L’incontro sullo spreco alimentare al Poplar Cult. Credit: Poplar Instagram

Spreco alimentare? “Non si butta via niente”!

Nell’ambito di Poplar Cult – conferenze, dibattiti e incontri pomeridiani organizzati da Poplar Festival – si è tenuto giovedì 15 settembre un panel sull’attualissimo tema dello spreco alimentare. Sono intervenute la presidente di Risto3 e la referente per il Trentino di TooGoodToGo.

di Ilaria Bionda, articolista di Agenzia di Stampa Giovanile

Lo spreco alimentare è una delle tante facce della crisi climatica e dei comportamenti da correggere ed evitare per un futuro globale migliore. Secondo una ricerca di Wastewatcher – osservatorio internazionale sullo spreco alimentare domestico e sulle abitudini di acquisto, gestione e fruizione del cibo – in Italia si sprecano a testa circa 593 grammi a settimana di prodotti alimentari, che moltiplicati per un anno intero ammontano a 308 chilogrammi. Cifre esagerate che dimostrano quanto sia urgente agire per arginare tali sprechi.

Too Good To Go, azienda danese fondata nel 2015, si propone proprio di evitare che il cibo venga sprecato nelle diverse attività in cui viene venduto, dalle panetterie ai supermercati, dalle pasticcerie ai bar. Ormai diffusissima, l’applicazione per cellulare permette ad ognuno di noi di vestire i panni del Waste Warrior – ossia del guerriero contro lo spreco – e di salvare del cibo, mediante l’ordine e l’acquisto di una “magic box”, un pacco “segreto” contenente alcuni prodotti di giornata invenduti o in scadenza, a un terzo del prezzo originale. Per Lucrezia Fanottoli, referente per il Trentino dell’azienda, Too Good To Go è uno strumento “per permettere agli individui di fare qualcosa di buono, la propria piccola parte per salvare il mondo”, oltre che per mettere in atto un’importante sensibilizzazione contro lo spreco alimentare.

Per citare qualche numero che dimostri quanto l’applicazione funzioni, dalla sua fondazione sono state salvate 160 milioni di box grazie a 63 milioni di persone coinvolte, che hanno così permesso di risparmiare a livello globale ben 400mila tonnellate di Co2. Anche in Italia i numeri sono elevati e l’accoglienza positiva, benché il percorso dell’App sia iniziato solamente nel 2019; simile la situazione a Trento, dove dal 2020 a oggi hanno aderito circa 65 punti di ritiro e le magic box salvate si aggirano intorno alle 24mila.

Too Good To Go non è, però, solo un’applicazione. Il progetto si pone anche l’obiettivo di trattare a 360° il tema della lotta allo spreco alimentare, per veicolare il messaggio al maggior numero di persone e di soggetti. Sono infatti numerose le collaborazioni con aziende, scuole e industrie per diffondere l’importanza di questi argomenti; vengono altresì organizzati webinar ed è stato pubblicato anche un manuale contro gli sprechi fruibile da tutti, dai più piccoli ai più grandi. “Siamo molto capillari e adattati ai diversi soggetti” spiega la referente, prima di introdurre il progetto delle “Etichette Consapevoli che sensibilizzano sulle scadenze e comunicano che è spesso opportuno utilizzare il buon senso per valutare se un prodotto è ancora commestibile o se è realmente andato a male”.

Sul tema del contrasto allo spreco alimentare è attiva anche Risto3, la più grande realtà trentina di ristorazione organizzata che si occupa di rifornire un grande numero di mense, dalle scolastiche alle aziendali, sino a quelle di ospedali e case di riposo. Risto 3, come spiega la presidente Camilla Santagiuliana, “è una cooperativa di produzione lavoro e, in quanto tale, molti dei suoi lavoratori ne sono anche soci. Per questo motivo c’è una grande attenzione al suo miglioramento, anche in ottica di legame con il territorio”. Tutto ciò, al momento presente, non può prescindere da una particolare attenzione alla lotta allo spreco. Nel concreto, in un’azienda come Risto3 gli sprechi si riducono “sin dall’inizio, pianificando tutto”.

Ma non finisce qui. La cooperativa si occupa anche di “educazione alimentare” che, per la sua presidente, “non si tratta di un’imposizione dietetica, bensì di una sensibilizzazione che porti alla motivazione e all’attenzione”. Per questo motivo, Risto3 è impegnata anche nelle classi scolastiche, oltre che ad organizzare eventi per i cittadini.

Santagiuliana ha poi voluto anche sottolineare la differenza tra “eccedenza” e “spreco” alimentare. Il cibo “in eccedenza” è pronto per essere consumato ma viene avanzato, quello “sprecato” è invece ciò che rimane nei piatti o si deteriora in frigorifero e, pertanto, deve essere gettato nella spazzatura. Lo spreco si può prevenire, educando, l’eccedenza invece può avere un risvolto positivo: “Risto3 collabora con il Banco Alimentare per donare gli avanzi pronti alle persone in difficoltà”.

Durante l’incontro si è poi parlato dell’importanza del ruolo del singolo e del timore di “deresponsabilizzazione”, ossia l’evitare di agire poiché ci si sente inutili e impotenti. Per entrambe le relatrici il singolo può e deve fare la differenza, la difficoltà sta nell’approccio: “Se si compie un’azione perché ci si sente in dovere o perché va di moda, ci sono dei grandi limiti. È invece opportuno decidere su cosa investire, agendo sulla base delle proprie propensioni e dei propri valori” spiega Santagiuliana.

È chiaro che nel corso degli anni il consumatore è cambiato e, oggi, risulta maggiormente informato e attento alle scelte che compie. Ciò nonostante “spesso i prodotti si dividono in due categorie, ciò che fa bene e ciò che, invece, dà soddisfazione” afferma Fanottoli. È invece opportuno eliminare questa opposizione e “con pazienza cercare di rendere gradito al palato anche ciò che normalmente viene scelto solo perché salutare, ma che non si apprezza e si finisce per sprecare. Bisogna dare valore agli alimenti”.