Dubai, terzo giorno di COP28. L’Italia in scena al vertice

Il terzo giorno di COP28 ha visto la premier italiana Meloni prendere la parola di fronte ai Capi di Stato, il Sud America diviso sull’addio ai combustibili fossili e l’Africa attenta ai risvolti del clima sulla salute. Ecco un resoconto.

Di Ilaria Bionda

Il terzo giorno di COP28 si è aperto ancora sull’onda dell’entusiasmo per l’annuncio dei contributi economici dedicati al Loss and damage fund, il fondo per perdite e danni dedicato ai paesi del mondo più vulnerabili di fronte agli effetti della crisi climatica. Tanto si è sentito parlare della cifra – di ben cento milioni di euro – messa sul tavolo da Giorgia Meloni, che ha posto l’Italia tra i primi contributori del fondo. 

Terzo giorno che si è aperto proprio nell’attesa del discorso inaugurale della Premier italiana, previsto per la seconda tornata degli interventi dei Capi di Stato, in programma per le prime ore della mattinata di sabato 2 dicembre. Nei tre minuti a disposizione, Meloni ha evidenziato la necessità di azioni concrete e la prosecuzione degli obiettivi globali di triplicazione della capacità di generazione di energia rinnovabile e di raddoppiamento del miglioramento dell’efficienza energetica. Inoltre, la Premier ha parlato del nuovo Piano per l’Energia e il Clima, del Fondo Italiano per il Clima e dei rapporti con l’Africa, anche in termini di migrazioni.

Terzo giorno che avrebbe dovuto essere anche il giorno di Papa Francesco, il primo papa a dimostrare l’intenzione di partecipare alla Conferenza Onu sul clima. Il pontefice ha rinunciato al viaggio e alla partecipazione a causa di problemi di salute, ma le sue parole sono state lette dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede. Papa Francesco ha incentrato il suo intervento sulla domanda “Lavoriamo per una cultura della vita o della morte?”, ponendo al centro il futuro, i poveri e le nuove generazioni. 

Discorsi dei Capi di Stato che hanno poi sottolineato due grandi mancanze: il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e il Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping. Entrambi hanno inviato i loro vice e, quindi, la loro non si è trattata di un’assenza totale, ma la mancata presenza in prima persona è comunque una scelta da non sottovalutare.

In questo terzo giorno sono anche arrivate notizie opposte dal Sud America. Da un lato spicca l’azione virtuosa della Colombia che, nonostante le sue numerose industrie petrolifere, si è associata ufficialmente all’alleanza internazionale in richiesta di un trattato per la non proliferazione dei combustibili fossili. Dall’altro lato emerge, invece, un grande passo falso del Brasile. Il presidente Lula, presentatosi alla COP con una numerosa delegazione per perseguire il dichiarato ambizioso obiettivo di eliminazione della deforestazione entro il 2030, viene contraddetto dalla dichiarazione del Ministro dell’energia brasiliano, Silveira, che ha annunciato l’allineamento del Brasile con l’Opec+, che comprende i principali produttori di petrolio e altri 10 alleati. 

Dall’Africa, invece, è giunta una richiesta importante. All’interno della prima COP con un’intera giornata dedicata alla tematica della salute (in programma per domenica 3 dicembre), le delegazioni africane anticipano il tema e pongono l’accento sulla necessità di sistemi sanitari resilienti, per poter gestire meglio gli impatti del cambiamento climatico sulla salute umana.

Articolo pubblicato anche su Il T quotidiano del 3 dicembre 2023