La serata di poteri for planet al Muse di Trento

Il poetry slam è un grido d’amore al nostro Pianeta

“Poetry for Planet” è un progetto che ha coinvolto sei poeti da tutta Italia. Una sfida all’ultimo verso che si è svolta al Muse il 20 marzo dopo tre giorni residenziali in cui i poeti hanno incontrato medici, attivisti e climatologi che hanno affrontato il cambiamento climatico da diversi punti di vista: l’obiettivo, infatti, era che i componimenti raccontassero l’importanza di salvare il nostro Pianeta.

di Marianna Malpaga

Una sfida all’ultimo verso, quella di Poetry for Planet, ma con una particolarità: ogni performance poetica, nella serata di domenica 20 marzo al Muse, è stata dedicata all’amore per il pianeta e alla necessità di salvarlo dall’incuria. 

“Poetry for Planet” è nato da un’idea di Chiara Di Benedetto e Lorenzo Marangoni con l’intenzione di parlare di salute globale, e in particolare di cambiamento climatico, ai più giovani. Quale tramite migliore della poesia, che non è più “lettera morta” ma che diventa anche arte performativa in grado di emozionare il pubblico? “Mi occupo di progetti di sensibilizzazione assieme a Medici con l’Africa Cuamm – racconta Chiara Di Benedetto – e mi sono accorta che spesso questi progetti non riescono a coinvolgere ragazzi e ragazze. Parlando con l’amico e collega Lorenzo Marangoni, abbiamo pensato che il poetry slam, presente dagli anni Ottanta ma diffusosi in Italia nell’ultimo anno e mezzo, potesse essere un buon modo di stimolare i giovani”.

Sono stati coinvolti quindi sei giovani poeti under 30 provenienti da tutta Italia: Gloria Riggio, Giuliano Logos, Olympia, Mattia Zadra, Cecilia Mariani e Max Di Mario. Ognuno di loro ha scritto e recitato due poesie dedicate alla Terra, che in alcuni casi si sono tradotte in vere e proprie “lettere d’amore”; un amore non sempre corrisposto e spesso difficoltoso. Prima che i poeti prendessero carta e penna, però, c’è stata una tre giorni di incontri al Muse. “I ragazzi sono stati a contatto con medici, attivisti climatici e guide del Muse – spiega Di Benedetto -; dopodiché hanno espresso in due pezzi originali quello che avevano visto e sentito in questi tre giorni residenziali”.

Oltre a loro, durante la serata al Muse si sono esibiti due studenti, Stella Ferretti e Antonino Pizzo, per un “sacrifice”, che è il pezzo con il quale, prima dell’inizio del poetry slam vero e proprio, si “rompe il ghiaccio”. 

La premiazione di Poetry for Planet: al centro la vincitrice Gloria Riggio

Il pubblico è stato coinvolto non solo emotivamente, ma anche “in fatto di conta”: i voti, infatti, sono stati stabiliti da una giuria selezionata tra le persone che hanno assistito alle performance. È risultata vincitrice Gloria Riggio, studentessa alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Trento, con le sue “Maddalusa” e “Chiuso per lutto”. “Maddalusa – spiega Riggio – è una spiaggia in provincia di Agrigento, da dove provengo, che si trova accanto a Porto Empedocle, uno degli hotspot della rotta mediterranea. È una poesia che avevo scritto l’anno scorso e che parla di una realtà che mi appartiene da sempre. Durante la tre giorni residenziale al Muse, però, ha acquistato un significato diverso: con Cuamm, per esempio, abbiamo parlato di come sia il sud del mondo che paga il prezzo più alto dei cambiamenti climatici e che è costretto a migrare”. 

“Chiuso per lutto”, invece, è nata proprio durante la tre giorni al Muse. “Ho scritto questa poesia di notte, dopo gli incontri – dice Riggio -: nel pezzo è come se si sovrapponessero due voci, la mia e quella della Terra, in un dialogo personale e meta-personale che si confonde. È un componimento interpretabile: secondo alcuni a parlare sono io, secondo altri invece la voce è quella della Terra”. La scelta della poetessa, che ha scritto i suoi primi componimenti alle superiori e che fa parte del collettivo Trento Poetry Slam, è stata quella di non usare mai parole “scientifiche”. “È come se si fossero svuotate di significato, talmente le conosciamo – afferma -, era importante invece usare il canale privilegiato della poesia, emotivo ed empatico”. Un canale che i poetry slam e la poesia perfomativa riescono a rafforzare, perché la poesia non è solo testo, ma diventa anche voce e recitazione: “Dopo l’evento – conclude Gloria Riggio – si sono avvicinate due bambine di 10 anni incuriosite dal poetry slam. Questo significa che la poesia performativa è davvero un mezzo potente, ed è sintomo di quanto sia importante che qualcuno ci parli di qualcosa che ci sta a cuore usando arte, voce e cuore”. 

La performance al Muse è stata preceduta da una tre giorni di approfondimento sul cambiamento climatico per i poeti

Poetry for Planet è un progetto di Medici con l’Africa Cuamm, Provincia di Trento, Fondazione Bruno Kessler, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, Informatici Senza Frontiere e MUSE. È stato realizzato con il supporto di AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e con la collaborazione di Viração&Jangada.