Terra di nessuno

Terra di nessuno è un fotoracconto artistico che affronta il tema del non binarismo di genere, ponendo al centro il forte legame con la natura.

Di Elena Lunelli
Mentor: Paulo Lima

Il progetto ”Terra di nessuno” rappresenta il non binarismo di genere proiettato in un mondo ideale, dove sono abbattuti pregiudizi, odio e paura della diversità, favorendo nuovi punti di vista e d’incontro. Questa realtà è rappresentata dalla natura che agisce come ponte d’unione e un luogo di spazio intermedio senza confini. La natura è la terza strada, che si allontana dall’estremo binarismo radicato all’interno della società e attraversa la fluidità e la ricerca di sé.

L’intenzione è quella di evidenziare la lampante “contaminazione” proveniente dal mondo faunistico e floristico, dove risiedono moltissime specie ermafrodite con connotazioni maschili e femminili non definite. Ciò dimostra che appartenere ad un genere fuori dal modello convenzionale, uomo e donna, non possa essere considerato “contro natura”.

In alcune fotografie, le piante provviste di fiori ermafroditi si uniscono con le persone ritratte, creando una sovrapposizione di elementi. L’utilizzo delle piante esalta il lato materico e tattile del progetto e allo stesso tempo elimina i tratti connotativi maschili e femminili, dando una nuova visione del corpo.

Il metodo della cianotipia marca l’imprevedibilità e l’incapacità di controllo. L’immagine verrà “contaminata” dal sole e dal suo movimento, dalla pressione della pennellata sul foglio, dai riflessi e dall’intensità della luce rendendo l’immagine unica e quindi non riproducibile in egual modo. In questa tecnica ho trovato una grande correlazione tra l’unicità degli esseri viventi e l’influenza che ogni piccolo cambiamento o comportamento del singolo possa avere sulla sfera globale.

Il progetto racconta la storia di: Este, Ash e Dafne, tre persone non binarie. Le foto, saranno affiancate da un piccolo testo dove i soggetti raccontano la loro visione e la propria storia.

Cos’è il non binarismo di genere?

Per identità di genere non binarie si intendono tutte quelle identità di genere che non ricadono nelle categorie tipicamente adottate della cultura occidentale, che vede il genere rigidamente diviso tra due distinte polarità (uomo o donna). Parlando di persone non binarie, ci si riferisce quindi a una vasta gamma di identità differenti e di possibili modi in cui le persone esperiscono il proprio genere, come ad esempio: una assenza di genere (per esempio: agender), una presenza di più di un genere (per esempio: bigender, pangender), una fluttuazione tra diversi generi (per esempio: genderfluid), l’identificazione con un genere neutro all’interno dello spettro uomo/ donna o al di fuori di esso (per esempio: genderqueer, genere neutro, terzo genere) oppure una parziale identificazione con l’essere uomo o donna (per esempio, dall’inglese: demiboy o demigirl). È importante sottolineare che le identità non-binary non sono un fenomeno nuovo, ma si possono trovare alcuni esempi nella storia e in culture differenti. 

(fonte: https://www.opl.it/public/files/18877-OPL_Dossier_No-Binary_COL.pdf )

Cos’è la cianotipia?

La cianotipia è un metodo di stampa fotografica, o almeno nata come stampa fotografica, inventata dallo scienziato Sir John Herschel che nel nel 1842 pubblica un articolo scientifico a riguardo. Il processo della cianotipia è piuttosto semplice, abbiamo due componenti, due sali, potassio ferrocianuro e ferrico ammonio citrato, che mischiati diventano reattivi alla luce ultravioletta. La miscela di questi due sali in acqua viene applicata su una superficie come carta o tessuto e viene asciugata in assenza di luce.

Il supporto imbevuto e asciutto può quindi essere esposto alla luce per essere impresso. Una volta che il nostro disegno o gli oggetti sono disposti sulla superficie da imprimere esporremo il tutto alla luce UV, che può essere sia naturale, quindi quella del sole, oppure artificiale. I tempi di esposizione, cioè di permanenza sotto alla luce, possono variare molto a seconda dell’intensità della luminosa.

Passato questo tempo, in cui la luce UV farà reagire le sostanze, prenderemo il nostro foglio e lo sciacqueremo sotto acqua corrente. Le parti esposte alla luce ultravioletta diventeranno blu perché la reazione avrà prodotto il pigmento insolubile del Blu di Prussia. Mentre, nelle parti coperte dal disegno o dagli oggetti, i sali verranno lavati via lasciando il colore originale del nostro supporto. (fonte: https://manisinistre.com/2023/02/18/cose-la-cianotipia/ ) (processo di stampa illustrato: https://www.accademiatf.eu/post/la-cianotipia-la-tecnica-più-semplice-per-le-tue-stampe-fai-da-te)

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“Tutto sta nel modo in cui vediamo le cose” e vorrei farvi vedere come mi vedo io.

Sono Este e ci è voluto un po’ di tempo per vedermi e per far vedere alle persone come mi vedo.

Mi sono sempre fatto tante domande e ho fatto molta fatica a trovare le risposte che cercavo. 

Iniziando ad andare a gruppo giovani di Arcigay abiamo affrontato il tema del coming out e ognuno a turno diceva la propria esperienza. All’incontro erano presenti delle persone non binarie e transgender e quando hanno iniziato a raccontare sono scoppiato a piangere perché mi riconoscevo, per la prima volta, in quello che si identificano anche loro. Finalmente avevo trovato qualcuno che vedeva le cose come le vedevo io.

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Io sono Ash. 

Capire la mia identità di genere è stato molto difficile. Ad oggi non sono nemmeno sicuro di essere effettivamente arrivato alla giusta conclusione. 

Quello che so è che non sono una ragazza e non mi sono mai sentito tale. 

I miei genitori all’inizio non l’hanno presa bene, ma noto lo sforzo che fanno ogni giorno per starmi vicino e mi rispettano, anche se non mi capiscono. Mi rendo conto di essere molto fortunato in questo. 

Fino alle medie le uniche rappresentazioni di persone T* erano alcune donne trans, e venivano sempre viste come qualcosa di negativo, da evitare il più possibile. Alle superiori fortunatamente ho avuto la possibilità di informarmi e comprendere il significato di “identità di genere”. 

Quando ho fatto coming out ai miei amici, ero l’unico ad essersi esposto come persona queer, e fino a quando non sono andato all’università mi sono sentito tagliato fuori. Ora sono circondato da magnifiche persone queer, che mi fanno sentire al sicuro e parte di un gruppo.

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Non mi sento uomo, non mi sento donna, mi sento Dafne. 

La società non mi riconosce così, e mi vuole categorizzare.

Sui documenti si scrive solo M o F e non esistono possibili alternative.

Non posso essere riconosciuto come me stessa senza dover spiegare e sperare di essere creduto.

Non posso avere un corpo che io senta mio senza cambiare legalmente il mio genere in un altro, che per me è ugualmente sbagliato.

Con i legami stretti presenti nella mia vita, o da sola nella natura, sento che sono essenzialmente Dafne e che esisto, nonostante la società non mi veda.