Un parco senza frontiere
Un progetto che mira a rendere il Parco Naturale Adamello Brenta accessibile a tutte e tutti, superando qualsiasi barriera posta dalla disabilità, grazie alla tecnologia della realtà virtuale.
Di Ilaria Bionda
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Superare qualsiasi limite e rendere gli ambienti naturali del Trentino accessibili a tutte e tutti. Questo è l’obiettivo di Parco senza frontiere, il progetto ideato e sviluppato da Anffas Trentino Onlus (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) e dal Parco Naturale Adamello Brenta in collaborazione con l’agenzia di comunicazione Medialab di Bolzano, per rendere il Parco visitabile senza alcun ostacolo posto dalle diverse disabilità.
Il progetto prevede un’applicazione digitale che offre una mappa interattiva di 32 diversi punti del Parco Naturale, spaziando dalle rive di un laghetto montano, ai piedi di una cascata, sino ai pressi di un rifugio. Realizzata con la tecnologia della realtà virtuale, l’app è fruibile con un visore, per permettere anche a chi non può recarvisi fisicamente di vivere le emozioni dei panorami dell’area protetta più estesa del Trentino. Ad accompagnare l’esperienza immersiva una voce narrante che, grazie a parole semplici, aiuta a comprendere al meglio e a contestualizzare ciò che si sta guardando.
Antonio Longo, di Medialab, ci racconta che il progetto ha avuto una genesi di un anno: “Come agenzia di comunicazione, soprattutto durante la pandemia, abbiamo voluto ragionare sulle nuove modalità di comunicazione, tra cui la realtà virtuale e la realtà aumentata, in crescita ma ancora poco utilizzate dalle aziende. Abbiamo fatto diversi ragionamenti e, leggendo poi il bando della Fondazione Caritro, abbiamo deciso che poteva essere interessante sviluppare un progetto che favorisse l’inclusività partendo dal patrimonio naturalistico del Trentino”.
Il risultato finale è stato raggiunto dopo diversi passaggi: mappatura del parco, individuazione dei luoghi da inserire, riprese video a 360° e inserimento nell’app sotto forma di mappa. “In fase di progettazione – sottolinea Antonio Longo – si è data grande importanza all’accessibilità dei contenuti, sia per quanto riguarda la scelta delle immagini e delle prospettive da utilizzare, sia per la stesura dei testi, che sono stati elaborati dagli esperti del Parco e poi resi da Anffas in un linguaggio semplificato e inclusivo”. Il tutto è stato infatti costruito mediante l’utilizzo del linguaggio ETR – Easy To Read, per rendere le informazioni accessibili al più ampio pubblico possibile.
Trattandosi di un progetto molto importante e ambizioso, abbiamo chiesto ad Antonio Longo se si sono riscontrate delle difficoltà nella realizzazione del progetto: “Sì ma sono state difficoltà che a noi piacciono. Non è facile partire da un’idea e trovare dei partner, ma grazie all’impegno e a un lavoro certosino siamo arrivati a ottenere risultati importanti sia dal punto di vista tecnico, di sviluppo dell’applicazione, sia da quello dello sviluppo della rete dei contatti, che è cresciuta moltissimo. Questo è il risultato più bello e interessante”.
Parco senza frontiere è stato difatti realizzato grazie al contributo economico della Fondazione Caritro e al sostegno di numerosi altri soggetti. La Fondazione Cassa Rurale Val di Non ha unito questo progetto ad altri già in corso, mettendo in atto una vera e propria intersezione e coinvolgendo anche Casa Sebastiano, alla quale verranno donati alcuni visori per agevolare i percorsi rieducativi dei ragazzi affetti da autismo. L’azienda Diactecx ha aggiunto ulteriore valore, trattandosi di una realtà locale ma a respiro internazionale, così come è stato importante il supporto della Fondazione Amplifon che, con la sua attività ordinaria, lavora per migliorare il benessere sociale degli anziani. Le RSA di Mezzolombardo, Mezzocorona e Cles hanno fornito un importante contributo effettuando alcune fasi di test con i propri ospiti: da ciò è emerso come le persone più anziane possono beneficiare largamente dalla realtà virtuale che risveglia in loro un passato mai dimenticato, portando a provare forti emozioni. Infine, l’APT di Madonna di Campiglio ha permesso di intercettare le diverse esigenze e di sensibilizzare sul tema dell’accessibilità anche dal punto di vista turistico.
È proprio il tema della sensibilizzazione ad emergere come centrale per tutto il progetto. In relazione a ciò, Longo ci riferisce: “Bisogna sempre di più sensibilizzare non solo la politica e chi amministra, ma anche l’opinione pubblica. Solo così si possono abbattere tutte le barriere. Più si riesce a fare attività comunicativa in questo ambito, più si sensibilizza, più si raggiungono risultati per una società migliore”. L’idea del progetto si basa, infatti, sul “concetto di inclusione e accessibilità, sulla volontà di avere una società che sia per tutti e da cui nessuno risulti escluso”.
Da questo emerge anche l’aspetto più soddisfacente del progetto per Antonio: “La soddisfazione principale la traggo dal punto di vista umano e personale, la ritrovo nell’aver conosciuto il mondo della disabilità. All’interno del progetto abbiamo cambiato approccio: prima lo scopo era creare un’applicazione per le persone con disabilità per scoprire il parco, poi si è trasformato nel creare una società inclusiva con tutti e per tutti, in cui la tecnologia non è dunque il fine ma lo strumento.” Il progetto è stato fondamentale anche perché: “ho conosciuto da vicino le persone con disabilità e le loro famiglie e ciò mi ha reso una persona migliore, ne sono molto arricchito”.