Destinazione: libertà!

Dalle avventure di Sara Melotti alle pagine della grande letteratura, la rivoluzione personale del viaggio in solitaria spinge ogni anno un numero sempre maggiore di persone a intraprendere questa esperienza.

di Matteo Carlesso
Mentor: Alessandro Graziadei

Immagina di trovarti da solo, in un luogo sconosciuto. Nessuna conoscenza pregressa, nessun piano prestabilito. Sei libero di decidere cosa fare e quando farlo, tu e il mondo tutto intorno a te. Questa è l’essenza del viaggio in solitaria, un’avventura che può intimidire ma, allo stesso tempo, regalare soddisfazioni straordinarie. Un’esperienza in grado di favorire la crescita personale, di portarti a scoprire chi sei veramente e di superare i tuoi limiti. Che si tratti di avventurarsi come il Viandante sul Mare Di Nebbia o di emulare Bilbo Baggins ne “Lo Hobbit”, è innegabile che il viaggio in solitaria stia catturando l’interesse di un pubblico sempre più vasto.

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Cosa spinge le persone a intraprendere un viaggio in solitaria?

Secondo l’indagine di “Solo Travel”, diverse sono le motivazioni dietro questa scelta avventurosa. Il 74% degli intervistati ha espresso il desiderio di esplorare il mondo in totale autonomia. La sensazione di libertà e indipendenza è stata altresì apprezzata dal 52% dei partecipanti, mentre il 42% ha sottolineato l’opportunità di incontrare nuove persone. Il 36% ha indicato la crescita personale come un obiettivo, sottolineando come i viaggi in solitaria possano contribuire allo sviluppo individuale. Queste motivazioni dipingono un panorama ricco e diversificato, spiegando il crescente fascino di coloro che abbracciano l’avventura unica dei viaggi in solitaria. E di avventure uniche, Sara Melotti ne ha fatto la sua vita: Sara, straordinaria narratrice e autrice del libro La felicità è una scelta (Edizioni Piemme, 2021), percorre il globo terrestre con il suo racconto di luoghi, culture, tradizioni e, soprattutto, delle persone che li abitano. Originaria di Brescia, ha trasferito la sua vita negli Stati Uniti all’età di vent’anni. Abbandonata la carriera di fotografa di moda a New York, si è immersa in viaggi solitari per realizzare “Quest for Beauty”, un progetto che esplora il significato profondo della bellezza in contesti diversi in tutto il mondo. Una bellezza che sfugge dai canoni precostituiti e che sfida gli equilibri imposti dalla società. 

Il significato del viaggio

Il viaggio, quindi, non diventa solo un’esplorazione di nuovi luoghi, non è più una toccata e fuga, né tantomeno una vacanza usa e getta da raccontare ad amici e parenti: è raccontare e vivere il diverso, è perdersi e ritrovarsi tra le infinite sfumature e complessità dell’esistenza umana. E di viaggi ce ne sono di tanti tipi: c’è chi parte per piacere con un passaporto e un biglietto in prima classe, ma c’è anche chi parte per bisogno, come Alí Ehsani, che nel suo libro Stanotte guardiamo le stelle (Ediz. italiana Feltrinelli, 2016) racconta la sua avventura vissuta dall’autore a nove anni, quando in fuga dalla guerra partì dall’Afghanistan, inseguendo la speranza di una vita migliore, ma senza una precisa meta. Un lunghissimo viaggio iniziato a Kabul, proseguito da clandestino tra mille peripezie, per diventare poi un rispettato avvocato penalista a Roma. 

Viaggio come megafono

Che si tratti di partire in solitaria o in compagnia, il viaggio può diventare anche uno strumento, un megafono per vivere e raccontare i cambiamenti del mondo in cui viviamo. Leggendo l’articolo sul progetto Diritto a Resistere, è possibile conoscere l’entusiasmante viaggio di tre coraggiose donne che, in un’avventura durata tre mesi attraverso otto Stati dell’America Centrale – Messico, Belize, Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Costa Rica e Panama – si sono impegnate in un viaggio-reportage dedicato alla giustizia climatica. Il loro percorso ha toccato le zone più recondite e minacciate, dando voce alle storie spesso invisibili di migliaia di donne che si battono in prima linea per la giustizia climatica nei paesi più vulnerabili.

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Spunti dalla letteratura

Ne parlava Jack Kerouac e anche Paulo Coelho, ne parlava Jules Verne: questi grandi autori ci invitano ancora oggi ad esplorare non solo il mondo fisico, ma anche il nostro mondo interiore. Kerouac, con la sua celebre opera On the Road, ci spingeva a liberarci dalle catene della routine e ad abbracciare l’ignoto con spirito ribelle. Coelho, con le sue storie intrise di simbolismo, ci guidava in un viaggio verso la conoscenza di sé stessi, suggerendo che la vera avventura risiede nel cuore di ognuno di noi. Verne, con la sua straordinaria immaginazione, ci fa sognare mondi inesplorati, ma al tempo stesso ci ricordava che l’avventura può iniziare dalla nostra stessa volontà di esplorare. Questi autori ci spingono a considerare il viaggio in solitaria come un’opportunità di crescita, una possibilità di rompere le catene della familiarità e abbracciare l’incertezza con coraggio.

Così, mentre il nuovo anno si apre davanti a noi come un libro bianco ricco di possibilità, potrebbe essere il momento perfetto per abbracciare l’idea del viaggio in solitaria, un cammino che non solo ci porterà attraverso terre sconosciute, ma ci condurrà anche alla scoperta di noi stessi, plasmando una nuova pagina della nostra vita.