COP21: impasse intorno al Loss&Damage (Perdite e Danni)
Inizia la seconda settimana della COP21. Ministri e capi delegazione dei vari paesi hanno adottato il testo provvisorio preparato durante la prima settimana come base per le negoziazioni di alto livello. Uno degli articoli più dibattuti nella bozza provvisoria è stato senz’altro il Loss and Damage, ovvero perdite e danni climatici. L’idea del Loss and Damage è che il cambiamento climatico sta già causando e sicuramente continuerà a causare gravi danni, e che serva un accordo internazionale per fronteggiarli.
Nel trattare la questione, i cosiddetti paesi in via di sviluppo si rifanno al concetto di responsabilità storica. Le emissioni cumulative dei paesi industrializzati dall’inizio dell’era industriale ad oggi sono maggiori di quelle di tutti gli altri paesi, ed i primi sono quindi responsabili della maggior parte del cambiamento climatico. Il Loss and Damage quindi una componente essenziale per avere un accordo equo. All’estremo opposto, molti paesi industrializzati vedono il Loss and Damage come una forma aggiuntiva, e molto costosa, di finanza climatica. Vi inoltre il timore che l’idea sfoci nel concetto di responsabilità climatica sotto un punto di vista giuridico.Nel contesto della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), il Loss and Damage stato formalizzato alla COP19 di Varsavia, dove i vari paesi hanno approvato l’istituzione di un meccanismo per trattare la questione. Il nucleo del dibattito a questa COP di Parigi ha riguardato se e dove inserire il Loss and Damage nel testo di Parigi. Il meccanismo approvato a Varsavia in fase di implementazione ed alcuni paesi industrializzati ritengono questo sufficiente, richiedendo quindi di non includere il Loss and Damage anche nel testo della COP21.Il testo provvisorio su cui sono partiti i negoziati a Parigi prevedeva due opzioni. La prima, supportata dai paesi in via di sviluppo, comprendeva un articolo (l’articolo 5) dedicato esclusivamente al Loss and Damage. La seconda, che gode del favore dai paesi industrializzati, rimuoveva completamente l’articolo 5. Va notato che fino ad ora il Loss and Damage, incluso il meccanismo di Varsavia, stato sempre incluso nelle negoziazioni sull’adattamento, senza essere considerato un elemento indipendente.
È quindi palese che l’inclusione di un articolo dedicato esclusivamente al Loss and Damage rafforzerebbe molto l’importanza del tema rispetto al passato. Inoltre, il meccanismo di Varsavia potrebbe in teoria non essere rinnovato in COP future, mentre un articolo nel testo di Parigi sarebbe garanzia di un impegno duraturo.Durante la prima parte della prima settimana dei negoziati, le posizioni sulla questione sono rimaste sostanzialmente invariate. Mercoledì qualcosa si è finalmente mosso, e sono iniziate a circolare voci di corridoio su un negoziato informale tra Stati Uniti e paesi in via di sviluppo.
Secondo queste voci, gli Stati Uniti avrebbero accettato di includere un riferimento al Loss and Damage nel testo, seppur non come articolo a se stante.Dopo svariate iterazioni, grazie anche alle proposte di mediazione avanzate dai facilitatori delle Nazioni Unite, la versione più recente del testo prevede le seguenti due opzioni. La prima include una versione abbreviata dell’articolo 5 (passato da 6 a 4 paragrafi), promuovendo quindi il Loss and Damage ad elemento a se stante delle negoziazioni. La seconda prevede di includere lo stesso testo della prima versione, inserendolo per nell’articolo sull’adattamento.
Per sapere quale dei due approcci prevarrà nel testo definitivo bisognerà spettare il termine dei negoziati di alto livello di questa settimana. Tuttavia in entrambi i casi il Loss and Damage sarà presente nel testo di Parigi. La garanzia di un impegno duraturo sul tema, richiesta a gran voce da svariati paesi, sarà quindi rispettata.