La campagna Vesti Trasparente si è presentata giovedì 19 maggio

Vesti trasparente si presenta!

La campagna “Vesti Trasparente” è entrata nel vivo giovedì 19 maggio, quando la 4A degli Artigianelli di Trento ha fatto un’azione di volantinaggio in giro per la città. L’obiettivo è quello di sensibilizzare quante più persone possibili sull’impatto ambientale e sociale del fast fashion. A Trento sono già appesi da qualche settimana i manifesti realizzati dai ragazzi e dalle ragazze.

di Marianna Malpaga

Alle 12 di giovedì 19 maggio, puntuali, gli studenti e le studentesse della 4A degli Artigianelli sono usciti da scuola e hanno girato per le strade della città di Trento. Fin qui tutto “normale”. Ma gli studenti avevano con sé anche dei cartelloni con le foto di persone nude e fermavano le persone in città per consegnare loro dei volantini.

Gli studenti della classe 4A degli Artigianelli per le strade di Trento giovedì 19 maggio

Quel giovedì, infatti, è stata inaugurata la campagna “Vesti trasparente”, portata avanti da CSV Trentino con l’Istituto Artigianelli di Trento e in collaborazione con Campagna Nazionale Abiti Puliti, la cooperativa di commercio equo Fair e l’Associazione Viração&Jangada.

La campagna vuole accendere i riflettori sul mondo del fast fashion, con tutte le sue ombre. Per questo l’invito è quello di “vestire trasparente”, cercando di capire da dove proviene ciò che indossiamo e se chi ha prodotto i nostri capi è stato sfruttato o è stato pagato equamente.

“Ho scoperto che ci sono persone che sono state sfruttate per creare ciò che indosso”, racconta Christian, uno studente che ha partecipato alla realizzazione della campagna. Dopo un momento di formazione, infatti, gli studenti hanno studiato il target dell’azione e, grazie all’aiuto di un fotografo, Massimo Giovannini, hanno progettato i cartelloni che ora sono affissi nelle pensiline delle fermate degli autobus e in giro per la città.

Gli studenti degli Artigianelli hanno progettato i cartelloni della campagna “Vesti trasparente”

Per la parte di formazione sono stati coinvolti degli esperti del settore, in particolare Deborah Lucchetti, coordinatrice nazionale della Campagna Abiti Puliti, che si occupa di fare advocacy proprio nel settore del fast fashion per migliorare le condizioni dei lavoratori. Hanno parlato con gli studenti della 4A degli Artigianelli anche Redo, Cooperativa Alpi, Roberto Barbiero dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (Appa) e Paulo Lima per Viração&Jangada.

“I QR sui manifesti – spiega Giulia De Paoli, che ha seguito il progetto per CSV Trentino – rimandano a fashion checker, un’indagine portata avanti da Campagna Abiti Puliti sui principali marchi del settore dell’abbigliamento”.

“Siamo sempre stati attenti ai progetti di sensibilizzazione, che possono far crescere i ragazzi non solo dal punto di vista professionale – raccontano i professori Daniele Fortarel e Massimo Franceschini, dell’area grafica degli Artigianelli, che hanno seguito il progetto -. Dopo alcune ore di formazione, abbiamo diviso i ragazzi in piccoli gruppi che hanno realizzato il prodotto grafico”.

Le foto dei manifesti di “Vesti trasparente” sono state scattate, a serrande abbassate, Interno 11, Barrio e Due Punti. I ragazzi hanno lavorato proprio su queste foto per costruire la grafica dei manifesti. “Ho avuto l’occasione di approfondire le mie conoscenze nell’ambito del fast fashion e dello sfruttamento dei lavoratori – dice Nicolò, uno studente della 4A -, anche se già in parte ero a conoscenza di queste dinamiche. Comunque è importante essere consapevoli, perché saremo noi a cambiare il Pianeta”.

I volantini di Vesti Trasparente sono stati consegnati in città. In Piazza Cesare Battisti c’è stato anche un “doppio scambio” di volantini

Ecco cosa c’era scritto sul volantino consegnato ai passanti:

I tuoi vestiti sono trasparenti?

I marchi del settore dell’abbigliamento e della moda spendono milioni in pubblicità per raccontarsi, ma ci dicono davvero tutto? Garantire la trasparenza significa rivelare le informazioni che riguardano la filiera della produzione e della vendita dei vestiti. La poca chiarezza non migliora le condizioni di lavoro e l’impatto ambientale dell’industria della moda.

Perché è importante per te?

Se hai le informazioni adeguate, puoi essere più responsabile nelle tue scelte di acquisto ed evitare di sostenere lo sfruttamento delle persone e dell’ambiente.

Scopri la realtà dei fatti e metti alla prova i brand che ti vestono. Vai su fashionchecker.org per scoprire la vera storia dei vestiti che indossi.

I volantini consegnati dagli studenti degli Artigianelli in città per la campagna Vesti Trasparente

Si scopre così, per esempio, che per produrre una semplice t-shirt vengono usati circa 2.700 litri d’acqua, pari al consumo di acqua di una persona in 2 anni e mezzo. E che il salario mensile di una persona etiope che lavora nell’industria tessile è il più basso al mondo ed è di 24,74 euro al mese. Infine, che ci sono diversi marchi del lusso italiano che non rivelano con trasparenza dove e come sono prodotti i vestiti.