Il Neo-Umanesimo per vivere bene

In un mondo che va sempre più veloce, abbiamo bisogno di un progresso che proceda a passo d’uomo. Fortunatamente, c’è chi sta iniziando a rimettere l’uomo al centro della nostra idea di futuro.

Di Michele Castrezzati, articolista dell’Agenzia di Stampa Giovanile 

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Stanotte, prima di andare a dormire, potresti uscire fuori e alzare gli occhi al cielo. Se avessi la fortuna di vivere in campagna, potresti vedere centinaia di stelle, collegarle tra loro, sognare un po’. Altrimenti, se vivessi circondato da altri uomini, l’inquinamento luminoso le offuscherebbe quasi tutte. Torneresti in casa deluso, come se avessi perso qualcosa.

Poi però, potresti rifletterci su. Tutte le stelle che stasera non hai visto sono là fuori, nascoste dietro la luce delle nostre città. Come tutte le cose belle, spesso non si vedono. La bellezza si nasconde dietro ad ogni cosa. E gli attimi di meraviglia sono lì che ci aspettano, per quando avremo il tempo di fermarci.

Ma poi, io e te, abbiamo davvero bisogno di bellezza?

No, puoi sopravvivere anche senza. Ma se hai intenzione di vivere invece, allora è tutta un’altra storia.

Facciamo tutto nel nome della bellezza. Pensaci: studiamo, lavoriamo, proviamo nuove esperienze, le mettiamo nel curriculum, risparmiamo. Facciamo tutto questo per avere più tempo e soldi. E per cosa spendiamo il tempo e i soldi che abbiamo? Una casa grande, un viaggio esotico, una cena fuori. Cose belle. Cose inutili alla sopravvivenza. Il mondo, visto così, si ribalta. Le cose utili, il denaro e il tempo per esempio, sono dei mezzi, dei gradini da salire. Le cose inutili (materialmente parlando) sono il fine. 

Abbiamo superato da millenni lo stadio in cui sopravvivere era tutto ciò a cui potevamo aspirare. Ora abbiamo i mezzi per vivere nel nome della bellezza. Togliete alle cose belle l’aggettivo inutile. Oppure date all’aggettivo inutile la dignità che merita. 

Ecco cosa ne pensano due che di bellezza e umanità ne sapevano qualcosa:

“All art is quite useless.” Oscar Wilde

“La filosofia non serve a niente.” Aristotele

Ha senso, oggi, parlare di umanesimo?

Il neo-umanesimo si propone di rimettere l’uomo e la bellezza al centro. L’idea è semplice: il progresso, per essere tale e duraturo, deve procedere a passo d’uomo. Questo vuol dire che l’essere umano, con tutte le sue imperfezioni e necessità, deve tornare ad essere misura di tutte le cose. Tanti stanno cominciando a realizzarlo. Prendete, ad esempio, il quartier generale di Google. Un parco giochi in piena Silicon Valley. Con sale relax, poltrone colorate e piscine deve essere costato un patrimonio.

Ma chi gliel’ha fatto fare? Non era più semplice mettere tutti quanti in un capannone dove impiegati-robot lavoravano a velocità supersoniche? Non sarebbe stato più conveniente?

No. Nella Google LLC hanno capito che il capitale umano è la risorsa più ricca. Si misura nei sorrisi e nel benessere dei lavoratori. E se chi lavora sorride di più, lavora meglio. Semplice. Costruire un’idea di business che si adatta alle esigenze e cura i bisogni degli esseri umani che lo compongono non è quindi solo moralmente giusto, ma anche conveniente. 

Fortunatamente, Google non è il solo esempio. In Italia, abbiamo un modello di business a misura d’uomo invidiato in tutto il mondo. Più precisamente, siamo in Umbria, appena fuori Perugia. 

Brunello Cucinelli è conosciuto nel mondo come il re del cashmere. Per capirci, Mark Zuckerberg veste solo Cucinelli: siamo a quei livelli lì. Brunello Cucinelli, prima di essere stilista, è anche filosofo. E prima di essere filosofo, è anche essere umano. Ha fatto della restaurazione dei valori dell’umanità il suo grande obiettivo. Basta dare un’occhiata al suo sito web per capire di cosa stiamo parlando.

In breve, ha trasferito le sue fabbriche di cashmere nel centro di Solomeo, un paesino medievale della campagna umbra. Le ha riempite di statue, ha costruito un teatro, un’agorà e ora i suoi lavoratori, tra una cucitura e l’altra, possono uscire all’aria aperta, godersi il panorama, respirare un’atmosfera di classico, di umano, di bello.

Capitalismo umanistico? Progresso a passo d’uomo? Chiamiamolo semplicemente umanesimo. Funziona. Anche economicamente. La bellezza diventa, paradossalmente, anche utile. 

Tutti abbiamo bisogno di bellezza. Durante la pandemia, per esempio, nel momento più buio, ci siamo rifugiati nell’arte. Un buon libro, un film, qualche canzone per tirarci su il morale. L’inutile è ciò che ci ha mantenuto in piedi. Abbiamo bisogno di un’idea di progresso in cui l’uomo e il suo benessere sono di nuovo al centro, in cui l’obiettivo finale sia il farci vivere bene. E il nostro benessere si coltiva attraverso le cose belle, quelle che non portano profitto ma serenità. Non siamo noi a dover rincorrere la tecnologia che avanza, ma è il progresso stesso che deve spingerci verso la piena realizzazione del nostro valore umano. Torniamo a sentirci responsabili della bellezza del mondo. Torniamo ad essere umani.