Trento e il Film Festival, un legame indissolubile giunto alla sua 72esima edizione

Martedì 23 aprile si è tenuta a Palazzo Geremia, a Trento, la conferenza stampa di avvio della 72esima edizione del Trento Film Festival. Durante l’incontro, i responsabili della rassegna e i rappresentanti delle istituzioni si sono confrontati sul programma e sul rapporto tra Trento e il suo festival del cinema.

di Sara Taddeo
Mentor: Sara Marcolla

Il festival della città e la città del festival: così è stato definito dal presidente della rassegna Mauro Leveghi il legame tra Trento e il Film Festival. Su questo legame si è concentrata la conferenza stampa di avvio della manifestazione cinematografica, tenutasi il 23 aprile nel salone di Rappresentanza del Comune di Trento.

Alla presentazione della 72esima edizione della rassegna hanno partecipato il già citato Mauro Leveghi, la direttrice del Festival Luana Bisesti, e il nuovo responsabile del programma cinematografico Mauro Gervasini, oltre che l’assessora alla Cultura del Comune di Bolzano Chiara Rabini e il sindaco di Trento Franco Ianeselli.

L’orgoglio della città per il suo festival

È stato proprio il sindaco ad aprire la conferenza, dichiarandosi orgoglioso dello slogan scelto quest’anno: “la città del festival”. A questo proposito, il sindaco ha ricordato la vocazione alpina della città e l’importanza del legame fra Trento e la montagna, sottolineando come il Film Festival abbia costruito la propria identità su questa dimensione montana:

“Dobbiamo ricordare che questo Film Festival è Trento. Non è un prodotto che può essere esportato, è un festival che ha senso in questa città, che è simbolo di appartenenza.”

Ianeselli ha poi concluso lodando la ricchezza del programma e il suo carattere plurale e contemporaneo.

Un festival regionale

Leveghi ha poi passato la parola all’assessora bolzanina, Chiara Rabini, evidenziando il ruolo culturale del festival nell’unire le due province, che faticano a creare solidi legami istituzionali. Da parte sua, Rabini ha espresso grande orgoglio nel partecipare al festival e ha rimarcato il valore della solidarietà nell’affrontare sfide globali, quali, per esempio, i cambiamenti climatici che minacciano (fra gli altri) anche le montagne del Trentino-Alto Adige.

La vocazione alpina e inclusiva del festival

Le montagne sono state anche al centro dell’intervento di Leveghi: “Il festival – dice il presidente – nasce dalla volontà di far appassionare i cittadini alla montagna”. Ha poi richiamato la pluralità apprezzata dal sindaco: “La densità quantitativa degli appuntamenti è una caratteristica del festival, dove ognuno può trovare un proprio palinsesto; è un programma per una pluralità di gusti” ha detto Leveghi, che ha chiuso il suo intervento invitando tutti a partecipare a Legami il 29 aprile al Teatro Sociale: l’evento è dedicato a Elio Orlandi che insieme ad Alessio Boni racconterà la sua esperienza di alpinismo, fatta di legami umani e con il territorio.

I luoghi del festival

La direttrice Bisesti si è, invece, soffermata sui luoghi e sul ruolo che può avere il festival nel riscoprire posti dimenticati: per esempio, è grazie alla rassegna che la Chiesa di Santa Maria del Suffragio riaprirà al pubblico quest’anno. Ha poi ricordato i luoghi storici, come la Montagna Libri in piazza Duomo e il Parco dei Mestieri del T4future in piazza Fiera, ma anche la Baita in piazza Cesare Battisti, che quest’anno ospiterà la nuovissima rubrica Avventura fuori casa. Quest’ultima, in particolare, è una rubrica che riflette sulle potenzialità delle montagne trentine come fonte di avventura, anche se messe a paragone con mete ben più esotiche e lontane.

Anche Bisesti ha concluso il suo discorso suggerendo due appuntamenti a cui partecipare: la serata di apertura con lo spettacolo scritto da Beppe Severgnini, Una storia scivolosa, in cui l’autore racconterà il suo rapporto con la montagna, rivendo i cambiamenti nel modo di vivere l’inverno sulle Alpi, e la serata finale del 5 maggio, Una cordata per la solidarietà, che si propone come omaggio a Trento Capitale del volontariato e alla montagna come terra di valori.

I titoli in programma e il tema della “comunità”

Ha concluso gli interventi Mauro Gervasini, alla sua prima esperienza nel team del Trento Film Festival. Il responsabile del programma cinematografico ha riassunto i punti forti del palinsesto, che ha descritto come coinvolgente e “spero divertente”. Ha citato l’anteprima di Cuckoo, film horror ambientato sulle Alpi, e i due restauri La montagna lucente e Der berg des Schicksals, oltre che Contadini di confine.

Quest’ultimo, secondo Gervasini, rappresenta bene il fil rouge di questa edizione: il tentativo di riflettere e riequilibrare il rapporto fra natura e comunità umane. Questo tema unisce anche il cinema di montagna con il Paese ospite di quest’anno: l’Irlanda. Pur non avendo montagne, dice Gervasini, “è un Paese di natura, con zone rurali ancora molto estese, dove il rapporto tra comunità e ruralità è a volte aspro, difficile. E attraverso i film che vedremo impareremo a comprendere questo rapporto e a condividerlo”.

Si parte!

I film in programma per quest’anno sono oltre 120 e sono più di 160 gli altri eventi organizzati nella cornice del Trento Film Festival. Come sempre, Agenzia di Stampa Giovanile sarà presente al festival per raccontarvelo, attraverso il profilo Instagram ufficiale @trentofilmfestival. Seguici!