COP28: WOP, un sistema per ottimizzare le risorse idriche nell’agricoltura
Edoardo De Cal è una delle tre giovanissime menti italiane dietro “Water Optimization Protocol”, una piattaforma online pensata per monitorare lo stato di campi agricoli facendo uso di dati satellitari. Edoardo, giovane changemaker di Ashoka, ci racconta di più della loro startup in questa intervista.
Di Federica Baldo
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Giulia Sironi, Jacopo Cometti ed Edoardo De Cal, questi i nomi dei tre giovani ventenni protagonisti di una storia coraggiosa e innovativa, soprattutto green. Tutto nasce quando i tre si interrogano per la prima volta su quali possano essere le sfide future che l’umanità si sarebbe trovata a dover affrontare a causa dei cambiamenti climatici e tra i tanti settori critici balza all’occhio quello agricolo. Quando parliamo della startup Water Optimization Protocol (WOP) infatti ci riferiamo ad una piattaforma online pensata per monitorare lo stato di campi agricoli facendo uso di dati satellitari, in modo tale da consigliare all’agricoltore quando e quanto irrigare il proprio campo. Tutto ciò nell’ottica di efficientare al massimo l’utilizzo delle risorse idriche, ad oggi tra le più compromesse dagli effetti del climate change.
Allo stato attuale delle cose, di fronte alle mutazioni subite dall’ambiente su scala globale le tradizionali pratiche di uso del suolo e delle risorse si rivelano non più efficaci e allora ecco che nasce la necessità di intraprendere strategie più attente e meticolose. WOP punta a supportare gli agricoltori nella gestione delle loro pratiche attraverso l’uso di immagini prodotte da due satelliti della costellazione Copernicus dell’ESA. Come ci spiega Edoardo De Cal: “Dalle immagini delle terre degli agricoltori vengono poi calcolati indici utili a capire quando e come irrigare il terreno. Nonostante queste immagini siano pubbliche e disponibili a chiunque, per coloro che non hanno alcuna conoscenza tech risulta difficile non solo accedervi ma soprattutto pulire i dati per renderli utili alle proprie finalità”. È proprio qui che sta l’utilità di WOP, nel fare da ponte tra l’agricoltore e i dati rendendo il servizio alla portata anche delle persone low tech. Edoardo ci descrive come la piattaforma sia nata con l’idea di fungere da stazione spaziale che dall’alto dà consigli agli agricoltori terrestri riguardo a come gestire i propri terreni.
Al momento la piattaforma è completa e dunque già operativa in tutte le sue parti, come testimoniato dai feedback positivi finora raccolti dai tre giovani da parte di agricoltori italiani che la stanno utilizzando. L’idea dietro al progetto fa però riferimento ad una lista ben più ampia di destinatari, in primis gli agricoltori dei paesi in via di sviluppo e per due ragioni: primo, sono questi i paesi al mondo in assoluto più severamente colpiti dagli effetti del climate change e, secondo, è qui che un miglioramento delle pratiche agricole genererebbe un vantaggio relativo maggiore in termini di sviluppo e benessere del Paese.
Abbiamo poi chiesto a Edoardo di esprimersi riguardo alla “Dichiarazione sull’agricoltura sostenibile, sistemi alimentari resilienti e azione climatica“ firmata da 134 paesi durante il secondo giorno di COP28, l’1 dicembre 2023. “L’aspetto interessante è il riconoscimento della necessità di adattare i nostri attuali sistemi alimentari alla nuova realtà che stiamo vivendo e di tutelare il settore agricolo attraverso misure di sostegno. La stessa partnership tra l’associazione Bill&Melinda Gates e gli Emirati Arabi che vede la prima stanziare 200 milioni in innovazione del settore agricolo dimostra che un appuntamento come la COP può fare la differenza, in quanto capace di riunire attori privati e governi nella sfida climatica.” A parer suo però ciò non toglie che i singoli individui siano comunque chiamati ad intraprendere azioni individuali concrete che vadano al di là delle semplici parole e dei discorsi retorici.
Ragionando in senso più ampio sul settore agricolo è evidente come questo in particolar modo sia chiamato ad affrontare parecchie sfide postegli dall’odierno contesto globale: aumento demografico, cambiamenti climatici e crescente richiesta di adattamento a standard di sostenibilità. Tutti questi aspetti, spiega Edoardo, non potranno essere superati né dai soli decisori politici né dal solo settore privato, la soluzione richiede l’azione congiunta di entrambi gli attori e dunque la cooperazione tra di essi.
Da parte dei decisori politici “si renderanno necessarie politiche che agevolino l’ingresso del settore privato nella risoluzione di queste questioni, ma non solo, anche e soprattutto che richiedano l’adeguamento delle imprese a canoni sempre maggiori di sostenibilità. Dall’altro lato invece il settore privato sarà chiamato ad abbracciare una rinnovata mentalità, dove non ci sia spazio solo ed esclusivamente per il profitto privato ma anche e specialmente per il benessere collettivo”, conclude Edoardo.