Parigi triplica i costi dei parcheggi per SUV

La capitale francese difende la qualità dell’aria e la sicurezza scoraggiando i proprietari di macchine pesanti a parcheggiare nelle zone centrali.

di Maddalena Russo
Mentor: Marianna Malpaga

La riforma

Il 4 febbraio 2024 i cittadini parigini sono stati chiamati a votare per un mini-referendum. La domanda posta è stata: “A favore o contro la creazione di un costo specifico per il parcheggio di macchine individuali pesanti, ingombranti e inquinanti?”. La proposta riguardava la creazione di un costo specifico per il parcheggio delle macchine più pesanti.

Le motivazioni principali spiegate dalla sindaca Anne Hildago sono l’aumento della sicurezza stradale, la diminuzione dell’inquinamento e la giustizia sociale. Obiettivi che si raggiungerebbero facendo pagare maggiormente principalmente gli autisti più benestanti che ancora non si sono adattati alle regole non scritte per diminuire le emissioni. Il “sì” ha vinto con il 54.55% dei voti. Nel dettaglio, dal primo settembre i proprietari non residenti di macchine a combustione o ibride che pesano più di 1,6 tonnellate o di macchine elettriche che pesano più di 2 tonnellate dovranno pagare 18 euro all’ora per parcheggiare in centro città e 12 euro per lasciare la propria macchina in altre zone. Questo aumento delle tariffe dovrebbe generare un incremento di 35mila euro nelle entrate della città.

Opinioni

Il referendum è stato promosso da gruppi di attivisti e di residenti scontenti della presenza di questi mezzi in città. Voler diminuire l’inquinamento e migliorare la mobilità dolce sono sicuramente motivazioni che hanno spinto l’amministrazione a sostenere questi cittadini. Tuttavia, alcuni scettici ritengono che una riforma del genere possa limitare la libertà personale di scegliere il mezzo che si vuole per i propri spostamenti. Cristophe Béchu, il ministro per le transizioni ecologiche e per la coesione dei territori francese, ha criticato l’iniziativa definendola “ambientalismo punitivo”. Ma alzare i prezzi del parcheggio nella zona urbana è davvero una regola così ingiusta?

Nonostante le motivazioni di questo referendum coinvolgano  tutti i cittadini, l’affluenza a questi mini-referendum è sempre molto scarsa. Soltanto il 5.7% degli aventi diritto al voto ha effettivamente espresso un’opinione. Un risultato leggermente peggiore rispetto a quello ottenuto dal referendum dello scorso 2 aprile, che riguardava invece i monopattini elettrici, e che ha raggiunto un 7.46%. Dopo questa votazione è stato posto il divieto di noleggiare le “trottinette” a Parigi ed è stata alzata l’età minima per usarli.

I problemi dei SUV

La parola SUV sta per “Sport utility vehicle”. Questi tipi di veicoli stanno diventando sempre più richiesti: nel 2022 rappresentavano quasi la metà delle automobili vendute. L’impennata delle vendite ha avuto un effetto sulle emissioni: nello stesso anno, le emissioni di anidride carbonica emesse da SUV è aumentata di 70 milioni di tonnellate.

Questo perché la produzione di macchine più grandi è più inquinante, il peso maggiore porta ad un deterioramento delle strade e degli pneumatici più importanti aumentando le polveri sottili. Le emissioni “pro capite” dei passeggeri sono quindi più alte. Il successo dei SUV è spiegato dal senso di sicurezza (garantito solo ai passeggeri, perché la mortalità per i pedoni in caso di incidenti è aumentata) che emana e dalla grande promozione che viene fatta per venderli, visto che rappresentano una fonte di guadagno importante per i rivenditori. I problemi dei SUV nelle città, oltre a quelli che riguardano l’inquinamento, il maggiore consumo di energia e la sicurezza, sono anche di condivisione equa dello spazio, soprattutto in città storiche dove le strade possono essere troppo strette per ospitare mezzi così grandi.

Simili

Hildago sta lavorando duramente per l’ottenimento di una mobilità più sostenibile nella capitale della Francia, un paese che invece ama l’auto. Il numero di parcheggi e di strade percorribili in automobile sono diminuiti, mentre quello delle ciclabili è aumentato, anche in vista delle Olimpiadi che si terranno quest’anno proprio a Parigi. Il traffico in generale è diminuito: ad oggi due terzi degli abitanti di Parigi non ha una macchina. Ma il numero dei SUV aumenta, e ha ripercussioni sulla vita di chi in città ci abita.

Il referendum ha destato l’interesse di altre capitali. Diversi personaggi pubblici e famosi si sono espressi a riguardo. In passato l’interesse dei cittadini di avere meno SUV è stato espresso espresso in modi differenti: i “Tyre Extinguishers” (letteralmente: estintori di pneumatici) sono un gruppo di attivisti che esprimono il loro dissenso con attacchi diretti ai SUV, sgonfiando le ruote dei mezzi parcheggiati. Nonostante sia un atto estremo, dimostra che l’interesse nei confronti di questo tema c’è, e che va nella stessa direzione del risultato del referendum.

Per approfondire

Per saperne di più sulla tematica della mobilità sostenibile, lenta e dolce vi consigliamo la lettura dei seguenti articoli: Mobilità sostenibile in Italia: a che punto siamo? e COP28: Esempi virtuosi di mobilità attiva.