I diritti umani delle donne nelle Conferenze sul Clima: un altro esempio di ambition gap

Il 9 dicembre la Conferenza delle Parti ha ospitato il 3° Gender Day, dando spazio ad una serie di eventi che miravano ad innalzare l’attenzione sull’eguaglianza di genere nonché sull’importanza di legittimare e conferire poteri reali anche alle donne. La COP20 potrebbe rappresentare una pietra miliare negli sforzi di inclusione dei diritti delle donne e della questione dell’eguaglianza di genere in un processo globale. In vista dell’anniversario che si celebrerà il prossimo anno della Piattaforma d’Azione di Beijing, una considerazione attenta dell’eguaglianza di genere, in termini di decisioni pratiche, e non solo di squisite vaghe dichiarazioni, è altamente opportuna.
Già a Doha, nel 2012, fu adottata una decisione che promuove il bilanciamento di genere e permette una più larga partecipazione decisionale femminile all’interno della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. La Constituency delle Donne e del Genere (WGC) si è impegnata molto per includere in tutti gli accordi sul clima l’equità di genere e i diritti umani, essendo queste tematiche trasversali. Questo significa includere una prospettiva di genere in tutti i corpi decisionali e nelle discussioni che si stanno svolgendo in questi giorni a Lima.
In altre parole, c’è urgenza che un significato alla retorica sull’eguaglianza di genere sia dato all’interno delle negoziazioni sulla mitigazione, sull’adattamento e su Loss and Damage (perdita e danni).
Per coloro che hanno in maniera deprecabile dimenticato, la vulnerabilità ai cambiamenti climatici può definirsi la caratteristica di una persona o di un gruppo di persone in termini di capacità ad anticipare, affrontare, resistere e riprendersi dagli impatti di un disastro climatico. Comunque, coloro che hanno meno risorse (da leggersi, le donne) hanno una maggiore difficoltà ad adattarsi.
L’adattabilità è collegata alla tecnologia, all’accesso alle risorse, all’educazione e all’informazione, mentre molte donne ancora sognano di questi requisiti per vivere una vita dignitosa.
È ora che coloro che andranno ad assumere le decisioni ammettano che la legittimazione del potere alle donne sia un dovere e non soltanto una possibilità da prendere in considerazione, in tutti i settori, in tutte le conferenze e a tutti i livelli decisionali, sia su scala locale che internazionale. I cambiamenti richiedono tempo ma, come l’acqua erode la pietra mentre scorre verso l’estuario, così sarà per i diritti umani, e quando sarà il momento ciò che deve succedere accadrà nonostante l’ottusa opposizione ad un cambiamento reale. Questo è il momento: utilizziamo quest’opportunità saggiamente. Lima costituisce un’opportunità unica, meglio prendere due piccioni con una fava.
Esacerbare l’iniquità non adottando decisioni giuste, come già contribuiscono a fare i cambiamenti climatici, non sarà la decisione corretta, ma solo l’ennesimo tentativo del sistema delle Nazioni Unite nel confrontarsi e nel risolvere problemi locali.