Chi si sente changemaker?

Il cambiamento e le decisioni che ne sono il motore. Questo il focus, venerdì 18 novembre, dell’evento “Decidere. Scelte che trasformano il nostro tempo” organizzato da Ashoka Italia e Agenzia Nazionale Giovani. Noi di Agenzia di Stampa Giovanile c’eravamo, ecco com’è andata.

Di Ilaria Bionda

Venerdì 18 novembre al LVenture Hub di Roma è andato in scena “Decidere. Scelte che trasformano il nostro tempo”, l’evento di presentazione dei nuovi 50 selezionati changemaker, frutto della collaborazione tra Ashoka Italia e Agenzia Nazionale Giovani. 

È Luca Solesin, Senior Change Manager di Ashoka Italia, ad aprire la giornata. “È passato un anno e mezzo dall’inizio di Generazione Changemaker, quest’anno ci sono stati 250 candidati e diversi eventi di creazione di community in tutta Italia. Sono nate collaborazioni, amicizie, amori…” una prima presentazione del progetto, per poi entrare nel merito del concetto più importante: il cambiamento. “Una narrazione negativa inibisce il cambiamento, la scommessa di Gen C è quella di unire le storie dei changemaker per generare una narrazione positiva che sia condivisa e che diventi cultura. È la fiducia che sblocca la creatività e ci permette di cambiare”.

Il primo momento di dialogo ha visto sul palco Lucia Abbinante, Direttrice generale di Agenzia Nazionale Giovani e Federico Mento, Direttore di Ashoka Italia. A entrambi è stato chiesto cosa significa per loro “decidere” e qual è stato per loro il “momento changemaker”. Per Lucia la decisione è “Dire di sì, abilitare, dare opportunità”, mentre per Federico si tratta del “Contrastare l’ideale del non ce la posso fare, guardare sempre avanti, guidati da ciò che si vorrebbe – e non che si dovrebbe – essere”. Il momento changemaker di Lucia è stata la vocazione, da studentessa, di creare gruppi studio per facilitare la collaborazione; per Federico, invece è, per tutti, quando si impara a dire di no “Quando si capisce che alcune cose non fanno per noi, perché non sono allineate con i nostri valori. Se perdiamo la nostra missione, perdiamo noi stessi”. 

Dopo un momento di confronto e conoscenza a piccoli gruppi, sempre sui momenti “changemaker” di ognuno dei partecipanti, è andato in scena il panel “Abilitare il protagonismo giovanile” con gli interventi di quattro giovani attive in diverse realtà giovanili e in cui le parole chiave sono state coraggio e responsabilità. Le ragazze hanno dialogato su quali sono state le sfide come giovani changemaker: riusciare a trovare il proprio scopo e la propria strada, la mancanza di esperienza e di informazioni chiare per attivarsi, dalla quale emerge l’importanza di avere fiducia negli adulti per un rapporto winwin che combini l’energia e le competenze.

I consigli per i giovani per il cambiamento? Essere umili e aprirsi verso altri giovani senza perdere i propri valori; non lasciarsi abbattere poiché l’energia dei giovani è unica e un motore fortissimo; fidarsi di sé stessi e dare spazio ai giovanissimi; essere la persona di cui si aveva bisogno quando si era più giovani; avere un mentore; ascoltare, ossia un “superpotere” per creare dialogo e lavorare insieme.

È poi intervenuto, in un arricchente ispirational talk, Davide Mazzanti, CT della nazionale italiana femminile di pallavolo. Mazzanti ha sviluppato una riflessione sul concetto di sconfitta.

Perdere è normale; non lo è, al contrario, scappare ogni volta. Accettare la sconfitta è capire il valore della vittoria. Non significa essere resilienti e pazienti, ma avere la forza di cambiare ed essere anti-fragili

Davide Mazzanti

Su questa base si è poi parlato della differenza tra sogni e desideri: i primi ti soddisfano quando li realizzi, i secondi quando li vivi, quindi non finiscono mai. Un altro pensiero e insegnamento che traiamo da Davide è quello di “imparare a stare da soli con le nostre percezioni, imparare a fidarci di esse e a lasciarci guidare dalla visione che abbiamo, non da ciò che succede”. Importante, per Mazzanti, è anche la “contaminazione intergenerazionale” che permette all’adulto di dare una visione al giovane e al giovane di riconsegnare energia ed entusiasmo all’adulto. Il momento si è concluso con un messaggio importante da portare con sé: “La passione è alla base di tutto, il talento si pone poi al servizio della passione. Quel che c’è di più importante è essere autentici, trovare una via di mezzo tra essere umili e provare una sana presunzione.”

Davide Mazzanti durante il suo ispirational talk ph. Ashoka

A seguire hanno avuto luogo gli interventi di Susanna Croci, giovane partecipante a Gen C dello scorso anno, e Massimo Vallati, Ashoka Fellow, concentrati sul vero significato e sul valore del cambiamento. Per Susanna “dobbiamo avere la responsabilità di rendere il cambiamento da momentaneo a quotidiano”; Massimo, invece, grazie al suo progetto di Calcio Sociale, ritrova in questo sport un agente di cambiamento per i giovanissimi.

Nel pomeriggio si è tenuta la premiazione dei Giovani Changemaker e dei Mentor, i quali si sono trovati a rispondere a una serie di domande. “Cosa vi ha spinto a diventare changemaker?” le risposte hanno spaziato dal desiderio di cercare qualcuno con cui fare rete e collaborare, allo scoprire altre realtà e trovare mentor, ossia qualcuno con cui costruire qualcosa di nuovo e diverso; dal voler sperimentare le proprie idee, sino a mettere alla prova il progetto per capire se fosse veramente in grado di portare cambiamento. Anche le aspettative sono varie: creare sinergie e momenti di confronto, trovare nuove ispirazioni, arrivare ai giovani, provare emozioni, mettere in atto uno scambio di informazioni, idee e competenze per crescere insieme. E perché “i progetti sono autentici?” “perché raccontano una parte di me, qualcosa che ho provato sulla mia pelle, ho reso un’esperienza personale un’azione, aiuto così come io in passato non sono stata aiutata”. I suggerimenti dei mentor, invece, si possono riassumere in: seguire i propri ideali con energia ed entusiasmo, portare avanti con forza la propria idea, salvaguardare e far crescere i talenti, dare strumenti concreti.

La giornata si è conclusa con delle sessioni parallele che hanno previsto momenti di confronto tematici e, infine, con la parola ai partner. Abbiamo lasciato Roma arricchiti dai momenti di confronto e dialogo, dagli incontri e dalle nuove conoscenze che, ci piace pensare, sono scintille per un futuro luminoso e di cambiamento!