La nostra “agenda” per il cambiamento

Il quinto incontro di Circolo Climatico si è aperto con una riflessione sulle persone che ci ispirano nella vita quotidiana. Abbiamo poi “preso in mano” la situazione: anche se gli altri ci possono ispirare, siamo noi che dobbiamo diventare attori del cambiamento. Ogni partecipante ha quindi pensato a un’abitudine che potrebbe cambiare per diventare più sostenibile e l’ha presentata agli altri.

di Redazione

Un’agenda può servire per annotare degli appuntamenti, porsi degli obiettivi… ma anche per segnare qualcosa (o qualcuno) che abbiamo incontrato sulla nostra strada e che ci ha ispirati per la sua forza e il suo entusiasmo.

Siamo partiti con l’abbozzare un “personario”, un diario delle persone che ci hanno segnati, al quinto incontro di Circolo Climatico. Ogni partecipante ha presentato una persona che lo ha ispirato. Iqbal Masih, un ragazzino pachistano che negli anni Novanta si è ribellato alla “carpet mafia”, la mafia dei tappeti, e che per questo è stato ucciso dai sicari. Il collettivo Panem et Circenses, una coppia d’arte e nella vita che indaga le relazioni che si attivano attraverso il cibo e le trasforma in arte. Ma anche i propri nonni, che con la terra e con la natura hanno avuto e hanno un rapporto viscerale: ne conoscono ogni più piccolo segreto e, quando chiedi loro di spiegartelo, spesso non riescono perché ormai l’hanno interiorizzato.

Sono stati menzionati anche Andrea Lanfri, atleta paralimpico e alpinista italiano, e Anna Tsing, un’antropologa che con i suoi libri ha cercato di abbandonare una visione antropocentrica del mondo. E poi, ancora, la scienziata Margherita Hack e la sex columnist Carlotta Vagnoli, una sopravvissuta alla violenza di genere che è diventata attivista e che nelle sue parole trasmette forza e passione.

Il quinto incontro di Circolo Climatico è partito con l’abbozzare un “personario”, un diario che racchiude le persone che ci hanno ispirato

Anche in questo quinto incontro si è parlato di abitudini. Stavolta ciascun partecipante ha lavorato su un’abitudine che desidera cambiare, che ha “pescato” dalla Carta delle Responsabilità Personali per affrontare la crisi climatica. Prima “in solitaria”, poi in gruppetti di 3 persone e infine in una plenaria, ognuno ha cercato di raccontare le resistenze al cambiamento e le strategie che potrebbe mettere in atto per renderlo invece desiderabile.

Ciascuno ha mimato o disegnato il cambiamento che intende mettere in atto. Agli altri il compito di indovinare l’azione, che andava dallo spostarsi in bicicletta al comprare cibo biologico passando per smettere di affidarsi ad Amazon per i propri acquisti e prendere in prestito più libri dalla biblioteca (anziché acquistarli).

Infine, la parola a Mentimeter, dove ogni partecipante ha scritto il titolo di prima pagina che vorrebbe leggere sui giornali nel 2030:

IL PROGETTO

Il progetto “Circolo climatico” nasce a seguito di un confronto portato avanti dall’associazione Viração&Jangada con i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato ad alcuni suoi progetti. È promosso e co-finanziato dal Piano Giovani di Zona Trento Arcimaga e in collaborazione con l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (APPA), Museo delle Scienze di Trento (MUSE), l’Ecosportello Fa’ la cosa giusta! Trento, Extinction Rebellion e Fridays for Future.

Si chiama “Circolo climatico” perché l’idea di fondo è che parlare dei pensieri e delle emozioni in gruppo aiuti a migliorare il livello di benessere mentale e aumenti la motivazione a modificare le proprie abitudini verso uno stile di vita più sostenibile.

La prima fase si articolerà quindi in tre incontri da due ore ciascuno con un esperto in cambiamento climatico, un’esperta di economia solidale e una psicologa, figura chiave dell’intero progetto, poiché lo scopo di “Circolo climatico” è proprio quello di offrire uno spazio di condivisione, ascolto e mutuo supporto sul tema dell’ansia climatica e del suo impatto sulla vita di tutti i giorni e sulle aspettative future, sul modello dei gruppi di auto mutuo aiuto.

In una seconda fase, a giugno, dopo aver acquisito informazioni e tecniche psicologiche, i giovani cercheranno di porsi delle sfide per cambiare le proprie abitudini e i propri stili di vita. Ne parleranno assieme, facilitati da una tutor che li accompagnerà per tutta la durata del progetto, nel corso di tre incontri in cui avranno la possibilità di conoscere anche gli attivisti di Extinction Rebellion e Fridays for Future. Questi incontri si svolgeranno a distanza di alcune settimane dalla prima fase del progetto, in modo tale da permettere ai partecipanti di elaborare delle sfide e cominciare a perseguirle, per diventare via via sempre più “sostenibili” nelle proprie scelte e nei propri stili di vita.