Oriunde, racconti al femminile

Un documentario sul tema delle migrazioni di donne tra Brasile e Trentino, alla ricerca delle proprie radici.

Di Monica Malfatti

Cercare tracce di una memoria perduta in un presente geografico apparentemente lontano dai luoghi che le hanno viste crescere e che comunemente chiamano casa. È questo il viaggio intrapreso da alcune donne brasiliane intente ad avventurarsi nei meandri delle proprie origini famigliari, per puro spirito di curiosità e di appartenenza, nel film documentario di esordio di Sabrina Santorum, regista trentina.

«L’idea è nata circa due anni e mezzo fa – racconta Sabrina – quando, riflettendo sul tema delle migrazioni con alcuni amici trasferitisi a Trento dal Brasile, ho cominciato a chiedermi se ci fossero effettivamente anche dei trentini emigrati in Brasile e non solo dei brasiliani emigrati in Trentino. È stato allora che ho scoperto come, di base, quasi tutti i trentini abbiano dei parenti in Sudamerica, frutto delle migrazioni di fine Ottocento o di quelle più recenti nella prima parte del Novecento».

Ecco che il tema delle migrazioni viene dunque riletto attraverso le parole e la memoria delle discendenti di coloro che, in quei particolari contesti, partirono per trasferirsi in Brasile. «Ma poi anche in rapporto al processo migratorio inverso – spiega Sabrina – che si basa fondamentalmente sul tema del viaggio e della ricerca delle origini, oltre che a quello della famiglia e dello scambio interculturale».

Tutti argomenti di stringente attualità, che stimolano riflessioni ed azioni concrete, improntate alla salvaguardia delle proprie radici e alla scoperta di quelle altrui.

«Ho notato subito un’urgenza e una disponibilità da parte delle oriunde di genere femminile nell’aprirsi a queste discussioni – prosegue Sabrina – e ho deciso di intraprendere questo progetto documentaristico per dare voce e spazio alle storie di donne coraggiosissime, che hanno deciso di lasciare la loro casa felice in Brasile per ritrasferirsi in Trentino, non mosse da necessità contingenti bensì dalla semplice curiosità di conoscersi meglio e sentirsi più “intere”, se vogliamo».

In questo viaggio, con le riprese del film che inizieranno il 2 settembre, Sabrina sarà accompagnata da altre due donne: la produttrice creativa Silvia Di Gregorio e la produttrice esecutiva Martina Pasquini.

«Con Sabrina ci siamo incontrate per una sorta di affinità elettiva. – dichiara Silvia – Mi occupo anch’io di regia e scrittura e anche le mie tematiche sono femministe e femminili, in quanto riguardano voci di persone che spesso non hanno il privilegio di essere così rumorose».

Autrice della serie tv Love Club (Prime Video, 2023), Silvia dice di essersi trovata fin da subito in sintonia con il racconto che Sabrina intendeva portare avanti: «Oriunde [questo il titolo del film in lavorazione, ndr] è un progetto identitario, che narra gli spazi dentro e fuori di sé, in un Trentino che è molto presente ovunque: sia nell’immaginario che muove il ritorno delle protagoniste sia, fisicamente, come scelta geografica di vita concreta».

All’idea e alla sceneggiatura mancava dunque una produzione: ed è qui che entra in gioco Martina Pasquini e la sua casa di produzione Nemesi Film.

«Sabrina cercava una produzione per il suo film – racconta Martina – e aveva scritto il proprio annuncio in un gruppo facebook, ancora una volta dalla forte connotazione femminista, chiamato Mujeres nel cinema. Le ho risposto subito perché con la mia casa di produzione [Nemesi, attiva dal 2021, ndr] cerchiamo sempre di narrare storie di questo tipo, dall’evidente richiamo sociale».

Un team grintoso e determinato, insomma, supportato dall’associazione Viraçao&Jangada, dal  Fondazione Museo Storico del Trentino, oltre che dall’Ufte, Unione delle famiglie trentine all’estero.

«L’obiettivo è ora quello di cominciare e finire questa prima parte di riprese – conclude Martina – ultimando l’intera produzione per l’inizio del 2024, così da poter presentare il documentario ai festival, oltre che nelle scuole e in sala».