Vaia, la start up che fa risuonare la ferita e che porta rinascita

Lorenza Zottele, Stefania Denart e Ragad Ben Atig (Istituto Degasperi di Borgo Valsugana in Trentino)) hanno intervistato Marianna Moser, event manager della start up Vaia che, un anno dopo l’omonima tempesta, ha dato vita al “Vaia cube”, un amplificatore per il suono creato con il legname schiantato. L’intervista è stata realizzata per il progetto “Agenzia di stampa giovanile: comunicare l’Agenda 2030”.

Di Marianna Malpaga

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Nasce un anno dopo la notte tra il 28 e il 29 ottobre del 2018, quando la tempesta Vaia si abbatté sul Triveneto, la start up di innovazione sociale Vaia.

Vaia oggi è conosciuta soprattutto per il suo “Vaia cube”, come racconta Marianna Moser, event manager di Vaia, nella video-intervista curata da Lorenza Zottele, Stefania Denart e Ragad Ben Atig della 4B dell’Istituto Alcide Degasperi di Borgo Valsugana in Trentino per il progetto “Agenzia di stampa giovanile: comunicare l’Agenda 2030”.

“Ci siamo chiesti cosa potevamo fare per il nostro territorio – racconta Marianna ai ragazzi dell’Istituto Degasperi proprio all’interno della falegnameria dove viene realizzato il Vaia cube – e, a seguito di un regalo che il nonno di Federico Stefani, la ‘mente’ di Vaia, ha ricevuto, abbiamo costruito il Vaia cube, un amplificatore naturale fatto con il legno caduto a seguito della tempesta”.

La tempesta Vaia, la più in grande in Europa negli ultimi cinquant’anni, ha abbattuto un legname – in particolare quello dei larici e degli abeti della Val di Fiemme e della Val di Fassa – di estrema qualità, che era usato da Stradivari per i suoi violini.

Ci sono 40mila Vaia cube in tutto il mondo, e la start up Vaia ha da poco lanciato anche il Vaia focus, un amplificatore per l’immagine. “Ogni pezzo – aggiunge Marianna parlando del Vaia cube – è unico. L’artigiano, infatti, ha realizzato una spaccatura colpendo il pezzo di legno con un’ascia. La spaccatura simboleggia la ferita dopo la tempesta, nei confronti della comunità e della natura, ma vuole essere anche un simbolo di rinascita”.

La start up finora ha ri-piantumato 30mila alberi, non solo in Trentino, ma punta ancora più in alto: l’obiettivo, come spiega in conclusione Marianna Moser, è arrivare a quota 50mila alberi ri-piantumati.

Il video completo dell’intervista:

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Il progetto “Agenzia di stampa giovanile: comunicare l’Agenda 2030”

L’associazione Viração&Jangada, con questo progetto, ha coinvolto 17 ragazzi e ragazze della 4B dell’Istituto Superiore Alcide Degasperi. “Agenzia di stampa giovanile: comunicare l’Agenda 2030” è stato co-finanziato dal Piano Giovani di Zona Bassa Valsugana e Tesino 2021. Lo scopo principale era proprio quello di far riflettere i partecipanti sulla crisi climatica, oltre che incentivare il cosiddetto “giornalismo partecipativo”. Oltre agli studenti, sono stati coinvolti anche 7 insegnanti dell’Istituto.

Cinque gli incontri, alcuni formativi (sull’Agenda 2030), altri pratici, in cui sono stati realizzati cinque video che raccontano altrettante realtà che in Valsugana promuovono la sostenibilità. Tutti gli incontri sono stati seguiti dalla film-maker Sabrina Santorum, che ha aiutato i partecipanti a creare un lavoro professionale a tutti gli effetti.  

Oltre a Vaia, sono stati raccontati Happy Rick, Logical Forest, l’Azienda Agricola Biologica e Biodinamica Monti e Cielo e l’Azienda Agricola Valsugana. I cinque video-racconti saranno diffusi durante l’assemblea di Istituto, che si terrà a gennaio.