Il futuro non è in vendita

Camminando verso le sale riunioni la mia attenzione viene catturata da un gruppo di giovani con uno striscione bianco e vestiti eleganti: stanno facendo una “action”.
Visto che oggi è la giornata della partecipazione giovanile, ho intervistato Viktoria Cologna, membro del Gruppo di lavoro sul conflitto d’interessi YOUNGO, che ha organizzato questa “action”.
“Oggi, il gruppo di lavoro sul conflitto di interessi YOUNGO, che è il collegio ufficiale dei giovani della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), ha organizzato un “action” per sensibilizzare il fatto che alcune multinazionali e gruppi di interessi che le rappresentano sono presenti alla COP23 e hanno un interesse commerciale o finanziario inconciliabili con gli obiettivi dell’UNFCCC. Stanno utilizzando il loro status di osservatore per ostacolare i negoziati e promuovere false alternative, che non sono allineate con le azioni necessarie per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi. Già durante la COP19 c’è stata una “action” in cui 800 partecipanti provenienti da gruppi apartitici  sono usciti dalla stanza con il motto “Polluters talk, we walk” cioè “”Chi inquina parla, noi camminiamo”. Questa è stata la prima volta che questo tema ha ricevuto grande attenzione.
Oggi è una giornata importante perché è sia la giornata della partecipazione giovanile, sia il giorno della Bingo (aziende e industrie) alla COP; penso non sia una scelta adeguata e invece sia abbastanza controversa. Per aumentare la consapevolezza, abbiamo preparato questa “action”che ha visto un gruppo di persone che rappresentavano i giovani e che avevano la bocca tappata con il nastro adesivo e un altro gruppo che rappresentava imprese e grandi aziende.
Sotto il motto “Il nostro futuro non è in vendita”, abbiamo simulato un’asta dove le aziende e i giovani potevano fare offerte sul futuro del nostro pianeta. Le aziende ovviamente hanno vinto perché avevano maggiori capacità finanziarie, ma soprattutto perché la loro voce era più forte (ricordate che i giovani avevano la bocca chiusa!).
Speriamo che la nostra azione abbia scatenato alcune riflessioni e che scateni un ulteriore ragionamento sulla partecipazione di grandi aziende alle COP.”