Educazione alla cittadinanza globale: obiettivo fondamentale per la politica

In 200, tra rappresentanti della società civile, delle istituzioni e accademici si sono riuniti per discutere di un solo traguardo tra i 169 elencati nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. E’ avvenuto ad Helsinki, durante la conferenza Envision 4.7 organizzata da Bridge 47, rete di organizzazioni della società civile: due giorni per discutere e progettare congiuntamente le raccomandazioni per il raggiungimento dell’obiettivo di sviluppo sostenibile 4.7.

di Stefania Cavallaccio  articolista dell’Agenzia di Stampa Giovanile

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L’obiettivo 4.7 recita “Entro il 2030, assicurarsi che tutti gli studenti acquisiscano le conoscenze e le competenze necessarie per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso, tra l’altro, l’educazione per lo sviluppo sostenibile e stili di vita sostenibili, i diritti umani, l’uguaglianza di genere, la promozione di una cultura di pace e di non violenza, la cittadinanza globale e la valorizzazione della diversità culturale e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile.”

Tale processo educativo, che prende il nome di Educazione alla Cittadinanza Globale (ECG), ha carattere funzionale per il raggiungimento di tutti gli altri obiettivi dell’Agenda, innescando cambiamenti culturali necessari alla creazione di società inclusive, eque e sostenibili. Augurando buon lavoro ai partecipanti, Rilli Lappalainen, presidente e fondatore di Bridge 47, ha sentenziato a riguardo “Nessuno degli obiettivi dell’Agenda 2030 potrà essere raggiunto senza il traguardo 4.7”.

La natura trasformativa dell’Educazione alla Cittadinanza Globale è stata sottolineata anche dal discorso di apertura della Ministra dell’educazione finlandese, Li Andersson. La Ministra ha voluto rimarcare l’importanza dell’ECG nella creazione (e mantenimento) di società democratiche, caratterizzate da una cittadinanza consapevole e responsabile.

I lavori della conferenza sono poi continuati a ranghi serrati per due giorni, durante i quali i partecipanti hanno potuto dare il proprio contributo alla discussione attorno a sei diverse dimensioni da considerare per il raggiungimento dell’obiettivo di sviluppo sostenibile 4.7. Queste componenti sono: l’educazione trasformativa, il valore del processo di apprendimento lungo tutto il corso della vita, la cooperazione intersettoriale, gli indicatori per misurare l’avanzamento e l’impatto, le competenze promosse e le risorse da destinarsi al raggiungimento del traguardo.

La varietà delle voci ascoltate si figura in linea con il principio di cooperazione tra diversi settori e attori: rappresentanti delle reti di sindacati studenteschi – Organising Bureau of European School Student Unions (OBESSU) ed European Students’ Union (ESU) – hanno collaborato con membri di organizzazioni della società civile, reti sovranazionali, decisori politici e organismi delle Nazioni Unite quali l’UNESCO.

La conferenza ha avuto esito nella redazione del documento di raccomandazioni Envision 4.7: Roadmap In Support Of SDG Target 4.7. La Roadmap sollecita l’Unione Europea, il Consiglio d’Europa e i governi nazionali ad istituire politiche, coerenti e coordinate, in materia di Educazione alla Cittadinanza Globale per il raggiungimento dell’obiettivo 4.7.

Le raccomandazioni giungono in un momento cruciale soprattutto per l’Unione Europea, che si approccia alla nuova programmazione pluriennale 2021-2027. Immediato supporto e impegno alla diffusione della Roadmap sono stati dichiarati dai rappresentanti delle reti nazionali SLOGA, IDEA e Fingo, oltre che dal Governo finlandese, promotore dell’incontro e impegnato nel semestre di presidenza europea.

Dall’Italia sono state rappresentate realtà della società civile (ACS – Associazione di Cooperazione e Solidarietà, Oxfam Italia, CISP, ProgettoMondo MLAL, Associazione il Nostro Pianeta, CVM); assenti invece gli interlocutori politici a cui la Roadmap si rivolge, seppur contattati attraverso la rete GENE, che raccoglie i decisori politici europei in materia di ECG. Gli organizzatori riferiscono la difficoltà di individuare figure preposte a trattare l’argomento all’interno delle strutture governative italiane.