Intervista a George Dassis, Presidente del Comitato Economico e Sociale Europeo

COP21. Il comitato economico e sociale europeo (CESE) è un’istituzione consultativa istituita nel 1957 con il trattato di Roma. Il lavoro di questo comitato è quello di mettere d’accordo le sue 350 organizzazioni membro appartenenti ai 28 paesi dell’UE e che rappresentano il mondo del lavoro : imprese, organizzazioni sindacali, e associazioni di settore.Il CESE è una rappresentazione della società civile a livello europeo. I suoi membri cercano di trovare l’accordo su proposte realiste e realizzabili dai decisori europei (commissione, consiglio dei ministri e parlamento).Il CESE ha da poco fatto votare una legge per imporre una tassa sulle transazioni finanziarie ; questa proposta proviene dal bisogno di fondi per una transizione sostenibile ed è in attesa di essere validata dagli organi dell’Unione Europe. Questo accordo permetterebbe di prelevare un’infinita percentuale del denaro scambiato ogni secondo nelle borse europee per essere poi re investito nell’economia reale e perché non in un fondo verde. Il CESE non dispone di un grande budget per agire, la sua funzione è di portare in alto la voce della popolazione a livello europeo.Abbiamo chiesto al signor George Dassis cosa si aspetta da questa COP21. La sua risposta è stata « un accordo giusto e vincolante. In questo modo si potrà evitare di sanzionare troppo i paesi in via di sviluppo senza però che inquinino eccessivamente per rincorrere lo sviluppo economico. »Secondo lui, occorrerebbe stabilire un’eguaglianza tra tutti i paesi e che i paesi dell’Africa siano posti sullo stesso piano degli altri paesi, perché escano dalla loro situazione catastrofica.Nel prossimo futuro, Dassis si aspetta che sia posta la fine alla linea di demarcazione tra nord e sud del mondo e nord sud europeo. A questo proposito propone un reddito minimo garantito a ogni cittadino dei paesi membri dell’UE.L’ultima domanda che gli abbiamo posto riguarda la gioventù e la questione di genere, poiché il CESE conta tra i suoi membri una maggioranza di uomini e di età avanzata. Alla nostra proposta di inserire una “quota giovane” ha reagito dicendo che secondo lui non è una buona soluzione, e che invece i giovani dovrebbero essere maggiormente implicati a livello delle organizzazioni e di conseguenza all’interno del CESE.Anche se quest’ultima risposta ci ha lasciati un po dubbiosi, la conversazione con George Dassis è stato un piacevole confronto.