Abbiamo parlato di abitudini nel quarto incontro di Circolo Climatico

Che fatica cambiare un’abitudine!

Le abitudini sono davvero difficili da cambiare. Abbiamo parlato di questo tema nel 4° incontro di Circolo Climatico con la psicologa Laura Endrighi.

di Redazione

Ogni giorno siamo chiamati a prendere 35mila scelte. Il nostro cervello mette in atto una strategia per non dover prendere troppe decisioni: è fatto come una cipolla al cui interno giacciono le abitudini. Azioni e comportamenti ormai così tanto consolidati che, quando parte un input, vengono subito messi in atto dal nostro cervello.

Abbiamo parlato di abitudini (e di quanto è difficile cambiarle) al quarto incontro del progetto Circolo Climatico. In questo caso le abitudini “sotto la lente di ingrandimento” erano quelle ambientali. Cercheremo, soprattutto nel prossimo incontro, di smontare le abitudini, osservare le resistenza al cambiamento e stimolare il nostro cervello a cambiare tattica per adottare comportamenti sempre più “ecocompatibili”.

Le abitudini al centro del quarto incontro di Circolo Climatico

L’incontro si è aperto con uno “speed date” a coppie. Ogni partecipante ha spiegato al suo “collega” la scintilla, l’episodio o la persona che ha fatto nascere in lui o in lei l’interesse per la causa ambientale. C’è chi ha visto la sorella diventare vegetariana e quindi è stata “stuzzicata”, chi ha vissuto eventi estremi durante l’infanzia, chi ha il pollice verde e si è innamorato della natura… Le storie sono tante, ma sono accomunate dalla medesima difficoltà: quella di smontare le abitudini che ci fanno resistere dall’adottare comportamenti più sostenibili. La pigrizia che impedisce di imbracciare una bici, la fretta che ostacola la raccolta differenziata o la golosità che spinge a rifuggire le verdure.

La divisione in piccoli gruppi per “smontare” le abitudini non “ecocompatibili”

Prima di dividersi in gruppi, i partecipanti hanno ricevuto la Carta delle Responsabilità Personali, un documento che si impegneranno a compilare cercando di indicare almeno un paio di comportamenti “ecofriendly” che adotteranno nei prossimi mesi.

Parlando di un esperimento condotto negli USA, la psicologa Laura Endrighi ha spiegato come gli studenti che avevano firmato “un contratto con se stessi” fossero quelli che, alla fine di un esperimento, si erano veramente impegnati nell’andare a correre tutti i giorni – la sfida del progetto. Ecco l’utilità della Carta delle Responsabilità Personali.

“Aristotele diceva che noi siamo ciò che facciamo ripetutamente, noi siamo le nostre abitudini”, ha aggiunto Laura Endrighi. Il 40 per cento delle azioni che mettiamo in atto quotidianamente sono frutto di abitudini. Una strategia del nostro cervello, che deve prendere 35mila decisioni al giorno, 2mila solo in fatto di cibo. Le abitudini sono difficilissime da disinnescare perché stanno al centro della cipolla che è il nostro cervello. Non basta la forza di volontà, che usiamo già per tantissime altre cose: bisogna mettere in moto anche la consapevolezza. Bisogna, in altre parole, capire quali sono le proprie resistenze al cambiamento. Ed è anche necessario rinforzarsi con qualche “gratifica” mentre si cambia un’abitudine un poco alla volta (non esiste un cambiamento realizzato in due secondi). Un piccolo premio per stimolarci a continuare su quella strada, da percorrere “un millimetro al giorno”.

I partecipanti, in piccoli gruppi, hanno affrontato 5 abitudini nocive dal punto di vista ambientale. L’obiettivo era capire come si può smontare l’abitudine, l’impulso che arriva, quali sono le resistenze al cambiamento e quali strategie si possono mettere in atto per cambiare l’abitudine.

Le 5 abitudini non “proambientali” da smontare

IL PROGETTO

Il progetto “Circolo climatico” nasce a seguito di un confronto portato avanti dall’associazione Viração&Jangada con i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato ad alcuni suoi progetti. È promosso e co-finanziato dal Piano Giovani di Zona Trento Arcimaga e in collaborazione con l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (APPA), Museo delle Scienze di Trento (MUSE), l’Ecosportello Fa’ la cosa giusta! Trento, Extinction Rebellion e Fridays for Future.

Si chiama “Circolo climatico” perché l’idea di fondo è che parlare dei pensieri e delle emozioni in gruppo aiuti a migliorare il livello di benessere mentale e aumenti la motivazione a modificare le proprie abitudini verso uno stile di vita più sostenibile.

La prima fase si articolerà quindi in tre incontri da due ore ciascuno con un esperto in cambiamento climatico, un’esperta di economia solidale e una psicologa, figura chiave dell’intero progetto, poiché lo scopo di “Circolo climatico” è proprio quello di offrire uno spazio di condivisione, ascolto e mutuo supporto sul tema dell’ansia climatica e del suo impatto sulla vita di tutti i giorni e sulle aspettative future, sul modello dei gruppi di auto mutuo aiuto.

In una seconda fase, a giugno, dopo aver acquisito informazioni e tecniche psicologiche, i giovani cercheranno di porsi delle sfide per cambiare le proprie abitudini e i propri stili di vita. Ne parleranno assieme, facilitati da una tutor che li accompagnerà per tutta la durata del progetto, nel corso di tre incontri in cui avranno la possibilità di conoscere anche gli attivisti di Extinction Rebellion e Fridays for Future. Questi incontri si svolgeranno a distanza di alcune settimane dalla prima fase del progetto, in modo tale da permettere ai partecipanti di elaborare delle sfide e cominciare a perseguirle, per diventare via via sempre più “sostenibili” nelle proprie scelte e nei propri stili di vita.