La crisi climatica è una crisi dell’educazione

Non sempre l’accesso all’educazione è assicurato e a questo contribuisce anche il cambiamento climatico. L’educazione climatica rappresenta, nelle sue molteplici forme, un mezzo potentissimo nella lotta al cambiamento climatico ed è per questo che è fondamentale che venga garantita. In fin dei conti, la crisi climatica è una crisi dell’educazione.

Di Mayra Boscato

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Il quarto obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile mira ad assicurare l’accesso ad un’educazione inclusiva ed equa, nonché a promuovere pari opportunità di apprendimento per tutti. Allo stato attuale, gli sforzi che sono stati fatti per raggiungere questo obiettivo sono ancora insufficienti e diverse sono le cause. In particolare, di recente il cambiamento climatico ha avuto un impatto notevole non solo sulla qualità dell’educazione, ma di fatto sulla possibilità di accedervi. Si stima, infatti, che ogni anno l’educazione di più di 40 milioni di bambini sia messa a rischio dalle conseguenze di eventi meteorologici estremi, come le inondazioni, eventi che continuano ad aumentare in intensità e frequenza. Come afferma Kristin Halvorsen, ex ministra norvegese dell’educazione, l’educazione è un diritto fondamentale ed è essenziale che venga garantita: è infatti dimostrato che i bambini che ricevono un’educazione e le loro famiglie sono più preparati per affrontare le crisi e riprendersi da esse. 

Se da un lato il cambiamento climatico ha conseguenze spesso negative sull’educazione, dall’altro, soprattutto quando effettivamente garantita, l’”educazione climatica” può invece rappresentare una grande risorsa nel raggiungimento degli obiettivi climatici. Haldis Holst, vice Segretaria Generale di Education International, in una conferenza sull’educazione climatica e la responsabilizzazione dei giovani tenutasi nell’ambito della COP26, ha però espresso una notevole preoccupazione su questo fronte, in virtù della consapevolezza di come i bambini vivano spesso in prima persona gli effetti dei cambiamenti climatici, nonché di quanto siano spaventati, addirittura angosciati a volte, dall’incertezza del loro futuro. 

È comune immaginare l’educazione climatica come una materia indipendente dalle altre, da insegnare ed imparare a scuola, magari nell’ambito dell’educazione civica. In verità essa è molto più di ciò e può assumere forme e sfumature diverse. Può essere scelto un approccio olistico: in questo modo, gli studenti vengono educati ad essere critici, sicuri di sé ed indipendenti, e non vengono formati separatamente nelle singole materie, bensì come persone e cittadini a tutto tondo. Inoltre, l’educazione climatica promuove la creazione di un mercato di consumatori consapevoli delle problematiche ambientali e climatiche. Non solo: in un contesto di educazione climatica lungimirante i ragazzi possono essere formati per poter avere le competenze necessarie a svolgere i lavori green del futuro, e non professioni che, in uno scenario nel quale la transizione ecologica sarà pienamente avvenuta, probabilmente non esisteranno più o saranno scarsamente richiesti.

In più di 70 Stati e 56mila scuole in tutto il mondo, il concetto di educazione climatica si concretizza nelle cosiddette Eco-Schools. Questo modello scolastico incoraggia i ragazzi ad impegnarsi per l’ambiente che li circonda, dando loro l’opportunità di proteggerlo attivamente. L’educazione inizia così in classe, ma si amplia poi a livello delle comunità e della rete internazionale, coinvolgendo le giovani generazioni in un meccanismo di apprendimento basato sull’azione.

I bambini e i ragazzi sono il futuro, ma è altrettanto importante che ad ogni fascia di età e categoria siano offerte adeguate opportunità di educazione climatica. Su questo fronte, Climate Fresk, un’associazione che, consapevole della minaccia che il cambiamento climatico rappresenta, mira ad aumentare la consapevolezza delle connessioni tra clima e scienza attraverso materiale educativo e laboratori interattivi, con l’obiettivo di raggiungere il più ampio numero di persone possibili nel mondo, offrendo educazione climatica anche a compagnie private.

È inequivocabilmente chiaro come l’educazione ed il cambiamento climatico siano profondamente connessi: nonostante le generazioni più giovani non siano responsabili della crisi climatica attuale, tuttavia sono loro che dovranno affrontarla in prima persona nei decenni a venire, ed è per questo motivo che è necessario fornire loro urgentemente gli strumenti per farlo. Attraverso l’educazione climatica è possibile dunque contrastare le cause e gli impatti del cambiamento climatico stesso, con risvolti positivi anche sulle cause e le situazioni che impediscono l’accesso alla formazione in generale. In altre parole, è pur vero che la crisi climatica coincide con una crisi dell’educazione, ma l’educazione può ancora davvero contribuire significativamente a salvare il pianeta