“Domani è un’altra notte”: sogniamo Trento tra dieci anni

A Trento durante l’estate si sono tenuti quattro momenti di confronto e dialogo sui valori della notte da cui sono emersi desideri e suggestioni per la città tra dieci anni. La mostra “Domani e un’altra notte”, nello spazio PoplArt di Poplar Festival, li ha raccolti in forma di sogni.

Di Ilaria Bionda, articolista di Agenzia di Stampa Giovanile

Passeggiando per Piedicastello nei quattro giorni di Poplar Festival è stato possibile “adottare un sogno”. Grazie alla mostra Domani è un’altra notte – promossa dall’Ufficio Politiche Giovanili del Comune di Trento – ogni visitatore ha potuto scegliere con una stellina luminosa il proprio scenario preferito per la Trento notturna del futuro. La mostra è il risultato di un ciclo di laboratori tematici incentrati sul valore sociale, culturale ed economico della notte, momenti di dialogo e confronto con la cittadinanza allo scopo di trovare nuove e concilianti modalità di vivere le ore notturne. Molti e diversi tra loro i temi proposti e trattati.

Tra i sogni maggiormente “adottati” troviamo ai primi posti la destagionalizzazione delle attività notturne, con proposte (feste, cinema all’aperto, iniziative) adattate al clima di ogni mese, senza un’eccessiva concentrazione nei mesi più miti. Desiderate altamente anche la presenza di bagni pubblici accessibili di notte, nuovi e funzionali ma anche in accordo con i bar, per superare i problemi di igiene, decoro e sicurezza, e la possibilità di mangiare e bere fino a tardi, grazie a locali o alternative come i food truck accessibili e diffusi. Fondamentale una città in cui la sicurezza delle ore notturne sia al primo posto grazie a una maggiore illuminazione pubblica in zone specifiche, oltre alla presenza di luoghi aperti e sicuri in cui fare tappa. Un altro sogno è che la notte sia di tutti e tutte, senza alcuna distinzione o esclusione in base a età, genere, cultura e capacità, ma con una socialità più mista che promuova l’incontro e il coinvolgimento tra gruppi diversi, grazie sia agli spazi, sia alle proposte.

Desiderata una città che sia in armonia con la natura anche di notte, con una maggiore e particolare attenzione alla sostenibilità e all’impatto ambientale delle attività, dal punto di vista del consumo energetico e delle sue fonti, ma anche dello smaltimento dei rifiuti e del rumore. Una Trento notturna che non sia accesa solo da eventi, ma in cui ci si prenda cura e si coltivi anche la socialità spontanea accogliendo le proposte che provengono dal basso con luoghi adatti alle esigenze della notte, ossia ad ospitare persone e rumore, sia in sale già esistenti, sia in allestimento temporaneo. Una città in cui la mobilità diventi diffusa, sicura e sostenibile grazie all’implementazione e al miglioramento dei trasporti e delle modalità di sharing, ma anche della ciclabilità e delle soluzioni a chiamata, rendendo così veramente facile muoversi, per fare in modo che nulla sia “lontano”.

Apprezzata anche una Trento in cui di notte sia possibile imparare grazie all’apertura prolungata di biblioteche e aule studio, ma anche all’organizzazione di corsi e laboratori compatibili con gli orari lavorativi; praticare sport, non solo mediante una prolungata apertura di impianti e palestre, ma anche con l’organizzazione di escursioni alla scoperta del territorio; avere, anche dopo le 23, possibilità culturali e creative che sposino diversi interessi. La città è poi vista positivamente se diffusa, in cui sia dunque possibile trovare eventi, iniziative culturali, momenti di aggregazione e spazi di socialità su tutto il territorio, comprese le periferie meno conosciute e frequentate. Spicca anche il desiderio di avere proposte e attività integrate, partecipate e facili da scoprire, mediante un’offerta cittadina connessa e coordinata per dare valore a tutto, senza sovrapposizioni e dispersione di energie, ma con l’utilizzo di canali di comunicazione adatti ed efficienti. Ciò si lega al tema della città in cui sia più semplice fare, con regole e procedure facilitanti e chiare, oltre a occasioni formative e di adattamento purché sia possibile per tutte e tutti organizzare iniziative durante le ore notturne.

Infine, sono tre i sogni meno adottati, ma comunque interessanti. La possibilità di fare acquisti durante la sera e la notte grazie all’estensione e alla diversificazione degli orari di apertura dei negozi, con l’aggiunta di nuove forme di offerta culturale e aggregativa quali rappresentazioni e laboratori; una città che sia in dialogo con la cittadinanza sui temi della notte, poiché essi presentano esigenze, problemi e proposte che necessitano una risposta ad hoc e, pertanto, è opportuno avere figure dedicate – come il Sindaco della Notte – che favoriscono l’ascolto reciproco tra diversi punti di vista, con attenzione specifica per le nuove generazioni. Infine, una notte a misura di Trento, sperimentando novità anche ispirandosi ad esempi altrove, ma in maniera graduale e sempre tenendo in considerazione la natura della città.

Diversi e ugualmente stimolanti, dunque, i sogni per la Trento notturna del futuro. È però importante prendere in considerazione anche il sogno dei sogni, quello che li raccoglie tutti e fa da sfondo: una città in cui sia possibile con-vivere, ossia vivere insieme in armonia. Non si tratta di un’utopia, ma di un sogno realizzabile, se al centro ci sono ascolto e confronto da parte di tutti e tutte.

Dopo Poplar Festival, in questi giorni la mostra è visitabile in Via Belenzani.