delle prossime generazioni, già lesionato dall’avvento della pandemia portata dal covid-19.

Come possiamo collegare ciò al passato?

Il nesso che salta all’occhio è quello dell’alterazione del percorso scolastico con il parallelismo tra il revisionismo dell’insegnamento nel ventennio fascista e la mancata profondità dell’esperienza scolastica odierna. In entrambe le parti c’è in ballo il futuro degli studenti. Un adolescente ha bisogno di scoprire come gli insegnamenti didattici si riflettano sulla vita di tutti i giorni, perlopiù se ad aggravarne gli effetti c’è una dittatura oppure un virus; in entrambi i casi, quindi, la libertà è messa da parte.

Libertà. La parola chiave è libertà. La scuola rende liberi, se fatta bene; proprio come voleva intendere Giovanni Leone con il “prepararsi alla vita” che può essere interpretato come capacità di uscire dalle oppressioni attraverso il sapere, facendo della scuola il fondamento della vita futura dell’essere umano.