Una Conferenza ONU sul clima macchiata di petrolio

Per la prima volta, l’OPEC e l’industria petrolifera in generale avranno uno spazio proprio in una conferenza sul clima, la COP28.

Di Paulo Lima

Per la prima volta nella storia, l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) si prepara a fare il suo ingresso in una conferenza sul clima con un padiglione dedicato, una mossa che ha suscitato sconcerto tra gli attivisti e gli osservatori dei negoziati climatici. Al centro della controversia c’è la presenza dell’OPEC alla Conferenza sul Clima di Dubai (COP28), con un padiglione situato all’interno dello spazio ufficiale delle Nazioni Unite.

Questa rappresenta una svolta senza precedenti, in quanto mai prima d’ora l’OPEC e il settore petrolifero in generale hanno avuto uno spazio dedicato all’interno di una conferenza sul clima. Haitham al-Ghais, Segretario Generale dell’OPEC, ha confermato l’adesione dell’organizzazione all’evento COP28, affermando: “Spero che tutte le voci possano essere ascoltate nella COP28. L’industria petrolifera sarà presente, e noi saremo con loro”. Queste parole sono state pronunciate durante un evento tenutosi a Fujairah, negli Emirati Arabi Uniti, che ha coinvolto aziende e governi legati al settore petrolifero.

La decisione di accogliere l’OPEC e il comparto dell’energia fossile ha sollevato molte polemiche, soprattutto alla luce del ruolo predominante di tali attori nei cambiamenti climatici. Tuttavia, secondo il presidente designato della COP, Sultan al-Jaber, l’obiettivo è quello di coinvolgere l’industria dei combustibili fossili come parte integrante della soluzione alla crisi climatica.

Nonostante tali intenzioni, la notizia ha aumentato ulteriormente l’inquietudine tra gli attivisti climatici e gli osservatori internazionali del processo negoziale, a causa dei dubbi sulla presidenza della COP28, guidata da al-Jaber. Le critiche erano sorte sin dall’inizio dell’anno, quando al-Jaber, anche CEO della più grande compagnia petrolifera di stato degli Emirati Arabi Uniti, è stato nominato capo dei negoziati climatici a Dubai. Nonostante le critiche per il conflitto d’interessi evidente, al-Jaber ha ribadito che le sue azioni non favoriranno le aziende dei combustibili fossili.

Il disagio è destinato ad aumentare ulteriormente con l’inizio effettivo della COP, visto che alcuni paesi desiderano inserire nell’agenda il tema della definizione di un calendario per l’abbandono graduale dei combustibili fossili. Nonostante la difesa della presenza dell’industria petrolifera nei negoziati, la presidenza della COP sta esaminando soluzioni per attenuare le critiche.

Secondo il Financial Times, tra le proposte di al-Jaber per mitigare la pressione c’è l’idea di collaborare con l’industria dei combustibili fossili per ridurre le emissioni del settore. Il presidente designato della COP ha dichiarato: “Non voglio che questa industria sia vista in alcun modo come ostile al progressivo abbandono dell’energia fossile”.