1,5°C è meglio di 2°C

L’accordo sul clima di Parigi del 2015 ha delineato due obiettivi distinti: mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali e proseguire gli sforzi per limitare l’aumento di temperatura a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, riconoscendo che ciò ridurrebbe in modo significativo i rischi e gli impatti dei cambiamenti climatici.
Il sito web di Climate Home News ha pubblicato la versione inviata dal Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) al gruppo esecutivo governativo che si occupa dell’obiettivo 1.5°C. Questa è la seconda bozza del rapporto che valuta quale sarebbe la differenza tra questi due obiettivi, in termini di impatto sulla vita umana, l’economia e l’ambiente globale. Il rapporto dovrebbe essere ufficialmente rilasciato a ottobre dopo i commenti dei governi.
Ecco una lista dei concetti più significativi:

Il riscaldamento globale indotto dall’uomo ha raggiunto circa 1 ± 0,2°C sopra i livelli preindustriali nel 2017, e sta attualmente aumentando di 0,2 ± 0,1°C per decennio.

È improbabile che le emissioni passate aumentino la temperatura superficiale media globale (GMST) a 1,5°C sopra i livelli preindustriali, ma esse rimangono la causa di altri cambiamenti, come l’innalzamento del livello del mare e altri impatti. Se le emissioni continueranno al ritmo attuale, il riscaldamento indotto dall’uomo supererà 1,5°C intorno al 2040.

I rischi per i sistemi naturali e umani sono inferiori per il riscaldamento globale di 1,5°C rispetto a 2°C ma ciò dipende nello specifico dalla posizione geografica, dai livelli di sviluppo, dalla vulnerabilità e dalle opzioni di adattamento e di mitigazione.

Sviluppo sostenibile, sradicamento della povertà e diritti umani saranno considerazioni chiave negli sforzi di mitigazione per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C e negli sforzi per l’adattamento al riscaldamento globale di 1,5°C.

Non esiste una risposta semplice se sia possibile limitare il riscaldamento a 1,5°C e adattare le popolazioni alle loro conseguenze, poiché questa possibilità ha più dimensioni che devono essere considerate simultaneamente e sistematicamente.

Rispetto ad oggi, si sono verificati aumenti sostanziali degli eventi meteorologici estremi in un mondo riscaldato a 1,5°C e tra 1,5°C e 2°C, compresi gli estremi della temperatura ambientale in tutte le regioni abitate, gli eventi di precipitazione nella maggior parte delle regioni e di siccità estrema in alcune regioni.

Sulla terra, i rischi degli impatti climatici sulla biodiversità e sugli ecosistemi, compresa la perdita e l’estinzione di specie, sono sostanzialmente inferiori a 1,5°C rispetto ai 2°C. Limitare il riscaldamento globale a 1,5°C porterà grandi benefici a ecosistemi, zone umide e alla loro conservazione. Il surriscaldamento, se molto superiore a 1,5°C (ad esempio vicino a 2°C), potrà avere impatti irreversibili su alcune specie, ecosistemi, le loro funzioni ecologiche e i loro servizi per gli esseri umani, anche se il riscaldamento globale si stabilizzerà a 1,5° C entro il 2100.

Limitare il riscaldamento a 1,5°C rispetto ai 2°C ridurrebbe sostanzialmente i rischi per la biodiversità marina, gli ecosistemi e le loro funzioni ecologiche e per i servizi forniti agli esseri umani nelle aree costiere e oceaniche, specialmente negli ecosistemi artici e nelle zone dove i coralli si sciolgono a causa dell’acqua troppo calda. Entro il 2100, con il riscaldamento globale limitato a 1,5°C l’innalzamento del livello del mare sarebbe di circa 0,1 m inferiore.

Gli impatti sulla salute, l’approvvigionamento di cibo e acqua, la sicurezza umana e le infrastrutture aumenteranno con 1,5°C di riscaldamento rispetto ad oggi, e ancor più con un riscaldamento di 2°C rispetto a 1,5°C .

Limitare il riscaldamento globale a 1,5°C nel contesto dello sviluppo sostenibile e dell’eliminazione della povertà richiede un portafoglio di azioni di mitigazione e adattamento che funzionino su tutti i settori e a più livelli. La fattibilità di queste azioni dipenderà da alcuni accorgimenti in ambito finanziario, tecnologico e comportamentale.  

Attuare politiche per limitare con successo il riscaldamento a 1,5°C e per adeguare l’umanità a questo riscaldamento implica azioni di cooperazione internazionale, nonché il rafforzamento della capacità istituzionale delle autorità nazionali e sovranazionali, della società civile, del settore privato, delle città, delle comunità locali e delle popolazioni indigene. 

Vi suggeriamo di dare un’occhiata al report per intero.